Il volo libero di Gianluca Pagliuca

È stato uno dei grandi protagonisti del calcio italiano degli anni ’80, ’90 e 2000. Con le sue parate decisive ha contribuito a far vincere alle squadre in cui ha militato titoli nazionali ed europei. Con la maglia dell’Italia ha partecipato a ben tre fasi finali dei Campionati del Mondo, giocando da titolare le edizioni di USA ’94 e Francia ‘98. Longevità e costanza ad altissimi livelli hanno contraddistinto la sua carriera come dimostrano le 592 presenze collezionate in serie A tra Sampdoria, Inter, Bologna e Ascoli.

Quinto giocatore in assoluto con più partite giocate nella storia del massimo campionato italiano, a distanza di 15 anni dalla decisione di appendere definitivamente scarpette e guanti al chiodo, Gianluca Pagliuca ha voluto ripercorrere la sua vicenda sportiva e umana nella biografia “Volare libero” (2022, Minerva) con Federico Calabrese, giornalista che nella sua attività professionale si è sempre prefissato l’obiettivo di evidenziare il lato romantico del calcio.

pagliuca libro

La copertina del libro. (Foto Overtime)

Nell’opera Pagliuca, oltre a raccontare stagioni ed episodi calcistici, mette anche a nudo i suoi sentimenti con schiettezza, senza reticenze. Fin da bambino ha cullato il sogno di diventare un calcatore professionista, un grande calciatore. Un obiettivo che ha realizzato passo dopo passo, con determinazione e sacrificio, consapevole che quelle sue attitudini fisiche e tecniche fuori dalla norma gli avrebbero consentito di sfondare nel mondo del pallone. Costantemente incoraggiato a intraprendere quella strada dalla madre Maria Rosa con la quale ha sempre avuto un legame simbiotico, profondo e viscerale, mentre meno idilliaci sono stati in gioventù i rapporti con il padre Pier Luigi, che non intravedeva per il figlio un ipotetico futuro da giocatore e con il quale Gianluca si è ritrovato e riappacificato pienamente solo negli ultimi tempi dopo anni di reciproca lontananza.

Mentre giocava nelle giovanili del Bologna e inanellava qualche presenza come terzo portiere in prima squadra, senza però avvertire la totale fiducia dell’ambiente e della società che voleva girarlo all’Ospitaletto in serie C per fargli fare esperienza, arrivò la svolta decisiva per la sua carriera: la chiamata della Sampdoria, che lo ottenne in prestito per giocare il torneo giovanile di Viareggio. Pagliuca sfruttò al meglio quell’occasione, sfoderando interventi prodigiosi, mettendo in piena luce la sua sicurezza e le sue doti, tanto da convincere la società blucerchiata del patron Paolo Mantovani ad acquistarlo a titolo definitivo dal Bologna.

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Pagliuca, ancora oggi molto apprezzato dai tifosi, mentre firma autografi. (Foto Overtime)

Ancora giovane conquistò il posto da titolare, iniziando la cavalcata che lo porterà a vincere con i compagni una Coppa delle Coppe, tre Coppe Italia e lo storico scudetto 1990/91. Se le vicende calcistiche di quell’annata sono ben note, con le vittorie decisive a Napoli e a San Siro contro Milan e Inter, nelle pagine del libro emergono anche episodi di spogliatoio inediti, i vivaci scambi di opinioni tra lo stesso Pagliuca e Pietro Vierchowod, i silenzi del capitano Luca Pellegrini, il carisma di Vialli e Mancini, il quadro generale di una squadra compatta e unita in campo sebbene composta da giocatori con personalità forti e talvolta confliggenti. Il tutto perfettamente orchestrato e gestito da Vujadin Boškov, bravo tecnico e grande motivatore, che con il suo italiano mai del tutto perfetto dispensava proverbiali battute e perle di saggezza mentre continuava a chiamare il suo estremo difensore “Pagliuchi”.

Un maestro di vita, un secondo padre, al pari di Gigi Simoni, un altro allenatore per cui il portiere di Ceretolo ha nutrito stima, affetto sincero, incondizionata ammirazione. Un grande professionista, una persona seria e genuina, che si faceva amare e rispettare, che condusse un’Inter composta da diversi buoni non eccelsi giocatori e da un fuoriclasse del calibro di Ronaldo il Fenomeno a vincere una Coppa Uefa e a sfiorare quello scudetto che Pagliuca afferma “ci rubarono ingiustamente” riferendosi ovviamente alla Juventus guidata da Marcello Lippi in una stagione di campionato, quella 1997/98, contraddistinta da gravi errori arbitrali e feroci polemiche mai del tutto sopite.

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La presentazione del libro a Macerata, sabato 8 ottobre 2022. (Foto Overtime)

A Milano, sponda neroazzurra, Pagliuca conobbe gioie e dolori, probabilmente riuscendo a conquistare meno di quanto si sarebbe aspettato. Diede tutto per quella maglia, nonostante all’inizio non fu semplicissimo, provenendo da Genova, adattarsi a una realtà e a una città come Milano, più grande e vivace, in cui non mancavano divertimenti e distrazioni, teatro ideale delle magnificenti feste organizzate dal suo compagno di squadra Nicola Berti alle quali partecipavano anche divi di Hollywood durante le loro trasferte italiane. Il rapporto con l’Inter si chiuse con l’avvento sulla Panchina di Marcello Lippi, che gli preferì Peruzzi, a ulteriore dimostrazione di un’empatia mai nata tra i due.

Una delusione cocente, cui seguì un capitolo importante della vita sportiva di Pagliuca, la lunga esperienza al Bologna, al quale decise di tornare per una scelta dettata dal cuore, per difendere i pali della porta della squadra della sua città, sebbene fosse pienamente consapevole che in tal modo avrebbe rinunciato a lottare per vincere un campionato o una Champions League. Ciò non significò per Gianluca un ridimensionamento di obiettivi e carriera, perché forte era lo stimolo di ben figurare a casa sua. Le annate bolognesi furono altalenanti, tra soddisfazioni e amarezze, entusiasmi e contestazioni della tifoseria, fino alla retrocessione in serie B avvenuta nel 2005, dopo una stagione molto sfortunata, segnata dalla decisiva assenza in panchina nell’ultima parte di campionato di mister Mazzone a causa di un serio problema di salute. Un allenatore Carletto, al di là dei risultati, rimasto nel cuore di Pagliuca che l’ha sempre considerato una persona speciale, un generoso padre di famiglia, un condottiero carismatico.

L’autore del libro, il giornalista Federico Calabrese. (Foto Overtime)

Non solo vittorie e parate miracolose. Nel libro sono rievocati anche i momenti difficili – come quello successivo alla mancata convocazione per Euro 1996 da parte di Arrigo Sacchi – e le finali perse: quella di Coppa dei Campioni con la Samp contro il Barcellona a Wembley decisa da una punizione di Ronald Koeman durante i tempi supplementari; quella di Coppa Uefa con l’Inter in gara di andata e ritorno contro lo Schalke 04: soprattutto quella mondiale di Pasadena a Usa ‘94, ai rigori contro il Brasile di Aldair, Dunga, Bebeto e Romario.

Nonostante gli inciampi, le amarezze, tra le pagine del libro emerge con forza tutto l’orgoglio di Pagliuca per aver realizzato quel sogno inseguito fin da bambino. Per essere stato protagonista di una carriera che gli ha consentito di volare libero.

GIANLUCA PAGLIUCA. VOLARE LIBERO

con Federico Calabrese

Minerva – 254 pagine

Euro 20,00

 

Foto copertina – Gianluca Pagliuca all’edizione 2022 di Overtime Festival. (Foto Overtime)

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