Per la serie ricorrenze “memorabili”: Alex l’ariete compie vent’anni

alex l'ariete

Ci sono film che sono talmente brutti a cui nessuno sa resistere. È quell’attrazione che ci fa deragliare verso il trash, la stessa che ci incatena a programmi come “Uomini e donne” – «No, Maria, questo non lo accetto», cit. Tina Cipollari -, ci spinge a fare collezione di sottobicchieri da birra di cartone, a tornare da Parigi con la Torre Eiffel dentro il vetro con la neve e a ripescare nel web frammenti urlanti di Leone di Lernia. Nella cinematografia italiana – azzardiamo: mondiale – degli ultimi cinquant’anni, il cult più trash di tutti è sicuramente l’immortale “Alex l’ariete”, film – film? Faccina con gli occhi sgranati – del 2000, per la regia di Damiano Damiani con, tenetevi forte, Alberto Tomba, Michelle Hunziker e Ramona Badescu. Siamo qui a celebrare il ventennale di questo capolavoro del cinema che non vorremmo mai vedere.

La trama è esile come una ballerina cinese al teatro delle ombre. Alex è un poliziotto specializzato nello sfondamento di porte, e già questo dovrebbe far dubitare sulla lucidità degli sceneggiatori. Comunque: con scarsa fantasia, i colleghi lo chiamano “L’Ariete” proprio per l’irruenza. Durante una delicata operazione – le operazioni sono sempre delicate – il nostro super eroe tenterà di salvare una fanciulla. Non spoileriamo oltre, c’è il rischio che vi venga voglia di guardarlo. La domanda è una sola: chi glielo fece fare ad Alberto Tomba? Cosa o chi lo convinse a precipitare in questo abisso di ridicolo? La vanità, forse. Il brivido dell’onnipotenza, chi lo sa. I soldi, boh. All’epoca Tomba aveva 34 anni, si era ritirato da due, con le sue imprese sugli sci aveva frequentato la leggenda e si era meritatamente guadagnato per sempre un posto nel parterre de roi della memoria degli italiani. Ancora: chi glielo fece fare?

alex l'ariete

Ci piace ricordarlo così, in pista, cinque anni prima di concedersi alla macchina da presa. (wikiwand.com)

Chi vi scrive ha visto “Alex l’ariete” una certa estate, forse per autolesionismo, durante un passaggio televisivo, un po’ sonnecchiando e un po’ facendo altro. Vale qui la pena rammentare che nel suo primo weekend in sala “Alex l’ariete” incassò 3.693.000 lire, pari a 285 spettatori, in maggioranza parenti dei protagonisti, probabilmente c’era pure qualche ostaggio. Sparì subito dalle sale e nei dati Cinetel la contabilità degli spettatori va nella direzione dei pochi eletti: pare che al cinema – pagando regolare biglietto e prendendo posto in sala – l’abbiano visto poco più di 700 italiani. Il film lo meriterebbero loro, altro che.

Molto di quella pellicola abbiamo rimosso, ma qualcosa è rimasto impigliato nella memoria. Nel redigere questo articolo siamo andati a ripescare su YouTube qualche scena. Siamo stati assaliti – oggi come vent’anni fa – da un senso di imbarazzo, quell’inadeguatezza di chi si trova nel posto sbagliato. Il film non fa ridere. Ci prova, ma non ci riesce. Quando non ci prova, invece, ogni tanto ci riesce. E alla grande. Ricordiamo gli impacci di Tomba, che probabilmente recitava – faccina che ride con le lacrime – con tre etti di tortellini in bocca. Ogni singola sequenza sa da recita scolastica, ma in quinta elementare talvolta allestiscono spettacoli più strutturati. Nell’andare a ritroso nei ricordi ecco la Hunziker che urla – forse ha urlato per tutto il film l’allora signora Ramazzotti – e Tomba che si sforza di fare la faccia di uno che pensa, ma più ci pensa e meno ci riesce. Antavleva si chiamava il personaggio della Hunziker, ma la chiamano Leva(ti). Il grande Tommaso Labranca spiegava il trash come l’emulazione fallita di una certa cultura. Ecco, appunto. Viviamo di tentativi, ma quella volta andò male.

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Un non esattamente irresistibile Alberto Tomba in una scena tratta da “Alex l’ariete”. (rumoreweb.it)

“Alex l’ariete” è girato come una puntata di “Centovetrine”, le stesse luci, gli stessi rallenti, ma almeno lì si sfila, qui si esce dalle rotaie del pudore e ci si tuffa “a bomba” nella piscina del ridicolo. E insomma, c’è pure la citazione della carrozzina, sì, la carrozzina della “Corazzata Potemkin” già citata da Fantozzi. Siamo nel metacinema, se solo sapessimo cosa significa. Nei vari dizionari del cinema “Alex l’ariete” viene derubricato come poliziesco, che è un po’ come dire che Benedetta Parodi è una chef. Sulla prova attoriale dei due protagonisti, il “Mereghetti” è definitivo: «L’ex campione di sci, malgrado la simpatica dizione, sembra che legga l’elenco del telefono, mentre la Hunziker suscita davvero istinti omicidi». Abbiamo scoperto che il dvd è in vendita online. Lo portate a casa con 3 euro e 99. Caffè e brioche, più o meno. Non sappiamo dirvi se ne vale la pena. Nessuno ancora sa quale sia il Terzo mistero di Fatima, quindi vale davvero tutto.

 

Foto copertina – justwatch.com

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2 Commenti

  1. […] 6 gennaio toccherà agli uomini disputare la gara. Chissà che per i colori azzurri non ci sia qualche bella soddisfazione grazie al talento emergente di Alex Vinatzer, che l’anno scorso proprio su questa pista ha […]

  2. […] austero popolato da atleti schivi e riservati, abituati al silenzio delle loro montagne, poco amanti della luce dei riflettori, per nulla propensi a regalare spettacolo e dichiarazioni al di fuori delle […]

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