Il “dietro le quinte” di Londra 1908

Rematore, corridore di lunga distanza, giocatore di cricket, schermitore, cavaliere e alpinista. William Grenfell, classe 1855, elevato a titolo nobiliare di Barone Desborough di Taplow nel 1905, è un uomo, geniale, popolare, molto attivo e dalla molteplicità di interessi, considerato un generoso mecenate e un eccezionale benefattore.

Nel 1906 è ad Atene per i Giochi nella doppia veste di politico e atleta e torna vincitore su entrambi i fronti. Ottiene la medaglia d’argento nella scherma e, in qualità di rappresentante ufficiale del governo britannico, visto il ritiro dell’Italia causato dall’eruzione del Vesuvio dell’aprile dello stesso anno, raccoglie la sfida di organizzare a Londra la successiva edizione delle Olimpiadi.

W. H. Grenfell. (Foto di autore sconosciuto, variante dell’immagine contenuta in “Men, Women And Things, Memories of The Duke of Portland” di William John Arthur Charles James Cavendish-Bentinck Portland, Duke of London: Faber & Faber, 1937, in pubblico dominio)

Erano solo due anni di preavviso, ma il fato giocava dalla sua parte.

Nel 1904 infatti Gran Bretagna e Francia avevano sottoscritto l’Intesa Cordiale, trattato di amicizia relativo a questioni di controllo coloniale e le Camere di Commercio dei due Paesi, al fine di celebrarla, decidono di organizzare l’Esposizione franco-britannica delle Scienze, delle Arti e dell’Industria che si tiene a Londra tra maggio e ottobre sempre del 1908. Imre Kiralfy, imprenditore eccezionalmente creativo, consigliere permanente del governo britannico per le mostre straniere, nonché membro della Camera di commercio di Londra, progetta l’area espositiva a Shepherd’s Bush su un terreno agricolo di 140 acri.

Qui costruisce la Grande Città Bianca (così chiamata per il rivestimento in marmo utilizzato nei padiglioni espositivi). Ed è sempre qui che, quando Londra assume il ruolo di ospitare le Olimpiadi, Lord Desborough ottiene di veder costruito lo stadio, secondo le specifiche del British Olympic Council [BOC], di cui è Presidente, ma a spese della società franco-britannica Exhibition Company, in cambio di una parte del ricavato dei biglietti.

Una svolta vitale che rende effettivamente praticabili i Giochi di Londra.

Lo stadio viene completato in soli dieci mesi e comprende piste ciclabili e da corsa, una piscina all’aperto, strutture per l’atletica leggera, un campo per calcio, rugby, hockey e lacrosse. Le tribune vengono progettate per ospitare 66.000 spettatori, ma in realtà lo stadio ne poteva contenere fino a 130.000 in piedi sulle gradinate.

È la prima volta che uno stadio viene preparato appositamente per i Giochi e che il nuoto non si svolge in acque libere. Ma i primati di queste Olimpiadi non sono finiti. Sono le più lunghe di sempre e comprendono anche i Giochi Invernali: le date ufficiali sono infatti il 27 aprile e il 31 ottobre 1908.  Coinvolgono oltre 2.000 concorrenti provenienti da l numero record di 22 nazioni (più di tre volte il numero di coloro che avevano gareggiato a St. Louis).

Sono i primi Giochi in cui vengono assegnate medaglie d’oro, d’argento e di bronzo (in precedenza alcuni vincitori avevano ricevuto solo un diploma), le prime in cui tutti i partecipanti devono competere come membri di una squadra nazionale, anziché individualmente, e in cui viene introdotta la sfilata delle squadre dietro le bandiere nazionali. E ancora le prime in cui possono competere anche le donne, e ciò nonostante l’opposizione di Pierre de Coubertin. E’ in questa edizione che vengono istituiti turni di qualificazione e un limite al numero di concorrenti che ogni nazione può schierare ed è da queste Olimpiadi che la lunghezza della maratona viene portata a 42,195 chilometri, in modo che la partenza potesse avvenire dal Castello di Windsor, East Terrace, e l’arrivo allo stadio di White City.

 

Foto copertina – La delegazione inglese apre i giochi di Londra 1908. (Foto di autore sconosciuto, in pubblico dominio)

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