Il Nur, manifesto di come si fanno i vini macerati

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la distesa

Degustazione consigliata leggendo “Sócrates. L’immortalità della rivolta” di Marco Gnaccolini e Cosimo Miorelli (Becco Giallo)

Una storia lunga quella dei terreni oggi proprietà de La DistesaTerre vignate nei pressi della Chiesa di San Michele a Cupramontana (AN) già nel 1471, poi trasformate in beneficio ecclesiastico, in godimento di musici maestri di cappella, per circa due secoli tra la fine del XVII e quella del XIX. Sempre unica parcella totalmente vignata. Nessun fabbricato.

La certificazione del verdicchio del 1941. (Foto da ladistesa.it)

La proprietà passa per qualche decennio in mano a un agricoltore del luogo che tra il 1921 e il 1927 vi costruisce un edificio. Nel 1935 terreno vignato e fabbricato adibito a cantina vengono interamente acquistate dal nonno di Corrado Dottori, l’attuale vignaiuolo: l’Ing. Domenico Dottori, primo cittadino di Cupramontana del dopoguerra.

Aveva svolto la libera professione fuori dalle Marche per molti anni Domenico ma, nel frattempo, aveva investito i propri risparmi acquistando terreni nelle varie contrade del paese di origine e dopo la pensione decide di fare le cose seriamente con l’Aurora, piccola società di cui è il “e C.” di Aurora di Bolletta, Cerioni e C.”  finché non diventa Cantine Aurora Ing. Dottori e C.

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Le origini dell’azienda agricola La Distesa. (Foto da ladistesa.it)

Quando se ne va, nel 1973, la nuda proprietà dei terreni e delle vigne passano al papà di Corrado, Nazareno, “Neno. Con la moglie Daniela vivono all’estero, ma vogliono conservare il podere San Michele e ne affidano la gestione a due mezzadri,moglie e marito, Pietro ed Elena Branchesi.

Pietro produce un Verdicchio artigianale “da vigneron – vinificato in grandi botti di quercia con qualche giorno di macerazione sulle bucce. Un vino contadino” mentre al tempo vanno i vini leggeri, industriali, imbottigliati in anfora.

Ma qualcosa inizia a cambiare e agli inizi degli anni ‘90 il terroir trova la propria espressione nelle prime bottiglie di Verdicchio importanti: Villa Bucci, Gaiospino, Cuprese.

Il ‘San Michele’ de La Distesa nasce del 1996 e l’anno successivo vede la luce anche “Azienda Agricola La Distesa di Dottori Corrado”.  Perché “c’è un vino da produrre senza sapere come. C’è un percorso da iniziare”.

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Corrado Dottori. (@corrado.dottori.1 on Facebook)

Corrado decide di diventare un vignaiuolo che è novembre – scrive nel suo “Non è  il vino dell’enologo”. Vive a Milano, veste elegante, vende prodotti bancari, sta con Valeria. Lei, ‘la chiave di tutto’, lo segue.

Un mondo, quello dell’agricoltura, di cui è completamente digiuno. Sa solo che non vuole diserbare né concimare, ma chissà forse è un bene partire senza preconcetti.

Impara a potare, legare, scacchiare e sfecciare.

Imbianca la cantina, butta giù muri, tira cavi elettrici, mangia su un tavolino da campeggio. Niente telefono né televisore. Si sta inventando un futuro “una nuova professione, un’intera cultura”.

Perché è proprio di questo che parla Corrado. Di una cultura, i cui protagonisti sono piccole aziende familiari, sparse per il mondo, “custodi della terra e difensori della biodiversità”.

Di una rivoluzione, che è nei campi. Perché quella di Valeria e Corrado in campagna non è una fuga dalla città metropolitana ma una ‘ribellione’. “La terra mi appare …il topos privilegiato della resistenza. Della rifondazione. Della libertà.” scrive nel suo Lessico di un vignaiuolo che dissente.

Parla di vini, complessi, che deviano dal paradigma, che spezzano un equilibrio, che rappresentano “quell’unico assolutamente irripetibile che è la combinazione terraviteannatavignaiuolo”.

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Nur. (Foto da ladistesa.it)

Guarda che non mi devi convincere. E’ solo che mi pare tutto così utopista”. “Infatti lo è”.

E invece oggi i suoi vini sono proprio l’impronta di questa utopia, sono il frutto di quella combinazione, ci raccontano quella rivoluzione.

Il Nur, uno di loro. Il manifesto, direi, di come si fanno i vini macerati.

Trebbiano, malvasia, verdicchio allevate in una piccola striscia di terra di argilla multiforme rivolta a mezzogiorno tra Cupramontana e Staffolo, da cui si può osservare la figura del Monte San Vicino a segnalare la vicinanza degli Appennini. Un suolo compatto e povero di sostanza organiche.

E’ da questo terroir , a 350 metri di altitudine, che prende vita questo bland. Fermentazione spontanea in tini aperti, lieviti indigeni, macerazione sulle bucce di almeno 10 giorni. Affinamento di 12 mesi in botti di rovere usate.

Ambrato con riflessi aranciati. Ricco al naso e di una piacevole complessità si esprime con sentori di agrumi maturi, note di erbe aromatiche, toni di miele e caramello e cenni di sottobosco. Al palato è ampio, suadente e di grande persistenza.

Si abbina ottimamente al pesce alla griglia e a quello in umido. Del resto qui milioni di anni prima c’era il mare. Si sposa bene anche con il risotto alle verdure.

E’ un Orange Wine affascinante ed espressivo e ti conquista fin dal primo assaggio.

Un vino bianco il cui colore è identico a quello della maglia della Seleçao e che per identità e origini ha in sé la stessa rivoluzione che Socrates ha messo in campo con la sua Democrazia Corinthiana.

 

NUR (2020)

di La Distesa

ALC 13% vol – 750ml

Euro 24,00

 

Foto copertina – Corrado Dottori. (Foto di La Distesa on Facebook)

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Un commento

  1. […] Lettura consigliata degustando “Nur” (Azienda Agricola La Distesa) […]

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