Red Fryk Hey, la ragazza che abbatte i pregiudizi a colpi di danza

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red fryk hey

Pochi giorni fa abbiamo assistito a Pesaro all’Hip Pop Connection Arena, il contest di breakdance internazionale più famoso e longevo d’Italia che, organizzato dal 2001, richiama sulle rive dell’Adriatico squadre provenienti da tutta Europa che si sfidano in battles spettacolari e di altissimo livello tecnico accompagnate dalle performance musicali di celebri dj.

Una tre giorni in cui si celebra la danza hip pop – una disciplina di ballo nata in strada alla fine degli anni ‘70 dal movimento artistico e culturale newyorkese hip hop e considerata danza sportiva da diverse federazioni – ma in cui trovano spazio e vengono veicolati a una platea composta da spettatori giovani e giovanissimi anche importanti messaggi sociali ed etici.

Il pubblico presente all’Hip Hop Connection Arena. (Foto da @hiphopconnectionarena on Facebook)

Con questo articolo, in particolare, vi vogliamo segnalare un’iniziativa che realizzata all’interno del festival si è prefissata l’obiettivo di contrastare alcuni pregiudizi in tema di autismo, di abbattere barriere erette a causa di cattiva informazione, di far capire come la diversità sia una ricchezza e non uno stigma, come il punto di vista di una persona autistica sia utile come quello di un altro individuo. Ciò grazie all’esibizione di Federica Giusto, in arte Red Fryk Hey, una performer che comunica con il linguaggio della sua danza.

Ballerina che vanta anche la partecipazione alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Torino 2006, insegnante, coreografa, vincitrice di numerose competizioni a livello nazionale e internazionale, sia come danzatrice che come coreografa, Red si definisce un’attivista per i diritti delle persone autistiche.

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Red durante il suo spettacolo dedicato alla mente autistica. (Foto da @hiphopconnectionarena on Facebook)

Nata in un piccolo paese della provincia di Cuneo, il suo amore per l’hip hop è sbocciato all’età di 7 anni, quando si è avvicinata a questa disciplina da autodidatta, senza frequentare corsi specifici che peraltro non esistevano nel luogo in cui è cresciuta. Nell’età adolescenziale si è appassionata sempre di più all’Hip-Hop, non esclusivamente a livello di danza, ma anche a livello culturale. Al fine di conoscere questo grande variegato mondo in maniera sempre più professionale e certosina, curiosa di scoprirne i risvolti più profondi e intenzionata a farne proprie le dinamiche valoriali, ha girato per l’Italia raggiungendo successivamente anche Londra e Parigi, riuscendo finalmente ad approfondire ciò che fino a quel momento era catalogabile solo come “farina del suo sacco”.

A Pesaro Red Fryk Hey ha presentato, in collaborazione con il Comune di Pesaro nell’ambito del progetto di Città Italiana dei Giovani 2022, uno stralcio di “Immagina se tu… anzi, prova!“, spettacolo di danza contemporanea, street dance e sperimentazione dedicato alla mente autistica. Tematica molto cara a una ragazza che ha scoperto tardi, all’età di 31 anni, di essere autistica. Una diagnosi che in realtà è stata una sorta di liberazione perché ha fornito una giustificazione scientifica ad alcuni comportamenti, ad alcune sue reazioni che i suoi conoscenti bollavano inopinatamente come esagerazioni o addirittura stramberie. Ciò che puntualmente accadeva, ad esempio, quando urlava dopo aver sfiorato la lana, percependo come molto doloroso quel contatto.

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Red Fryk Hey in azione. (Foto da @hiphopconnectionarena on Facebook)

Con il suo show, Red Fryk Hey dimostra che una persona autistica può fare assolutamente tutto, che l’autismo non è una malattia, una patologia, un disturbo, ma una caratteristica mentale, un modo di essere, uno dei tanti modi in cui la mente umana può esprimersi, un tipo di organizzazione neurobiologica della mente. Combatte l’ignoranza, l’erronea informazione, l’assunto di chi associa ancora in quest’epoca l’autismo alla disabilità cognitiva. Secondo lei anche il linguaggio va radicalmente corretto, vengono utilizzate ancora espressioni come alto o basso funzionamento, autismo lieve o grave e severo, tutti termini discriminatori che sottintendono un quadro patologico.

Red vuole farsi soprattutto portavoce di quelle persone che, come lei, si trovano impacciate, riscontrano difficoltà nel compiere gesti che per gli altri sono assolutamente semplici, naturali, banali. Senza capirne la ragione, si sentono “diverse”, credono di essere non appropriate, fuori luogo, sbagliate e invece non lo sono affatto perché è tutto dettato da un particolare funzionamento della loro mente. Lo spettacolo ha la finalità allo stesso tempo di smontare le false credenze sull’autismo e fornire una nuova consapevolezza a ragazze e ragazzi che vengono disabilitati ingiustamente dall’ambiente e dalla società che li circondano.

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Red Fryk Hey riceve l’applauso del pubblico al termine della sua performance. (Foto da @hiphopconnectionarena on Facebook)

Federica Giusto ha scelto il nome d’arte Red perché le è piaciuto associarsi ad un colore, il rosso, che contemporaneamente le infonde energia e le trasmette serenità, che soprattutto la fa sentire meno invisibile in una società che da giovane l’ha marginalizzata per il suo modo di essere. Un isolamento sconfitto proprio grazie alla danza che ora utilizza per esprimersi al meglio e diffondere concetti e principi molto cari ad un blog come Storie all’Overtime.

 

Foto copertina da @hiphopconnectionarena on Facebook

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