Quando la città di Sochi ha deciso di partecipare alle selezioni per ospitare i Giochi olimpici e paralimpici invernali la Russia non aveva concrete possibilità di realizzare un piano tanto impegnativo dal punto di vista economico.
Ma le condizioni climatiche, l’ambiente naturale tipico della zona subtropicale e la vicinanza di un clima costiero a una stazione sciistica in alta montagna rappresentavano qualità che avrebbero consentito alla candidata di collocare le strutture per ospitare sportivi e turisti in un comprensorio unico.
Elemento questo di enorme novità per i Giochi olimpici invernali.
Sebbene fosse chiaro a tutti che le spese sarebbero state enormi e che l’eventuale ritorno sarebbe stato solo a molto lungo termine, il successo dei Giochi e l’immagine della città e del Paese, in casa e all’estero, dipendevano dall’efficienza dell’organizzazione.
E così si inizia subito a predisporre un impianto normativo destinato ad avviare la macchina organizzativa dell’evento. Dal 2006 rapidamente si succedono gli interventi legislativi necessari per l’attuazione del Programma federale di obiettivo.
La visione era chiara: estendere l’eredità dei Giochi oltre i Giochi stessi.
Viene istituita la GK Olympstroy, ente statale per la progettazione, la costruzione e la ricostruzione delle strutture olimpiche di Sochi, il cui fine sarà di occuparsi delle infrastrutture costiere, montane e di quelle cittadine, nonché dell’abbattimento delle barriere architettoniche per i Giochi paralimpici.
E così, fin dall’inizio, le strutture vengono progettate in modo da poter soddisfare i requisiti richiesti per eventi di quest’ultimo genere, circostanza che consentirà a tutte le gare dei Giochi oaralimpici invernali di svolgersi nelle stesse strutture che avevano ospitato i Giochi olimpici.
Anche per questo, oltre ovviamente che per il fatto che i cluster costiero e montano si trovavano a meno di cinquanta km di distanza, contenevano ben dodici siti sportivi tra allenamento e competizioni e le nuove reti di trasporto – stradale e ferroviaria – garantivano una rapida percorrenza delle distanze da un cluster all’altro, i Giochi di Sochi sono stati considerati i più compatti di sempre.
La città diventa più accessibile. Lo diventano le infrastrutture di trasporto. Aumentano le opportunità di coinvolgimento delle persone diversamente abili in tutti i processi sociali.
Del resto è proprio questo lo scopo del “Programma per creare un ambiente accessibile e senza barriere in occasione dei Giochi olimpici e paralimipici invernali 2014”.
Considerato parte del programma olimpico rappresenta un quadro inclusivo di norme del diritto internazionale e interne russe sulla regolamentazione degli ambienti accessibili a tutti, emanato tenendo conto dei requisiti previsti dal CIP come standard di accessibilità, divenuti poi modello per le industrie dello sport, per i settori dell’ospitalità e per le istituzioni educative.
Vengono sviluppate una serie di regole sull’ “Accesso agli edifici e i servizi per le persone con difficoltà motorie” che, partendo dalle migliori pratiche internazionali in materia, sono da considerarsi il primo documento in Russia che abbia parlato di “Design for All”, noto anche come “Universale Design”. Concetto quest’ultimo condiviso dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone disabili e in base al quale “tutti gli immobili, gli oggetti e gli ambienti debbano essere utilizzabili da tutti, nella maggior estensione possibile, senza necessità di adattamenti o ausili speciali”.
Le nuove regole, approvate nel dicembre 2011 e divenute obbligatorie per tutto il territorio nazionale e per tutte le strutture in via di progettazione, costruzione o ristrutturazione nel 2013, hanno sicuramente contribuito al miglioramento della qualità della vita delle persone con disabilità, del loro livello di occupazione in diverse zone del Paese e non da ultimo, hanno consentito l’aumento del numero di coloro che hanno iniziato a dedicarsi all’attività sportive.
Di certo uno dei più importanti patrimoni avuti in eredità dall’aggiudicazione dei Giochi Olimpici e Paralimpici invernali del 2014.
Accanto a questo, bisogna sottolineare come l’esperienza acquista, nell’organizzazione dei grandi eventi sportivi di carattere internazionale proprio attraverso la preparazione e la gestione dei Giochi olimpici invernali, abbia consentito alla Federazione russa di essere considerata una tra le nazioni più sportive al mondo e leader nel settore per il periodo 2013-2018. Periodo nel quale infatti organizza e ospita una valanga di eventi sportivi di caratura internazionale: le Universiadi estive del 2013 a Kazan, la Coppa del mondo di rugby a 7 del 2013 a Mosca, i World Combat Games di SportAccord del 2013 a San Pietroburgo, la Coppa del Mondo di atletica del 2013 a Mosca, il Campionato europeo di slittino a Sochi e il Campionato del mondo di sport acquatici di Kazan del 2015, il Campionato del mondo di hockey del 2016 a Mosca e San Pietroburgo, i Giochi mondiali militari invernali a Sochi nel 2017, la Confederations Cup 2017 e la Coppa del Mondo FIFA 2018.
Ma a beneficiare delle eredità dei Giochi è anche l’universo della formazione.
Nel 2009 nasce l’Università Olimpica Internazionale Russa, organizzazione indipendente no profit di formazione, il cui obiettivo è di formare specialisti nel settore del management dello sport per l’industria sportiva, lo sviluppo e la diffusione del movimento olimpico e paralimpico e i cui piani di studio sono focalizzati proprio su organizzazione delle competizioni di massa e gestione di impianti e infrastrutture.
Un’istituzione oramai famosa per le sue attività didattiche, i corsi di formazione per dirigenti e atleti al termine della loro carriera sportiva, per seminari su sport paralimpici e ambienti senza barriere.
E nel 2016, dopo una serie di lavori di adeguamento, il Governo russo cede all’Università Statale di Sochi l’edificio che era stato la sede del Comitato Organizzatore, dotato di mensa, parcheggi, centro multimediale e sale conferenza, nonché insignito del BREEAM, uno degli standard progettuali edilizi più diffuso al momento per la valutazione d’impatto ambientale degli edifici, attribuito per l’applicazione di soluzioni ecocompatibili.
Ma non è ancora tutto.
Oggi, tutti gli impianti sportivi del cluster costiero e di montagna si utilizzano quasi tutto l’anno. Si allenano qui le squadre nazionali russe, le squadre regionali e quelle giovanili e qui si organizzano svariate competizioni sportive, anche di livello internazionale.
La città si è trasformata da meta turistica stagionale a meta ideale per ogni periodo dell’anno tanto per gli amanti degli sport invernali quanto per quelli degli sport estivi.
E mentre nelle varie strutture olimpiche si svolgono festival, concerti, conferenze, forum e simposi che ne consentono una costante fruizione, la zona di pianura, votata all’organizzazione di eventi commerciali e a trasformarsi in un centro di affari, ospita oramai da diversi anni il Russian Investment Forum e il Sochi International Forum for Tourism, principale piattaforma d’affari per il turismo incoming e outgoing.
Nessuna cattedrale nel deserto insomma.
Dunque, quando nella fase di preparazione dei Giochi olimpici e paralimpici invernali del 2014 si immaginava che sarebbero stati fondamentali per lo sviluppo della regione e che le strutture sportive e turistiche e l’ambiente accessibile avrebbero contribuito alla trasformazione della città in un resort di livello mondiale per tutto l’anno, in un centro di formazione degli atleti professionisti o anche, semplicemente, nel luogo preferito di vacanza di molti cittadini russi, di fatto si può affermare che questi piani sono stati realizzati e che quei Giochi sono stati il vero kick start dello sviluppo economico.
Foto copertina – La cerimonia di apertura dei Giochi olimpici invernali del 2014. (pinterest.it)