«Arrivare in cima è niente se non c’è qualcuno accanto con cui festeggiare, a cui confessare, nel silenzio della sera, le proprie paure e le proprie ambizioni».
Lettura consigliata degustando “Dissonante” (Cantina Enò-Trio)
Oggi parleremo di pallavolo, adolescenti e anni Novanta. Chi vi scrive in quegli anni era un pischelletto con le orecchie a sventola e l’apparecchio ai denti. Educazione fisica in rigorosa tenuta Robe di Kappa acetato color blu elettrico. Una gran voglia di bicicletta, sport e aria fresca. E quella sana voglia di ribellione.
Un piccolo Bastian Contrario. È ancora incerto il perché si usi questo termine. Secondo molti deriva dal Conte di San Sebastiano che nella battaglia dell’Assietta (1747) fu il solo, con l’aiuto di pochi fedelissimi, a disobbedire all’ordine di ripiegare sulla seconda linea – per la cronaca, la storia dice che la scelta determinò l’esito favorevole di tutta la battaglia contro l’esercito franco-ispanico.
Bastian Contrario in un certo senso sono anche i protagonisti del libro “L’opposto” dell’autore Mauro Scarpa. Dna salentino e studi in pedagogia i suoi. Grandissima l’esperienza con i giovani, grazie agli insegnamenti di filosofia e storia. Tantissime le pubblicazioni per l’infanzia e per l’adolescenza, con particolare attenzione ai temi del maltrattamento. Ma sempre con un approccio delicato e poetico. Rispettoso delle sensibilità e delle differenze.
Francesco Rollo e Antonio De Vitis sono due ragazzi della Generazione X, quella dei primissimi anni Novanta, appunto. Niente telefoni cellulari né connessioni a internet. I professori che non accettano interrogazioni programmate. Gli anni di Falcone e Borsellino, di Mani Pulite, della Guerra nel Golfo e nei Balcani. Della Germania post muro di Berlino e delle schede nelle cabine telefoniche. Dello sport all’oratorio dopo il catechismo. Di Mimì Ayuhara e delle scarpe Asics – Anima Sana In Corpore Sano. Di Julio Velasco e della sua “Generazione di fenomeni”. Il gruppo di giocatori di pallavolo più forte dello sport italiano, in grado collezionare tra il 1989 e il 2000 una serie di successi senza precedenti – che emozione ripensare alla voce di Jacopo Volpi in quell’Italia-Cuba del 1990 che ci regalò un mondiale indimenticabile!
Francesco ha litigato con tutti i professori, a parte quello di francese che da tre anni continua a chiamarlo Giuseppe. Ce l’ha a morte con il suo professore di dattilografia. Sono due anni che gli rifila un sei stiracchiato rovinandogli la media. A dire il vero sono più i giorni in cui fa buca di quelli in cui è in aula. Quando buca gli piace andare in centro, il luogo più in vista. Per farsi vedere, per sfidare il sistema. Gli piace sfogliare dal fondo La Gazzetta dello Sport del bar Dolomiti, per vedere se ci siano notizie sul suo sport preferito.
Frequenta l’Istituto tecnico commerciale perché ci va Antonio, suo fedele amico. Un rapporto vero e genuino quello dei due adolescenti che ci accompagna in tutte le 124 pagine del libro (la copertina e le illustrazioni sono di Riccardo Gola). Condividono birre e chiacchierate davanti alla statua di Dante nel parco del paese. Sono quanto di più diverso ci possa essere al mondo. Antonio è fidanzato con Marzia ma non riesce a frequentare una sola ragazza per volta. Elena, Sofia, Marzia, la cugina di Marzia, Antonella, Maria, quella poco pia. Le ama tutte e ne è convinto, forse le ama davvero. Francesco invece è timido, introverso e con le ragazze non ci sa proprio fare. Anzi.
Quando la campanella suona, Francesco e Antonio corrono in palestra con il borsone a tracolla. Giocano a pallavolo e sono anche bravi. Francesco schiaccia forte. Più forte di tutti. La palla la mette sempre a terra. Francesco gioca opposto. Ha la licenza di tirare forte ogni palla, perché l’opposto è il giocatore che ha più diritto di sbagliare. Francesco si ispira ad Andrea Zorzi. Ed è proprio lo “Zorro Nazionale” a firmare la prefazione del libro edito da Read Red Road. Bellissimo il passo in cui scrive: “La prospezione sta nel vedere me stesso con occhi che non sono miei, ma sono quelli di Francesco. Io, senza saperlo, ho effetti sulla sua vita quotidiana. La popolarità è asimettrica: in tanti conoscono te e tu ne conosci pochi. Alcuni aspetti di quelle mie schiacciate non potevo vederli, non potevo controllarli”.
Chi sta perdendo il controllo è Francesco. Vuole sbagliare tutto perché la vita ordinaria lo sta uccidendo. Non vuole diventare come gli altri ragazzi del paese che aspettano il bando del Comune per diventare vigile urbano.
Francesco scrive a Supervolley. La sua lettera è lo sfogo di tanti adolescenti, è un modo per liberare la gioia, per parlare dei suoi sogni. Non se lo può nemmeno immaginare quando la scrive, ma la lettera finisce nella rubrica della posta. La lettera fa il giro d’Italia. Una valanga di lettere per Francesco. La redazione di Supervolley lo invita a mettersi in contatto con i lettori che hanno espresso il desiderio di conoscerlo meglio. Il suo sfogo personale ha colpito centinaia di ragazzi in tutta Italia. A Francesco mandano parole, lettere e confidenze. Anche autografi, tra cui anche quello del “suo” Zorro.
Francesco inizia a urlare, a tirarsi pugni in testa. Parla da solo, riempie i polmoni di paure. Ha timore di non farcela, di aver sbagliato mondo, famiglia, futuro. Gli manca l’aria. Cominciano gli attacchi di panico. Del resto il nonno è morto in manicomio. Si chiude in bagno con una di quelle lamette che il padre usa per radersi. Non vuole farla finita, ma vuole solo provare. Capire fino a che punto potrebbe arrivare. Francesco pensa di essere sbagliato, di essere malato.
Tutti si baciano e lui no.
Solo quando siede sulla panchina con Antonio, la paura si allontana. A scuola è il solito disastro. A scuola non ci va proprio. Non va più nemmeno in palestra. La sua è una protesta silenziosa contro la famiglia e la dirigenza che non lo manda alle selezioni regionali.
Poi incontra Valerio, il miglior produttore di marijuana della zona. Diciotto anni e amante di una donna sposata. Le sue canne vanno dritte alla testa. Le sue parole vanno dritte al cuore. Francesco capisce che deve cambiare, cambiare tutto. Il rapporto con gli insegnanti migliora. Ma quello che non passa è la sensazione di essere sempre fuori posto, con un cervello che gira a mille e poche persone a cui raccontare il proprio disagio. Non gli è rimasto nulla se non l’erba a farlo ridere.
Finisce la stagione sportiva. La Vis vuole comprare Francesco e Antonio ma non vuole sborsare denaro per il loro cartellino. I soldi li tirano fuori i due adolescenti, vogliono essere indipendenti. Francesco i soldi li trova tramite Valerio. Anche se si è sporcato, per lui comincia una storia nuova.
Alla Vis hanno tutti le Mizuno, non le Asics consumate. Francesco batte subito al salto, forte. Ma il secondo opposto ha lo stesso cognome dello sponsor. Nella vita ci sono le cose facili per gli altri, e le cose impossibili, per lui. Francesco fa la muffa in panchina, anche se tutti sanno che è il più bravo della squadra.
Con i professori continua a non andare bene e decide di cambiare scuola. Dal commerciale allo scientifico. Finalmente un’aula magna per le assemblee di istituto. È il primo giorno e c’è sciopero. Francesco resta immobile e imbambolato. 22 minuti e 40 secondi. Fissa un gigante di due metri e passa (2.05) che non aspetta risposta e prende Francesco per mano. Giocano entrambi con il numero 12. Uno a pallavolo. L’altro a pallacanestro.
È 13 aprile 1991. Si gioca la fase regionale pugliese. L’opposto titolare – il figlio dello sponsor – nel frattempo si è fratturato la caviglia. Francesco arriva in ritardo per la prima volta all’appuntamento con la squadra. Negli occhi ha una luce diversa. È finalmente sereno. Francesco guarda il suo amico di sempre, si vuole confidare. Ma Antonio non ha bisogno di sentirselo dire. Antonio già sa. Antonio ha già capito tutto da anni. Non c’è bisogno di raccontare del bacio a Giulio, il giocatore di basket.
Francesco ha paura delle sue sensazioni, ha paura di doversi vergognare.
Comincia a giocare non solo per la squadra, ma per sé stesso. Affronta non solo l’alzatore tarantino, ma le rigide regole del pudore condiviso. Al suo fianco c’è sempre Antonio. È il classico ‘aiutante’ del protagonista delle fiabe. È sempre pronto a difenderlo, anche contro le battute e le cattiverie dette nello spogliatoio.
Francesco va alle finali nazionali nelle Marche. Contro si trova gli avversari di Messaggero Ravenna, Charro Padova, Modena, Cuneo, Sisley Treviso e Falconara. Lo seguono tifosi e i lettori di Supervolley. Tutti fanno il tifo per Francesco e per la sua lettera a Supervolley, anche la prof di matematica – alla fine non è così cattiva. C’è anche Sara, compagna di penna. Chi non lo segue è Valerio, che finisce in una struttura in Piemonte, gonfio e senza denti.
Francesco deve scegliere se provare vergogna o essere felice.
Forse fa parte del diventare adulti sentire di poter scegliere.
Di potersi scegliere.
L’OPPOSTO
di Mauro Scarpa
READ RED ROAD – 124 pagine
Euro 15,00
La citazione da ricordare
«“Un mio giocatore schiacciò una palla fuori e subito si lamentò dell’alzata, a suo dire, imprecisa. L’alzatore gli diede ragione, giustificandosi per aver dovuto rincorrere la palla a causa della pessima ricezione di un altro compagno. Il compagno che aveva ricevuto disse che, effettivamente, c’era un faro che gli aveva impedito di vedere la traiettoria della palla in modo chiaro. La colpa, per il punto perso, era dell’elettricista che aveva piazzato il faro in una posizione sbagliata”. Ci sono due tipi di schiacciatori: quelli che si lamentano per l’alzata e quelli che l’aggiustano».