Non saper leggere porta certamente a perdersi molte cose nella vita. A volte anche a perdere un’Olimpiade. Lo scoprì Attilio Conton, veneto nato a Gambarare, uno dei più forti mezzofondisti italiani – nel 1925 vinse la maratona ai Campionati italiani assoluti di atletica leggera – quando nel 1928 i Giochi si tennero in Olanda, ad Amsterdam.
Durante le prime edizioni delle Olimpiadi moderne le maratone si tenevano ancora in un contesto dilettantesco, i controlli erano pochi. Nel 1928 a prendere parte alla maratona, appunto, anche l’italiano Conton, che in realtà era mezzofondista, ma al tempo non c’era molta differenza con i maratoneti, che per altro spesso, proprio da dilettanti, arrivavano alla gara privi di qualsiasi preparazione. Non era il caso di Conton, che si allenava regolarmente.
Ma la maratona è lunga e stancante e anche lui iniziò a sentire la fatica, una fatica tutto sommato controllabile, che avrebbe potuto sopportare se solo si fosse reso conto che mancavano solo due km all’arrivo.
E invece Conton non aveva mai imparato a leggere, i cartelli che indicavano la fine della corsa non gli dicevano nulla. Così si ritirò. A vincere la competizione fu il francese di origine algerina Boughera El Ouafi, il primo fra gli italiani fu invece Giuseppe Ferrera, che terminò la gara al 34esimo posto.
Chissà, forse l’Italia oggi potrebbe contare una medaglia in più, se solo Attilio avesse saputo leggere…
Foto copertina – Ahmed Boughera El Ouafi taglia il traguardo della maratona di Amsterdam. (repubblica.it)