Pallavolo, l’ultima oasi azzurra in Europa

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Conegliano tra le donne, Trento tra gli uomini. Saranno queste due squadre italiane a giocarsi le finalissime della Champions League femminile e maschile edizione 2020/2021 in programma a Verona sabato 1 maggio. Un ennesimo grande risultato per la nostra pallavolo, che si conferma ancora una volta ai vertici assoluti europei e mondiali. Un traguardo che certifica l’ottimo lavoro svolto dai club e dalla Federazione, che premia i sacrifici economici sostenuti dagli sponsor in questo complesso periodo storico, gratifica tutti coloro che con amore e passione operano e gravitano attorno a questo meraviglioso sport.

Le “Pantere” di Conegliano accedono all’ultimo atto dopo aver superato in semifinale un’altra forte compagine italiana, Novara, vincitrice della Champions nell’ultima edizione disputata prima dell’emergenza sanitaria, quella 2018/19. Affronteranno le agguerrite turche del VakifBank che in semifinale hanno battuto Busto Arsizio, con le “Farfalle” comunque capaci di vendere cara la pelle, essendo riuscite – prima di perdere nettamente la partita di ritorno in Lombardia –  a centrare un’eccezionale e sorprendente vittoria al tie-break nel match di andata in Turchia. Tre squadre italiane su quattro semifinaliste: basta questo dato a sintetizzare l’egemonia, il livello altissimo del nostro campionato.

Conegliano è una squadra fortissima, composta da giocatrici che rappresentano ruolo per ruolo il gotha del volley europeo. Può disporre di una fuoriclasse come Paola Egonu, delle ricezioni perfette del libero Monica De Gennaro, fare affidamento sulla precisione e la potenza di schiacciatrici come McKenzie Adams e Miriam Sylla, sull’efficacia dei muri e delle veloci di Raphaela Folie, sulle alzate e la visione di gioco della palleggiatrice polacca Joanna Wolosz che ha riassunto così la ricetta delle vittorie di questa squadra in una recente intervista alla CEV: «Abbiamo costruito un ambiente e una squadra straordinaria. Siamo un gruppo di amiche e adoriamo giocare insieme, perciò riusciamo a divertirci in ogni momento, in campo e fuori. Anche la dirigenza, lo staff e i tifosi sono assolutamente perfetti».

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Paola Egonu e Miriam Sylla. (sportmediaset.mediaset.it)

Un amalgama eccezionale che ha consentito alla formazione veneta di aggiudicarsi in questa stagione la Coppa Italia, di terminare al primo posto la regular season, di restare imbattuta in Europa dalla Superfinal di Berlino 2019, di chiudere il girone di Champions League con sei vittorie su sei gare, diciotto set vinti e solo uno concesso alle avversarie. Un ruolino di marcia impressionante. Nella finale di Verona, le ragazze allenate da Daniele Santarelli proveranno a mettere nella bacheca di Conegliano per la prima volta questa Coppa, già conquistata in passato da Ravenna, Matera, Bergamo, Modena, Perugia, Casalmaggiore e Novara.

A suggellare il momento magico dei club italiani femminili di volley anche la vittoria della seconda coppa europea per importanza, la Cev Cup, da parte della Saugella Monza, realtà sempre più affermata, solida ed ambiziosa che è riuscita a sconfiggere nettamente in finale il Galatasaray di Istanbul.

Tra gli uomini, Trento ha superato prima nei quarti di Champions Berlino, poi, in semifinale, in un scontro fratricida ad alta adrenalina, Perugia. Dopo questo cammino europeo esaltante e il raggiungimento in Italia della semifinale playoff contro Civitanova, la squadra allenata da Angelo Lorenzetti andrà a caccia della quarta Champions della sua storia nella finalissima contro i polacchi del Kedzierzyn-Kozle, guidati da una vecchia conoscenza del nostro campionato, Nikola Grbić.

I trentini costituiscono un mix equilibrato di esperienza ed esuberante gioventù, trascinati da giocatori del calibro di Podrascanin, Michieletto, Nimir, Lucarelli. Orchestrati dal talento puro di Simone Giannelli, una risorsa del nostro volley, presente e futuro della Nazionale, un regista estroso tra i più forti in Europa che ha già conquistato i gradi di capitano, nonostante non abbia ancora compiuto 25 anni.

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Simone Giannelli in azione. (trentinovolley.it)

Trento è uno degli squadroni del nostro campionato, definito anche la NBA del volley, ospitando i giocatori più forti del pianeta. Un torneo che l’anno prossimo pare si arricchirà ancora di nuovi campioni e di graditi ritorni, tra cui quelli di Zaytsev, Bruno, Ngapeth.

Per capire ancora meglio e più in profondità la portata dei successi dei nostri club pallavolistici è sufficiente fare una panoramica generale su come le squadre italiane si stiano comportando negli ultimi anni in altri sport. Senza raggiungere risultati molto esaltanti.

Nel calcio, mentre Pavel Nedved e Marco Materazzi si stuzzicano a suon di tweet che rievocano successi passati e perpetuano la mai sopita rivalità tra Juve e Inter, gli anni passano e sono gli altri a vincere in Europa. Come noto in Champions l’ultimo successo italiano è dell’Inter di Mourinho, quella del triplete, anno 2010, undici anni fa. La Coppa Uefa, dal 2009 ribattezzata e riformulata come Europa League, non la vinciamo da una vita: l’ultima squadra nostrana a riuscirci, nel lontanissimo 1999, fu il Parma di Malesani che allo stadio Lužniki di Mosca piegò l’Olympique Marsiglia per 3-0 con gol di Crespo, Vanoli ed Enrico Chiesa. Da allora nessun successo e la solita tiritera trita e ritrita “le italiane snobbano l’Europa League”, un modo semplicistico e spocchioso per spiegare fiaschi e figuracce e non affrontare la dura realtà, consistente nella manifesta superiorità dimostrata dalle altre squadre europee nei nostri confronti.

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Il Parma di Malesani festeggia la vittoria della Coppa Uefa contro l’Olympique Marsiglia. (storiedicalcio.altervista.org)

Il calcio femminile italiano, dopo i Mondiali di Francia 2019, sta fiorendo e conquistando finalmente la popolarità e i riconoscimenti, anche giuridici, che merita. I successi europei sembrano ancora molto lontani, ma la strada intrapresa è quella corretta.

Nel basket stiamo seguendo con trasporto la brillante campagna europea della Olimpia Milano, a cui basta una sola altra vittoria per partecipare ai playoff di Eurolega. Una stagione per il momento ricca di soddisfazioni in un torneo ancora lungo e dalla concorrenza spietata. Vedremo chi si aggiudicherà una coppa che manca nel Bel Paese addirittura dal 2001, quando a salire sul tetto d’Europa fu la Virtus Bologna di Ettore Messina, Ginobili, Abbio e Rigaudeau nella stagione inaugurale dell’Eurolega caratterizzata dall’assenza di alcuni top club europei iscritti alla Suproleague. In seguito nemmeno la Montepaschi Siena, nonostante gli enormi investimenti fatti e con i suoi bilanci alquanto ballerini, è riuscita a conquistare la vittoria – e nemmeno ad andarci così vicina. L’ultima compagine italiana ad assaporare la gioia della vittoria dell’EuroLeague Women, da anni terra di conquista di squadre russe, fu invece la Pool Comense, nel 1995, oltre venticinque anni fa.

Lo spogliatoio della Virtus Bologna 2000/2001, una delle squadre più ricche di talento nella storia della pallacanestro europea. (LaPresse)

Le cose non migliorano se guardiamo alle massime competizioni europee della pallanuoto, dove pure le squadre italiane sono state per tanti anni assolute protagoniste. Negli albi d’oro, tra gli uomini alla Pro Recco – otto vittorie totali – si sono sostituite società croate, ungheresi, greche; tra le donne all’Orizzonte Catania – anch’essa vincitrice di 8 edizioni, l’ultima nel 2008 – soprattutto Kinef Kiriši (Russia) e Sabadell (Spagna).

Potremmo ancora dilungarci, ma non vogliamo annoiare i lettori. I nostri club, e anche le Nazionali, sono in grande difficoltà. Una crisi che rispecchia il difficile andamento economico del nostro Paese ma che è determinata anche da altri fattori non meno decisivi e determinanti: ostacoli burocratici, finanziari e fiscali agli investimenti nello sport; una pratica sportiva di base ancora troppo poca diffusa; l’obsolescenza degli impianti sportivi di proprietà non delle società ma dei Comuni che hanno scarso interesse a riqualificarli e renderli maggiormente funzionali; poca cura dei vivai e scarsa attenzione agli aspetti ludici delle attività; rara o addirittura assente valorizzazione dei talenti. Più in generale sono evidenti una scarsa propensione a rinnovarsi, ad affrontare senza timore e con metodi innovativi le nuove sfide, la tendenza a continuare a cullarsi sugli allori e i successi del passato, a rimanere ancorati alla propria comfort zone. E il dibattito su questi temi non può di certo fermarsi alla accesa e sterile discussione di questi giorni sui benefici o gli svantaggi della costruzione del gioco del calcio dal basso.

In questo panorama non idilliaco, assieme al baseball e al softball che nel 2019 hanno visto trionfare rispettivamente Bologna e Bollate in Europa, la pallavolo rappresenta ancora un’isola felice, un’eccezione di valore, un sistema che funziona e regala vittorie, gioie e prestigio all’Italia. Con la speranza che non vengano sottovalutati o ignorati alcuni campanelli d’allarme, che si trovino pronte risposte alle problematiche che si affacciano. Ci auguriamo ad esempio che si escogiti una soluzione che consenta di salvaguardare a Bergamo il titolo sportivo, mantenendo viva la grande tradizione pallavolistica femminile di questa città, dopo l’annuncio dell’addio del gruppo Foppapedretti al Volley Bergamo a far calare il sipario su un meraviglioso connubio sportivo che ha regalato ben trenta trofei in Italia e in Europa. La mitica Nobiltà Rossoblù ha ancora voglia di cantare «Quando saremo nella Nobiltà come una bomba il tifo esploderà…Bergamo è qui, Bergamo è là, Bergamo è forte e vincerà!».

 

Foto copertina – Le ragazze dell’Imoco Volley Conegliano festeggiano la vittoria della loro terza Supercoppa. (imocovolley.it)

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