Sócrates, la lunga notte

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«Il calcio per me è come camminare: da solo, svincolato da un contesto sociale, non è nulla. Quando vai a piedi, non fai niente di speciale: se però vai a piedi in Parlamento a far valere le tue idee, cambia tutto. Così il calcio: se diventa un veicolo per educare la gente, allora è un mezzo formidabile».

 

Lettura consigliata degustando “Nur” (Azienda Agricola La Distesa)

Raimundo proviene da una famiglia povera dell’Amazzonia. Benché non abbia studiato molto, chiama uno dei suoi figli come un filosofo greco. Lo manda a scuola prima, all’università poi, permettendogli di laurearsi in medicina. Vuole per lui un futuro migliore, lontano dalle strade di Ribeirão Preto. Lo aiuta a tenere alcuni libri nascosti nella testa, invece che in casa. Perché sono diventati pericolosi.

Sì pericolosi, perché la storia di Sócrates Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira si intreccia con la storia del Brasile degli anni ‘60. Il generale Humberto de Alencar Castelo Branco nel 1964 destituisce il presidente del Brasile João Goulart per istituire il cosiddetto “regime dei Gorillas”. Sarà una dittatura militare, come spesso accaduto in Sudamerica.

Una vita incredibile quella dell’asso brasiliano raccontata in maniera eccellente da Marco Gnaccolini (Mestre, 1985) e Cosimo Miorelli (Biella, 1986) nell’ultima pubblicazione di Beccogiallo. La casa editrice non è nuova a pubblicazioni a tema sportivo. Questa volta però il rischio era altissimo, quello di essere banali nel ripercorrere la storia di Sócrates.

socrates libro

Marco Gnaccolini a Overtime Festival 2021.

La benedizione ai due autori è arrivata anche da un ‘maestro del genere’, Paolo Castaldi, grande amico di Overtime. “Che questo libro mi sarebbe piaciuto era abbastanza intuibile, calcio e fumetto, arte e militanza, romanticismo sudamericano e storie sbagliate – scrive Castaldi sui social -. Gli ingredienti c’erano tutti, gli autori avrebbero dovuto proprio impegnarsi molto per farmelo andare di traverso. E questo, per fortuna, non è successo. Però non davo nemmeno per scontato che mi sarei trovato davanti un’opera di così alto livello. Sia sotto il punto di vista narrativo, sia da quello grafico”.

Quello di Marco e Cosimo è un rapporto con lo sport come quello di tanti loro coetanei. Marco gioca a basket, come play o guardia. Si paga gli studi facendo attività agonistica. Cosimo è seconda linea (rugby), ma preferisce guardare il calcio sul divano con il papà tifoso della Fiorentina, anche se trentino. Sono però entrambi fermi al calcio anni Novanta.

Cinghialotto Peruzzi che oppone le sue manone a Marco Van Basten prima, a George Weah poi. La loro passione però segue altri lidi. Gli anni trascorrono insieme all’università, capelli lunghi e spritz in mano tra callette e calleselle veneziane. La ‘pergamena’ per entrambi arriva in Arti visive e dello spettacolo. “Un giorno scriverò una storia e un giorno tu la disegnerai” dice Marco non appena termina gli studi. “Non ho mai disegnato una palla da calcio” risponde Cosimo.

È Marco a pensare e volere fortemente il libro. È Marco a convincere Cosimo che Sócrates non sia solo calcio. “Prossimamente uscirà un lavoro psichedelico su Sócrates” ci siamo sentiti dire per anni noi di Overtime Festival in fiera a Torino dagli editori di Beccogiallo. Di anni per arrivare a questa prima pubblicazione sportiva del duo mestrino-biellese ne passeranno cinque (bravi gli editori a portare pazienza).

socrates libro

Una delle tavole della graphic novel dedicata al “dottor Guevara del futebol”.

Tutto quello che non si dovrebbe fare per una buona gestione di una graphic novel. I maestri del fumetto insegnano a procedere dall’inizio alla fine, dalla prima all’ultima tavola, dalla seconda alla penultima. Poi al centro. Per terminare il tutto con un solo linguaggio visivo ed espressivo. È quello che almeno si insegna nelle accademie di mezzo mondo.

Ma Cosimo (fortunatamente per noi lettori) non è uno scolarizzato del fumetto. È autodidatta. È un illustratore. E nel libro si vede. Molte tavole sono letteralmente esplose. ‘Sócrates. L’immortalità della rivolta’ va controcorrente. Si sviluppa per capitoli. Tutti molto diversi, perché diversi sono i momenti grafici, diverse le declinazioni. Forse un errore da un punto di vista grammaticale del fumetto, ma molto interessante alla lettura.

Finalmente qualcosa di nuovo sul mercato italiano!

Un centinaio le tavole. Tutte in digitale. I software utilizzati sono Photoshop e Pro-create sull’IPad. Diversi i pennelli, diverse le texture. “Le sequenze più oniriche le avrei volute disegnare a mano” confessa Cosimo. Sono quelle in bianco e nero: Sócrates bimbo che scarta i militari e Sócrates medico che si scontra con Asclepio, Dio della medicina. Ma a far da padrone nel libro è il colore (le tinte sono omogenee, bicromatiche o tricromatiche, ma senza una palette costante), usato in maniera magistrale nel sancire e scandire i passaggi scritti dalla sceneggiatura chiara e dettagliata di Gnaccolini.

socrates libro

Tra le tavole l’influenza ispiratrice dei grandi maestri del fumetto: Sergio Toppi con i suoi pellerossa e i suoi soldati, i pittori illustratori Kent Willims e George Pratt. Ma anche le donne di Milo Manara. Lo storyboard ha invece nel teatro il suo faro. William Shakespeare su tutti. Perfetto per la poesia illustrata. Battute dense e strette (come quelle di Frank Miller). La chiave di lettura giusta per un personaggio epico come Sócrates.

Una grande responsabilità infatti quella che si sono presi GK (Marco Gnaccolini) e CZM (Cosimo Miorelli). Raccontare la storia di un personaggio incredibile. Su di lui fino ai mondiali di Brasile 2014 poche le fonti. A rendere giustizia almeno in Italia, il bellissimo speciale ‘Una vita da goal – Campioni: Sócrates’  di Gianni Minà. ‘Un giorno triste così felice- Sócrates, viaggio nella vita di un rivoluzionario’ di Lorenzo Iervolino (66thand2nd, 2014) e ‘Compagni di stadio – Sócrates e la Democrazia Corinthiana’ di Solange Cavalcante (Fandango Libri, 2014) sono invece dei veri e propri must da avere nella propria libreria. E non solamente per gli amanti dello sport.

Perché Sócrates è un’icona che va molto oltre lo sport.

Negli anni della ‘Dittatura dei Gorilla’, coi compagni di squadra del Corinthians (la leggenda vuole che il club sia stato fondato nel 1910 da 5 operai italiani sotto un lampione a San Paolo), promosse un esperimento di organizzazione della squadra su basi non gerarchiche, detto Democrazia corinthiana (nel calcio di oggi sarebbe impensabile). Un impatto simbolico incredibile. Tutti in Brasile ricordano i messaggi politici sulle maglie da gioco di quella squadra. Gli striscioni portati sui campi di gioco. La scelta di marketing di usare la “C” con la stessa font della Coca Cola. Per essere più diretti, per arrivare al popolo. Per arrivare a tutti.

La forza di questo personaggio, scomparso nel 2011, sta proprio nel fatto di riuscire a travalicare il campo da calcio grazie al suo modo di pensare rivoluzionario, rivolgendosi a tutti. Così come si rivolge a tutti i tipi di pubblico, il Sócrates di Beccogiallo. Una potenza visiva e narrativa in grado di attirare l’attenzione non solamente degli amanti dello sport, ma anche di ragazzi, militanti, storici e filosofi. Un libro che restituisce fiducia allo sport, in cui i calciatori sono identità e non format pubblicitari. L’epica del gesto atletico che influisce socialmente nella vita delle persone.

Nelle 128 pagine un distillato di generi, quasi un mosaico. Un libro che ha un’identità oltre il rettangolo di gioco. Pochissime le scene dedicate alla narrazione calcistica. Molto più in evidenza l’aspetto storico, sociale e politico dell’uomo. Il calcio è visto come simbolo di lotta al regime. Grazie a Sócrates in Brasile il calcio diviene infatti una metafora di un percorso di un popolo. Perché come diceva Sócrates “Noi calciatori siamo artisti, e gli artisti sono gli unici lavoratori che hanno più potere dei loro capi”.

 

socrates libro

Il 25 aprile 1984 l’emendamento ‘Dante de Oliveira’ per l’elezione diretta del presidente brasiliano viene respinto. Sócrates, come promesso in un’intervista, lascia il suo amato Paese per venire a giocare in Italia, poiché vuole studiare Antonio Gramsci e la lotta operaia. Firma per la Fiorentina. Perché Sócrates cerca la felicità. Non i soldi. Perché la bellezza viene prima di ogni cosa. La vittoria è una cosa secondaria. Quello che conta è la gioia.

In campo porterà sempre una grande eleganza. Una gazzella con il numero 8. Propenso alla manovra e dotato di una visione di gioco notevole. Ottimo realizzatore. Potente, preciso. Colpi di testa e colpi di tacco. Botafogo, Corinthians, Fiorentina, Flamengo e Santos. In carriera vincerà due scudetti con il Corinthians. Nulla con la maglia verde oro. Nemmeno ai mondiali del 1982 in cui è capitano.

Ritiratosi dal calcio nel 1988, inizia la carriera da medico a Ribeirão Preto assistendo giocatori vittime di infortuni. Svolgerà anche l’attività di commentatore sportivo per la tv brasiliana, oltre a incidere un disco, ad avvicinarsi alla politica e a fare l’impresario teatrale. Cauim è un infatti un suo sogno, un processo educativo per chi non può andare a cinema in altro modo, per chi non può pagare 50 Real. Mentre al Cauim non c’è biglietteria, lo spazio è pubblico. Chi va magari lascia un’offerta. Solo chi può farlo.

socrates libro

Purtroppo però Sócrates si avvicina anche alle dipendenze. Con l’alcool e il fumo ho provato a smettere cinquantamila volte. Ho provato anche oggi, ma ho resistito fino alle 11 del mattino disse in una celebre intervista  il ‘Guevara del futebal’. Una fragilità che leggiamo nell’architettura narrativa del libro. Le tavole con Sócrates sono spesso solitarie. Sempre oniriche e in forma attiva. Una citazione continua. Ben differenti stilisticamente dalle tavole degli altri personaggi che raccontano l’uomo e il calciatore (non sempre con parole tenui). Emergono i lati più scuri e di crisi, incasellando la storia in una griglia un po’ più “bonelliana”.

Le mie pagine preferite sono quelle dei tre anziani al bar. Sembrano le streghe del Macbeth (forse non è un caso), ambientazione buia e visi cupi.

Gli autori giocano con il tempo e lo spazio, partendo sempre dall’ospedale Albert Einstein di San Paolo. Tutto il racconto in una notte, ispirata al Fedone di Platone. Tutto si apre e si chiude tra il 3 e il 4 dicembre 2011.

Vorrei morire di domenica, nel giorno in cui il Corinthians vince il titolo”.

Sócrates aveva previsto tutto.

 

SÓCRATES . L’IMMORTALITÀ DELLA RIVOLTA

di Marco Gnaccolini  & Cosimo Miorelli

BECCO GIALLO – 128 pagine

Euro 18,00

La citazione da ricordare

«Vincere non è la cosa più importante, il calcio è un’arte e perciò dovrebbe essere un’esibizione di creatività. Se Vincent Van Gogh e Edgar Degas avessero saputo del livello di notorietà che avrebbero avuto in seguito, non avrebbero fatto le cose che hanno fatto. Ci si deve divertire quando si pratica un’arte, non si deve stare a pensare: “Chissà se vincerò?».

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  1. […] Degustazione consigliata leggendo “Sócrates. L’immortalità della rivolta” di Mar… […]

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