Del coronavirus e di altri demoni: dialogo con Alex Bellini

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alex bellini

Foto copertina – THE 5TH ELEMENT Ltd – Alex Bellini

«Inseguiamo il ritorno alla normalità, ed è giusto e comprensibile. Ma siamo convinti che quella normalità lì, quella di tre mesi fa, fosse la migliore normalità possibile?» sarà che ha attraversato oceani, deserti, fiumi – anzi, questi ultimi li sta ancora attraversando… – compiendo soprattutto un grande viaggio attorno e dentro se stesso; fatto sta che ogni volta che parlo con Alex Bellini torno a casa con più domande che risposte, ed entrambi, pur a distanza di qualche ora, e giorno, suonano ancora di qualità, durevoli all’usura e all’aggressione dei luoghi comuni.

Normale quindi dialogare col 41enne esploratore del momento presente, degli scenari, futuri, dei progetti sospesi – si badi bene, non abbandonati – causa pandemia, su dove c’eravamo lasciati e da dove ripartire, quando anche il duello con questo avversario micidiale e infinitamente invisibile sarà alle nostre spalle.

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THE 5TH ELEMENT Ltd – Alex Bellini – Great Pacific Garbage Patch, day 5 (credits Alex Bellini)

«Il coronavirus ci ha sorpreso, ma non è arrivato senza preavviso – argomenta Bellini -: da più parti si paventava il rischio di una pandemia ormai prossima, ma psicologicamente tendevamo a rimuoverlo immaginandolo come qualcosa lontano da noi, o magari proprio di altri mondi, altre culture.» E invece cosa è accaduto, cosa sta accadendo? «Semplice: dobbiamo avere ben presente che nel mondo globalizzato e interconnesso nessun luogo è lontano, e Wuhan è dietro l’angolo. Di più: gli spazi fisici si stanno restringendo, e umanità e mondo animale e vegetale è come se convivessero su un enorme iceberg che si sta sciogliendo, che noi uomini stiamo sciogliendo non rispettando e violentando la Natura. E allora gli spazi si restringono, uomini e animali sono sempre più vicini tra loro su terre emerse disponibili in porzioni sempre più piccole, perché violate da disboscamenti, incendi, coltivazioni intensive, riscaldamento globale. In questo senso, quindi, il distanziamento di sicurezza lo stavamo già perdendo da un pezzo!»

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THE 5TH ELEMENT Ltd – Alex Bellini (credits Paul Wilkinson)

Ecco perché oltre al virus, c’è un avversario più subdolo con cui fare i conti, e forse in modo ancor più radicale: la nostalgia. «Inseguire “quella” normalità lì non credo ci possa aiutare – stigmatizza Alex -, perché ci porta a omettere, ora, tutto quello che non stava funzionando nel rapporto tra noi e l’ambiente, che pure era diventato il tema fondante il dibattito socio-politico globale. Quella normalità stava portando il pianeta sull’orlo del collasso, e vedo intorno a me segnali preoccupanti riguardo un livello di attenzione che si sta di nuovo abbassando…» Qualche esempio? «Uno su tutti: il contrasto della pandemia produce quotidianamente milioni di mascherine e guanti monouso da smaltire, senza che in molti casi vi sia ancora una filiera già in grado di farlo».

Il video che Alex e sua moglie Francesca hanno realizzato sul tema dell’emergenza sanitaria, trasformatasi ben presto nell’ennesima crisi ambientale.

«Dobbiamo invece crearla al più presto, stimolando anche il senso di responsabilità di ognuno di noi. Perché questo è il punto: non possiamo più permetterci di pensare che ciò che accadde non riguardi ognuno di noi».

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THE 5TH ELEMENT Ltd – Alex Bellini – Gange, day 22 (credits Mauro Talamonti)

Il ragionamento si fa sottile, ma come avviene nei paradossi più felici, anche più evidente: «Il problema di fondo – chiarisce Bellini – è che non abbiamo più margini di errore. Non siamo più nelle condizioni di poter consumare meno, o inquinare meno. Possiamo pensare solo come fare tutto meglio, andando a recuperare quello che nello sport si chiamano marginal gains, che ora sono essenziali almeno per guadagnare tempo e mettere a punto strategie più efficaci. Ecco perché dobbiamo essere consapevoli che il problema è di tutti, e che tutti noi dobbiamo contribuire a risolverlo» E’ allora giusto anche ragionare sull’inquinamento da smart working, come Alex e la moglie hanno fatto in un recente video, attirandosi non poche critiche. «Vedi quanto abbiamo detto sin qui: non abbiamo più possibilità di errore, e dobbiamo recuperare margine dove ce n’è. E allora perché non riflettere anche sulla qualità dell’energia elettrica che utilizziamo per una videoconferenza, scegliendo magari non un fornitore a caso, ma uno tra quelli impegnati in efficaci progetti green? Un piccolo gesto come una crocetta su un modulo può avere un impatto positivo significativo».

Se con la Natura si è confrontato e ha dialogato da sempre, Bellini è diventato nelle ultime stagioni – e con i progetti più recenti – sempre più consapevole della necessità di ‘scendere in campo’ a tutela dell’ecosistema globale.

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THE 5TH ELEMENT Ltd – Alex Bellini – Gange (credits Mauro Talamonti)

Ten rivers, one Ocean è ad esempio il progetto che Alex sta sviluppando da un anno e mezzo a questa parte: navigare attraverso i dieci fiumi e la parte dell’Oceano Pacifico più inquinata al mondo per fotografare la situazione attuale, ma anche individuare possibili vie d’uscita da questa marea di plastica e rifiuti che rischia di soffocarci. L’avventura è iniziata dalla Cina, «anche se non posso dirti su quale fiume, perché sai com’è, devo tornarci prima o poi e non è detto che le autorità cinesi siano così permissive anche in futuro…», mi avverte. «L’esperienza cinese mi ha sorpreso – ci racconta – perché la realtà che ho trovato è stata ben diversa da quanto mi aspettassi. Basti pensare che lungo il fiume che ho navigato ho trovato molti cartelli che indicavano i nomi dei cosiddetti ‘guardiani del fiume’, cioè persone incaricate di tenere pulito il tratto del corso d’acqua loro assegnato dalle autorità. E anche nella megalopoli dove sono approdato, ho visto più volte lungo il fiume che c’erano molte barchette elettriche con equipaggi di due persone, una al timone e l’altra impegnata a ripescare plastiche e altri oggetti dall’acqua».

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THE 5TH ELEMENT Ltd – Alex Bellini – Gange, day 28 (credits Mauro Talamonti)

In altre parti del mondo, lungo altri corsi d’acqua, l’esperienza è stata decisamente meno positiva: «Sul Gange, il fiume sacro dell’India, sono partito da Varanasi e arrivato a Calcutta percorrendo quasi 1.200 km in 32 giorni, su una barca auto-costruita con materiali di recupero e l’aiuto di persone del luogo, per far capire che ‘siamo tutti sulla stessa barca’, come pure avevo scritto sulla mia vela». Ma usi e tradizioni sono dure a cambiare, pur a fronte di un contesto che appare già drammaticamente compromesso. «Plastica, carogne di animali, ma anche corpi umani, perché chi non ha i soldi per garantirsi la cremazione viene gettato in acqua, coi soli capelli bruciati. Il Gange è tutto questo. E se chiedi chi si occuperà di quei resti, di quei rifiuti, la risposta più comune è che ci penserà qualcuno più a Sud, e che comunque il ‘fiume sacro’ saprà rigenerarsi. E al fatalismo si mescolano le abitudini: lungo le grandi scalinate di accesso al fiume i bagni pubblici ci sono, e pure puliti, ma circondati da montagne di escrementi, perché così si è sempre fatto.» Quindi c’è lungo il Gange quello stesso fatalismo abitudinario con cui ci si confronta con la monnezza a Roma o in altre città italiane? «Proprio così! Siamo tutti convinti che qualcosa comunque succederà, e che in qualche modo il problema si risolverà. Ma i fatti e le prove ci dimostrano tutt’altro.» Conferma arrivata anche dalla navigazione del Great Pacific Garbage Patch, la zona estesa 1,5 milioni di km – per capirci: tre volte la Francia! -, che è la più inquinata del Pacifico, tra San Francisco e le Hawaii: «Qui la situazione è disperata. E non bastasse la plastica che si vede in superficie, bisogna immaginarsi quanta ve ne possa essere sui fondali. Senza dimenticare le microplastiche: basta immergere una mano per tirarne su manciate.» Cosa fare per invertire la rotta, Alex? «Anche qui: cambiare comportamenti e mentalità, e capire che quello che stiamo perdendo è un patrimonio di tutti, e quindi di ognuno di noi, e non di nessuno, come spesso intendiamo invece la cosa pubblica».

rifiuti

THE 5TH ELEMENT Ltd – Alex Bellini – Gange (credits Mauro Talamonti)

Intanto Alex naviga e rema, racconta e testimonia, con ben chiara in mente la prossima destinazione: «È il momento di andare in Africa. Sarei dovuto partire a fine maggio, e ora spero sia possibile per fine anno: obiettivo Nilo, il prossimo fiume che mi racconterà la sua quotidiana lotta per la sopravvivenza».

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  2. […] necessità di gestirsi in proprio; quelli di oggi, con le difficoltà economiche legate all’emergenza Covid-19 che si aggiungono a quelle ultradecennali, sono chiamati ad uno sforzo unitario e compatto come mai […]

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  4. […] ha imparato a guardare con benevolenza a noi podisti – tranne in questa sfortunata primavera, ma si sa che nei periodi di difficoltà facciamo ricorso al nostro lato più istintivo -, e sulle strade è bello vedere incrociarsi, e magari salutarsi reciprocamente, un buon atleta […]

  5. […] C’è un motivo per il quale quando camminiamo sulla sabbia o sulla terra fresca o su un prato alle prime ore del mattino ci sentiamo rigenerati? Per Calderan si tratta del riavvicinamento al nostro io primitivo, permettendo al nostro corpo di ricaricarsi attraverso l’energia della terra. All’uomo dei nostri tempi manca il contatto fisico con fiumi, terra, rocce, alberi, muschio, attrezzi per il lavoro manuale. Il corpo, per ritrovare il suo equilibrio, deve tornare a immergersi nel suo ambiente naturale. […]

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