Celina Seghi, topolino della neve

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celina seghi

Classe 1920, e da vendere. Toscana, dell’Abetone. La più piccola di nove figli. Celina Seghi mette subito gli sci ai piedi ottenendo prestissimo i suoi primi successi agonistici allenata dal fratello Gino.

Il primo campionato provinciale, poi terza – slalom e discesa – al nazionale al Sestriere, ad appena 16 anni ottiene il secondo miglior tempo alle selezioni per i giochi olimpici del 1936, ma è troppo piccola, dicono. Non si dà per vinta e l’anno dopo a Selva di Valgardena conquista discesa, slalom e combinata. È campionessa italiana.

celina seghi

Celina Seghi in pista nella combinata che vale l’argento per l’Italia. (fotogramma dall’Archivio Storico Luce)

Ai Mondiali di sci che si tengono a Cortina d’Ampezzo  tra l’1 e il 9 febbraio del 1941, Celina interrompe, almeno parzialmente, il dominio assoluto di Christl Cranz, che si era presentata a Cortina forte di 12 ori mondiali e un oro olimpico e, ventenne, conquista l’oro nello slalom e l’argento nella combinata.

È uno dei momenti più alti della sua carriera, ma quella manifestazione iridata non verrà mai riconosciuta a livello internazionale. Una storia che non si sarebbe mai dovuta scrivere, cancellata, per volere della Federazione Internazionale dello Sci, dagli annali immediatamente dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Campionati mondiali azzerati, estirpati dalla storia sportiva e politica.

Non annullati prima, come era invece avvenuto per le Olimpiadi, osserva Nicola Sbetti, storico dello sport, docente di storia dell’educazione fisica e dello sport all’Università di Bologna, autore, tra gli altri, del saggio “Storia della coppa del mondo di calcio. Politica, sport, globalizzazione (1930-2018)”, ma parte di un strategia politica che intendeva costruire “un nuovo ordine sportivo mondiale, in cui gli eventi sportivi internazionali erano funzionali a celebrare i successi militari, a legittimare le nuove conquiste, ma soprattutto a rassicurare la popolazione”.

celina seghi

La copertina del libro “Cortina 1941. Il mondiale fantasma”, disegnata da Osvaldo Casanova.

Una storia questa che proprio nell’anno dell’addio alla first lady dello sci italiano si è riproposta alla nostra attenzione grazie al lavoro dell’Istituto Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia e al libro di Max VerganiCortina41 – Il Mondiale fantasma”.

La Fondazione bolognese, nata con l’obiettivo di salvare e trasmettere un patrimonio audiovisivo nascosto e inaccessibile, ha infatti  recuperato, archiviato e restaurato il filmato girato all’epoca dal cineamatore Ernesto Costantino Roggero,  giovane pilota di aerei appassionato di cinematografia. Una pellicola 16 mm “a colori naturali” AGFA – autentica rarità d’epoca – che rappresenta un documento inedito ed eccezionale mostrando dalla cerimonia di apertura con le autorità alle fasi avvincenti delle gare, dalle premiazioni con i saluti romani ai volti degli atleti sui podi, dai momenti di svago di quella che già allora era la “Perla delle Dolomiti” alle croci uncinate sullo sfondo, segni del periodo storico.

Max Vergani, giornalista, amante del teatro, della storia e dello sport, racconta quell’edizione – che, al di là di ogni valutazione politica, fu il più grande evento sportivo in tempo di guerra -, le imprese degli atleti che si imposero nel 1941 sulle nevi di Cortina e le sfide epiche sui campi di gara che rimasero negli occhi degli appassionati e furono tramandate di generazione in generazione.

Il libro è pubblicato da Edizioni inContropiede e inaugura la “collanaBianca” della casa editrice veneziana, dedicata agli sport invernali, ha la prefazione del giornalista Flavio Vanetti e la postfazione dello storico Nicola Sbetti.

 

Foto copertina – Celina Seghi. (foto da Sky Sport, in pubblico dominio)

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