Bellet AOC, il vino da non confondere con Nizza DOCG

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saint jean

Degustazione consigliata leggendo “Un, deux, trois… Tour!” di Pietro Pisaneschi

Quando si parla di Nizza la fotografia che ci appare è sempre la stessa: Costa Azzurra. Aperitivi in riva al mare. Cappello Panama Borsalino per lui. Costume rigorosamente intero griffato per lei. Dehor per turisti, glacette contenenti rosati provenzali ghiacciati. Bollicine made in Épernay con crudità di mare. Per gli amanti del grande schermo in “Noir et blanc”, “Caccia al ladro” di Alfred Hitchcock ed “Effetto notte” di François Truffaut. Per altri la “Battaglia dei fiori” di carnevale.

Dal 29 agosto 2020 Nizza sarà ricordata anche per il Tour de France. La Grande Boucle ha infatti deciso di partire dalla città capoluogo delle Alpi Marittime in un’annata nefasta e segnata dal Covid-19. Bisestile (tutti i bisestili dicono non portare particolarmente bene).

Ma se parliamo di Francia e di estate, non possiamo non pensare al vino.

A pochi chilometri da Nizza, apprezzate dagli intenditori, le colline di Bellet producono dei vini notevoli, la cui reputazione ha ormai da tempo oltrepassato le frontiere nazionali. Colline battute sia dai venti alpini sia dalle brezze marine. Terreni sabbiosi ricchi di salice, in grado di regalare un bel corredo odoroso. Coltivazioni su terrazzamenti dai 200 ai 400 metri sul livello del mare. Sentori lontani dagli altri territori viticoli della regione – i ben più noti vigneti provenzali – ma non meno interessanti. Anzi!

Nizza possiede infatti un vino di denominazione geografica protetta – in Francia si dice A.O.C. – dal lontanissimo 1941. Vino di Bellet: bianco, rosso e rosé. Vitigni come il Rolle, il nostro Vermentino, il Pignerol, il Muscat, il Roussanne e il Mayorquin per la produzione di vini bianchi. Il Braquet, il Cinsault, il Grenache Noir e il Fuella per i vini rossi e rosati. Vini semplici, ma con un’intrigante e seducente fragranza olfattiva. Solo 15 i produttori tra viticoltori e commercianti. 55 gli ettari coltivati. Appena 120.000 le bottiglie prodotte ogni anno, non facili da trovare e mediamente costose (la limitata produzione non aiuta).

Tra le realtà più interessanti, c’è Domaine Saint Jean.

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La cantina Saint Jean, Saint Roman de Belle.

Esattamente a Saint Roman de Belle, colline sopra Nizza. Giovane azienda vinicola, certificata in agricoltura biologica. A gestirla Nathalie e Jean-Patrick Pacioselli. Marito e moglie. “Vignerons Indépendants”. Un progetto che nasce nel 2001, quando Jean-Patrick, laureato in risorse umane presso l’Università di Parigi, decide di tornare sui banchi di scuola. A Beaune, in Borgogna, per diventare enologo. Poi un piccolo terreno affittato nel 2006 per i primi esperimenti “sul campo”. Nel 2007 due ettari di terreno grezzo acquistati e le prime bottiglie prodotte.

Oggi sono cinque le etichette, un totale di 5.000 bottiglie. Il rosato – 1000 bottiglie – è un bouquet elegante e armonioso, sentori di violetta e fiori di bosco. Una bella mineralità data dal blend di Brachetto e Grenache. Il rosso – 1500 bottiglie – ha un palato morbido, delicato. Ampio, satinato, con un fondo di ciliegia, spezie e una quercia fusa.

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Saint Jean Bellet, i vigneti.

E poi i bianchi. A mio avviso i più interessanti. Il terroir è una miscela di sabbia e ciottoli. La Cuveé Ichthus è vino in anfora, solo 500 bottiglie. Beneficiando di una luce solare ottimale e della massima ventilazione, sfruttando le vicinanze di mare e montagna, il vitigno Rolle si esprime al meglio. La vendemmia è manuale, la vinificazione avviene in tini di acciaio termo inox. La macerazione delle bucce è regolata e la fermentazione a bassa temperatura, dona un profumo fruttato elegante ed armonico. Poi affinamento sui lieviti per 2 mesi in anfora di terracotta da 160 litri.  Ne derivano delicate note di mela, pera e caramello. Completa il tutto la tipica nota di agrume di Rolle. Il vino ha note ossidative ma mantiene una bella acidità. Perfetto con preparazioni di pesce accompagnate a salse. Interessante anche con agnello al curry.

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Il Saint Jean Blanc è il vino più facile del Domaine. 2500 bottiglie, frutto di terroir poudingue niçois (ciottoli mescolati a sabbia molto chiara). Questo Bianco è prodotto dal vitigno Rolle, in purezza, tipico della denominazione, da viti piantate nel 2008. La vendemmia è manuale, la vinificazione avviene in tini di acciaio inox termoregolati. Macerazione delle bucce e fermentazione a bassa temperature. Ne scaturisce un naso elegante ed armonico. È un vino secco e fruttato, con note agrumate e di pesca bianca. Lo consiglio come aperitivo estivo. Interessante con carpaccio di capesante (se siete in Francia), spaghetti alle vongole veraci (se siete in Italia). Da provare con coda di rospo e sogliole grigliate, purché poco condite.

Il percorso in cantina si conclude con la punta di diamante: Saint Jean Blanc, Cuvée Li Vecce, 1000 bottiglie. Bianco prodotto da uva Rolle. Frutto della selezione della località “Li Vecce”. Esposizione a Sud-Ovest, viti piantate nel 2008. La vendemmia è manuale, la fermentazione avviene in botti di rovere francese. Dopo la macerazione delle bucce, la spremitura è a freddo. La stagionatura dura 12 mesi con batonnage sulle fecce fini. È un vino biologico, come tutti i vini del Domaine.

Il naso è potente, segnato da una morbidezza floreale e fruttata. Tocco legnoso. Lasciando decantare il vino la mineralità si fa prepotente, come gli agrumi, il pompelmo, la pesca. Ma anche mentolo, acacia, con un tocco di cremoso, sentore dovuto all’affinamento in botte. Vino complesso e persistente. Non da tutti i giorni. Sotto una base dritta e minerale, che caratterizza la struttura della bottiglia, in bocca si avverte la morbidezza ammaliatrice. Eleganza e speziatura, avvolgono il finale, fresco e puntuale.

Vino da servire a 10-12° C. Da abbinare a secondi di carne e pesce, anche complessi. A Nizza suggerirei di degustare con scampi arrostiti con arancia amara, oppure assaggiando un granchio reale condito al mango e citronella. Da bere con capesante in carpaccio al purè di rape o cavolfiore. Per cucine più semplici l’abbinamento è perfetto con bocconcini di pollo agli anacardi oppure con animelle di vitello alle mandorle, anche con scorze di cedro.

Un must? Foie gras su brioche al burro tostato.

A casa mia? Tagliatelle al tartufo bianco d’Acqualagna.

AOC BELLET, CUVEE “LI VECCE” (2019)

di Domaine Saint Jean

ALC 13,0% vol – 750ml

Euro 29,00

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Un commento

  1. […] Lettura consigliata degustando “AOC Bellet, Cuvée LI VECCE” (Domaine Saint Jean) […]

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