L’ultima occasione per essere ultimo

malabrocca

Era un genio, il Luisìn. Quando capì – e, furbo com’era, ci mise pochissimo – che Bartali e Coppi si sarebbero spartiti i premi destinati al vincitore, e sapendo che dal secondo in poi nessuno sarebbe entrato nella storia né passato dalla cassa, si impegnò ad arrivare ultimo.

 

Lettura consigliata degustando “Monsaltus” (Marchesi di Montalto)

Luisìn nasce il 22 giugno 1920 a Tortona, in Val Galierasco, terra molto generosa per noi amanti del vino. Due fratelli uccisi in guerra, due emigrati all’estero in cerca di lavoro e sopravvivenza, due sorelle morte di spagnola. Ultimo di sette fratelli.

Ultimo. Una parola ricorrente nella vita e nella carriera ciclistica di Malabrocca. Ma non sempre. In bacheca anche trofei prestigiosi – Parigi-Nantes nel 1947 e Coppa Agostoni nel 1948. Luigi Malabrocca incarna alla perfezione l’icona dell’eroe perdente. Il ciclista lontano dalle classifiche. L’atleta per cui tutti tifano e per cui tutti hanno simpatia. L’ultimo. Ultimo come al Giro del 1946 a quattro ore da Gino Bartali. Ultimo nel Giro del ’47, a quasi sei ore da Fausto Coppi.

malabrocca

È un soggetto perfetto per essere celebrato e raccontato con una graphic novel. Il fumetto rende tutto più favolistico. Il suo disegno piacevole non è solo per bambini, ma anche per adulti. Per tutti coloro che vogliano leggere un racconto narrato per immagini. Rivivere le fisionomie dei personaggi, il contesto storico, le ambientazioni, gli usi e i costumi che caratterizzano un determinato periodo storico.  Bene, immaginate allora di essere catapultati nel secondo dopoguerra.

12 giugno 1949. Campagna del Pavese, pianura Padana. I suoni del fare laborioso dei campi si smorzano dando posto al silenzio della sera. È proprio qui che entra in scena Luigi Malabrocca, leggendaria maglia nera della “corsa rosa”.

Si corre l’ultima tappa, appunto, del Giro d’Italia 1949. Un percorso che accompagna i corridori rimasti in gara da Torino a Monza. Un Giro, quello del ‘49, che ha regalato al ciclismo e allo sport momenti indimenticabili. Tappe, salite e sudore. Ma soprattutto il Giro che consegnerà alla storia il mito di Malabrocca.

malabrocca

Il tutto è raccontato con grande ironia e fedeltà storica-sportiva dall’autore Roberto Lauciello. Scuola Disney la sua, anni passati in compagnia di Topolino. Poi pubblicazioni, libri e illustrazioni per bambini. Torna al fumetto dopo tanti anni proprio con “Malabrocca. Un uomo solo… al fondo”. Un percorso cominciato nel 2017 su suggerimento di Giacomo Revelli (ricordo il suo Bottecchia a Overtime Festival 2011), seguendo e studiando il libro di Benito Mazzi “Coppi, Bartali, Carollo e Malabrocca”. Un lavoro di enorme ricerca, verificando e controllando le storie tramandate negli anni. Tanti gli aneddoti, quasi divenuti leggende di paese. Ma tutto quello che si legge nella graphic novel edita da ReNoir è pura verità. Tutto rigorosamente controllato e approvato da Serena Malabrocca, nipote del cinese – soprannome di Malabrocca per i suoi tratti orientali.

malabrocca

it.wikipedia.org

Non è il primo libro sulle biciclette quello di Lauciello. In passato ha infatti curato le illustrazioni per un romanzo su Bartali. Trovo che tra le pagine della graphic novel dedicata al Mala ci sia un grande studio nella rappresentazione delle armonie e delle proporzioni delle due ruote, non facile. Enorme l’attenzione nella costruzione degli sfondi – metà racconto si svolge in una cucina -, del mobilio e dell’esterno della tenuta che ospita Malabrocca. Lauciello rivela di aver addirittura realizzato un modellino di carta del fienile e della casupola per tenere sott’occhio la coerenza grafica delle tavole (Bravo!).

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Roberto Lauciello ospite di Overtime Festival 2019

Il fumetto è stato interamente realizzato a mano – lo stesso Lauciello dice di esserne molto orgoglioso – seguendo la “vecchia scuola”. Tutto su carta e a matita. Niente china. Disegni a grafite grassa per dare un segno più fresco. Poi ovviamente scanner e passaggio al computer per permettere la colorazione delle mezze tinte e del lettering.

La copertina parte da un disegno fatto a mano e colorato in digitale, riprendendo lo stile materico degli acrilici. Le ultime pagine sono arricchite da una abbondante gallery di bozze e di studi di immagine. Come è nato il fumetto. Come la mano fresca del disegnatore ha studiato i personaggi. Come la lavorazione passi da storyboard a bozza, da tavola a clean up.

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78 le tavole in totale, quasi tutte in bianco e nero. I flashback, che rendono molto piacevole e movimentato il racconto, per volere dell’editore sono evidenziati in arancione – inizialmente si era pensato al seppiato. La presenza del colore serve a rendere fortemente riconoscibile i cambi di tempo. Una veste più pop. Maggior luce al racconto. Le ultime pagine sono invece interamente a colori. Raccontano i “nostri” anni e il rapporto di Luisìn con la nipote Serena.

Tanti gli aneddoti e le storie. Attraverso la mano dell’autore si evince il carattere forte di Malabrocca. Una grande personalità che lo porta a compiere gesti incredibili. Come quando a otto anni ruba la tessera ferroviaria del padre per andare da solo in treno a Genova – terra natia di Roberto Lauciello – per assaggiare l’acqua del mare, come un moderno San Tommaso voleva verificare che fosse realmente salata. Oppure quando con la “Banda Malabrocca” conquista i premi intermedi. L’arrivo al Sestriere dopo aver rotto due volte la bicicletta. Il passaggio al Pordoi bagnato come un pulcino, a un passo dall’essere squalificato fuori tempo massimo.

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E poi nascondigli, soste enogastronomiche, sotterfugi. Tutto per essere ultimo. Per conquistare la maglia nera. A tutti i costi. Soprattutto nel 1949. Perché ultimi faceva rima con montepremi, salami, forme di formaggio, sostegno economico e simpatia del pubblico. Simpatia che Malabrocca riceve anche grazie alla sua generosità. A Napoli dopo aver regalato cibo ai bambini in strada viene scambiato per Ginaccio Bartali, comunemente ritenuto uomo di buon cuore: non c’era la televisione e nessuno aveva idea di quali fossero le sembianze dei corridori.

E infine, come in tutte le favole, la presenza dell’antieroe: Sante Carollo. Pel di carota, come l’arancio dei flashback. Un antagonismo al limite del credibile. Una rivalità immensa che porterà Malabrocca al nostro casolare del Pavese, quello di partenza. Mentre si sta correndo la sfida nella sfida. Malabrocca contro Carollo. L’arrivo del Giro a Monza. L’ultima tappa.

L’ultima volta in cui ci sarà la maglia nera. L’ultima occasione per essere l’ultimo.

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MALABROCCA. UN UOMO SOLO… AL FONDO

di Roberto Lauciello
RENOIR COMICS – 112 pagine
Euro 14,90

La citazione da ricordare

“Capovolse l’universo: il cielo in terra, la terra in cielo. Rigirò Dante: il paradiso all’inferno, l’inferno in paradiso. Appoggio Einstein: tutto è relativo. Confermò Gesù: beati gli ultimi. Nel buio delle retrovie, dall’oscurità delle cronache, sul fondo delle classifiche, Luigi Malabrocca s’illuminò di nero: decise di pedalare piano, più piano, il più piano possibile. Voleva arrivare al traguardo, ma dopo tutti gli altri”.

Marco Pastonesi

Tutte le tavole e le illustrazioni sono state realizzate da Roberto Lauciello per Renoir Comics.

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4 Commenti

  1. […] Un gruppetto di frilli o pressappoco. I big lasciano fare. Pensano: «Li prendiamo senz’altro. Dove vanno?». Il vantaggio aumenta. […]

  2. […] da ammazzarsi, curve e rettilinei di Giri d’Italia che passeranno alla storia. Come le vicende di Luigi Malabrocca, il cui scopo era non arrivare “Uno“. Il suo scopo era arrivare ultimo. Conquistare la maglia nera, quella maglia che deve il suo colore […]

  3. […] da Walter Salles sulle avventure del giovane Ernesto Che Guevara, vi segnalo una raccolta di racconti sulle due ruote – a pedali. Una serie di storie e ricordi che offrono molteplici analisi. Sempre al centro il […]

  4. […] icona di sport), “Il primo Coppi e l’ultimo Malabrocca” di Roberto Lauciello (presentato in anteprima nazionale a Overtime Festival 2019 proprio il suo libro dedicato a Malabrocc…), “Ondue” di Elisa Caroli (una onda a forma di due su cui surfare). E ancora, […]

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