La serata che Mislav Oršić racconterà ai suoi nipoti

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Fin da ragazzo è stato un tifoso della Dinamo Zagabria e allo stadio andava a vedere e contemplare Luka Modrić, il suo idolo assoluto. E’ stato una giovane promessa del calcio croato, un forte centrocampista con il vizio del gol che però ha tardato a raggiungere la piena maturazione. Ha girato il mondo, ma proprio tutto il mondo, andando a giocare in Cina e Corea del Sud, dove ha anche vinto una coppa nazionale con lo Ulsan Hyundai, la squadra nata su iniziativa della nota casa automobilistica coreana.

Ha avuto nel 2013/14 anche un’esperienza italiana, molto poco esaltante e gratificante a dire la verità, nello Spezia, in Serie B, con i due mister di quella stagione, Giovanni Stroppa e Devis Mangia, a fargli collezionare panchine e tribune in serie, concedendogli appena 11 presenze e 266 minuti giocati, giustificando la scelta con la scarsa esperienza e la giovane età. Ha fatto tutta la trafila delle rappresentative giovanili del suo Paese, dall’Under 18 fino all’Under 21 ma la prima partita con la Nazionale maggiore è arrivata tardi, a 26 anni suonati, dopo il Mondiale di Russia che ha potuto solo vedere in TV.

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Mislav Orsic in Cina con la maglia del Changchun Yatai. (Foto di Вячеслав Евдокимов da fc-zenit.ru, CC BY-SA 3.0)

Nel 2019, ritornato alla “sua” Dinamo, si è guadagnato una prima significativa ribalta internazionale, segnando tre reti, all’esordio assoluto in Champions League, nel reboante 4-0 contro l’Atalanta di Gasperini nel girone di qualificazione, ma subito dopo le luci della ribalta si sono nuovamente spente, l’attenzione del grande pubblico svanita. Ha continuato a fare molto bene il suo mestiere in mezzo al campo e da ala sinistra, regalandosi la soddisfazione di dispensare assist e realizzare con la Dinamo 53 gol in 122 partite ufficiali, grazie agli inserimenti e alle spiccate qualità tecniche e offensive, ma sui più prestigiosi quotidiani europei il suo nome non è comparso molto frequentemente. È uno dei giocatori più desiderati al mondo, ma non nelle sessioni di calciomercato, non nella realtà ma alla playstation, essendo la sua carta Fut tra le più ricercate su Fifa, complice una valutazione altissima – un po’ come Maxim Tsigalko, la stella di Championship Manager di cui abbiamo già avuto modo di parlare.

Poi, esattamente un anno fa, a ripagarlo di tanti sacrifici, a dare un senso ancora più compiuto ed appagante alla sua carriera, a chiudere il cerchio, è arrivata la magica serata del 18 marzo 2021. Una serata che non dimenticherà mai e racconterà ai nipotini, perché negli ottavi di Europa League riuscì a segnare un’incredibile tripletta grazie alla quale la Dinamo Zagabria sconfisse 3-0 il favoritissimo Tottenham di mister Mourinho, ribaltando contro ogni pronostico lo 0-2 subito nell’andata di Londra, regalando ai croati un’insperata, storica, sorprendente qualificazione ai Quarti.

Storia, in breve, di Mislav Oršić, il protagonista che non ti aspetti e che si prende meritatamente scena, ribalta e applausi grazie a sua prestazione monstre. I suoi tre gol annichilirono gli Spurs, apparsi svogliati, troppo sicuri di sé stessi e di amministrare il vantaggio dell’andata, forse eccessivamente sollevati e rinfrancati dall’affrontare una trasferta al Maksimir senza pubblico, senza i Bad Blue Boys ad incitare la Dinamo. Certamente ignari di dover fare i conti con un avversario in stato di grazia, in piena trance agonistica.

Una di quelle partite in cui ti riesce tutto facile, in cui trasformi in oro ogni pallone toccato, in cui ti senti un moderno Re Mida, anche se non hai avuto nessun dono da Dioniso. Tutti e tre belli i gol realizzati da Mislav: il primo addirittura spettacolare, una giocata “alla Del Piero”, con il destro a giro fatto partire dal vertice dell’area, dopo due tocchi a disorientare il difensore della squadra inglese. Con il secondo Oršić fu in grado di finalizzare una bella azione corale della squadra. Il terzo, sensazionale, resterà nella memoria dei suoi tifosi e degli appassionati di calcio: una cavalcata straripante al 106esimo minuto di gioco, partita da centrocampo e conclusa, dopo aver eluso l’opposizione un po’ blanda e timida di metà squadra avversaria, con un forte e preciso tiro all’angolino, alla destra del portiere.

La reazione, a quel punto furiosa, del Tottenham si rivelò tardiva e improduttiva, con la squadra croata a difendere con le unghie e con i denti la propria porta, con tutte le residue forze e un pizzico di buona sorte che non guasta mai.

Una sconfitta sonora e amara per gli Spurs, che contribuì a rendere più precaria e traballante la panchina di Josè Mourinho che, con un gesto di grande eleganza e sportività, dopo il triplice fischio finale sì recò negli spogliatoi della squadra avversaria a complimentarsi per l’impresa senza lesinare critiche ai suoi calciatori: “spero si sentano come mi sento io, sono molto più che triste e deluso perché la squadra non ha dato l’idea di stare disputando un match importante. Ma per me e i tifosi lo era. E’ mancata la giusta attitudine, che non è solo la base del calcio ma quella della vita: bisogna avere rispetto del proprio lavoro e dare sempre tutto, e questa volta non è andata così”.

Senza dubbio diede tutto in campo Oršić: non sappiamo ancora se il calciatore croato sarà capace di consacrarsi definitivamente a livello internazionale e se a 29 anni avrà nuove opportunità di carriera in top club europei. Rimarrà di certo comunque viva e intensa la magia di quella serata e delle sue prodezze.

 

Foto copertina da PIXSELL, on YouTube, licenza Creative Commons

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