Operazione Nostalgia, la festa che perpetua la magia della Serie A

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operazione nostalgia

La Serie A. Un torneo dalla lunga e consolidata tradizione, dalle profonde radici popolari. Motivo di discussioni anche accese nei bar in ogni angolo del nostro Paese. Uno degli argomenti preferiti per rompere il ghiaccio e l’imbarazzo nelle conversazioni tra sconosciuti; un modo per sviare l’attenzione da altri pensieri meno leggeri o per riempire i vuoti di comunicazione che si insinuano inesorabili nei rapporti di coppia come canta Francesca Michielin nella sua “Io non abito al mare” con l’emblematica frase “forse è meglio se parliamo di università o della Serie A”.

Un campionato che ha conosciuto il suo massimo splendore negli anni ‘80 e ’90 impreziosito dalla presenza dei top player internazionali e di giocatori come Zico, Casagrande, Dirceu che pur di far parte di quel magico mondo si accasavano in squadre di media classifica come Udinese, Ascoli, Avellino. Una competizione assai competitiva in cui nulla era scontato prima di un match, potendo benissimo le big prendere sonore paghe nei caldi stadi di provincia strabordanti di tifo e passione.

Un torneo che sta purtroppo conoscendo una lunga indiscutibile fase di declino qualitativo, schiacciato dalla concorrenza della Premier inglese, della Liga Spagnola e in questa estate anche della Saudi Pro League araba, nonostante qualche timido tentativo di risveglio appalesato dalle tre squadre italiane giunte in finale delle rispettive coppe europee disputate nell’ultima stagione.

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La locandina del raduno di Operazione Nostalgia a Ferrara.

La Serie A è soprattutto sentimento, una passione che nonostante tutto resta viva, accesa nei cuori di tantissimi appassionati. Come dimostrano le circa 14.000 persone che hanno partecipato sabato 24 giugno al raduno organizzato a Ferrara da Operazione Nostalgia, realtà fondata da Andrea Bini che ha come obiettivo quello di far emergere il bagaglio valoriale legato al mondo del calcio e che nata in versione digital ora è attiva anche nell’organizzazione di importanti eventi live dedicati alle storie e ai grandi campioni che hanno reso celebre nel mondo il campionato di serie A.

Lo stadio Paolo Mazza, il Fans Village appositamente allestito per l’appuntamento, tutto il centro storico della città estense sono stati letteralmente e gioiosamente presi d’assalto da giovani e soprattutto meno giovani che con orgoglio indossavano e sfoggiavano le maglie – talvolta originali talvolta “tarocche” – dei loro giocatori preferiti. Una grande festa, un tripudio di cori e colori, anche un’occasione per qualcuno di festeggiare in maniera piuttosto originale il proprio addio al celibato.

Accanto alle maglie gettonatissime di calciatori celebri come Del Piero e Roberto Baggio, se ne vedevano altre catalogabili come chicche, gemme rare, recanti i nomi di giocatori di cui si sono perse presto le tracce, magari transitati nel nostro campionato come meteore per una sola stagione ma pur sempre parte della storia leggendaria della Serie A.

Sul campo, con fischio di inizio alle ore 20, tra l’entusiasmo generale e in diretta televisiva su Sportitalia, si sono affrontate due formazioni ricche di talenti, per un totale di 36 ex calciatori del massimo campionato italiano che vantano complessivamente un curriculum da oltre 7.000 presenze e più di 800 reti segnate.

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Il numeroso pubblico accorso allo stadio Paolo Mazza di Ferrara. (Foto di Angelo Spagnuolo)

Il risultato e la prestazione dei singoli non erano ovviamente la cosa più importante della serata ma così, per curiosità, segnaliamo l’immutata freddezza dal dischetto di Diego Milito, eroe dell’Inter del Triplete, la consueta precisione nei calci piazzati di Del Piero, il tocco smarcante di David Pizarro regista di difesa che regalò ordine e geometrie per molti anni a Roma e Fiorentina, le folate sulla fascia dell’ex juventino De Ceglie avvantaggiato anche dall’essere più giovane di molti altri, lo stato di forma ancora invidiabile del greco Giōrgos Karagkounīs apparso decisamente il migliore sul rettangolo di gioco. E poi ancora i dribbling e i tocchi magici di Totò Di Natale, un calciatore che probabilmente avrebbe potuto ambire a palcoscenici ancora più prestigiosi e vincenti ma che la gente continua ad amare ancora oggi per la scelta di essere rimasto fino a fine carriera sposo fedele della sua amata Udinese.

Tra i più osannati e acclamati Del Piero e Totti, accolti al loro ingresso in campo dalla standing ovation del pubblico non più diviso in fazioni, tra juventini e anti juventini, romanisti e laziali, ma accomunato dal desiderio di esternare un sentito grazie a due sportivi che hanno riempito di bellezza le nostre domeniche pallonare trascorse allo stadio o davanti alla TV, contribuendo – a proposito di nostalgia – a far laureare Campione del Mondo la Nazionale Italiana nel 2006 in Germania.

Dagli spalti, quasi per magia, durante le fasi e le azioni di gioco partivano a ripetizione e totalmente spontanei incitamenti e cori dedicati ai protagonisti in campo. Tra i più gettonati quello intonato ogni volta che toccava la palla l’ex attaccante uruguaiano del Lecce Ernesto Chevantón: “din don – din don – din don din don din don intervengo qui da Lecce ha segnato Chevanton…”.

 

Foto copertina – Il pubblico in attesa dell’ingresso in campo degli ex calciatori della Serie A. (Foto di Angelo Spagnuolo)

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