Ci sono legami che rendono storie e territori fedeli compagni di viaggio. Roberto Baggio e la sua Vicenza. Garganega e la famiglia Menti. Quattro generazioni di contadini che rinnovano a Gambellara (VI) il saper fare tra le vigne – le più giovani sono del 1985, le più anziane del 1934. Un’agricoltura rispettosa, di tradizione ma anche di grande innovazione.
Papà Giovanni e il figlio Stefano portano avanti l’azienda nella parte più occidentale della provincia: sette ettari votati a Garganega, appunto, e Durella (vitigno autoctono a bacca bianca). Terre collinari e ripide di origine vulcanica – basalto e pietre nere – in grado di baciare il sole e di trattenere umidità, anche nelle estati più secche e aride.
40.000 sono le bottiglie vendute ogni anno in 34 paesi, praticamente mezzo mondo. La vendita solo su prenotazione. I primi acquirenti per fatturato sono gli Stati Uniti, per numero di bottiglie in rapporto agli abitanti il Giappone. Prodotti di grande qualità, schiettezza e bevibilità. Tutto certificato biologico dal 2004. Biodinamico dal 2010. In attacco ci sono Roncaie, vino frizzante col fondo, e Monte del Cuca, vino arancione. Il capitano è Riva Arsiglia, espressione delle vigne d’annata.
Ossido, solo 800 bottiglie nel 2013, è stato un esperimento, frutto di assaggi nello Jura. Uva raccolta a mano in casse di legno, mosto trattato solo con lieviti spontanei e lasciato a contatto con l’ossigeno in botti scolme. Oltre due anni di meditazione e di attesa, in cui è la flora batterica a rendere unico questo vino.
Il colore è dorato, vivace. Al naso immediatamente la vulcanicità del terroir. Sentori minerali di benzene e asfalto, mandorle amare e il ricordo di una mela tagliata e ossidata. Frutta candita. Un vino molto difficile da inquadrare e da classificare. Proprio per questo ricorda la classe, l’eleganza e le giocate del Divin Codino, che abita a pochi chilometri dall’azienda Menti. In grado di stupire e fare la differenza. Inaspettato.
A un secondo assaggio si ha un’esplosione di frutta secca, mandorle e resina. Predominante l’aroma di noci, caratteristica sensoriale della flora batterica. La beva è fresca (alc 12,0% vol), balsamica e piacevole, nonostante non sia un vino semplice da capire. Del resto, anche Baggio non è stato compreso da molti suoi allenatori!
L’abbinamento immediato è con i formaggi di media stagionatura, meglio se caprini o pecorini, anche con le noci. È una bottiglia con cui ci si può giocare. Ottimo con formaggi muffati, ad esempio il brie, pollo ai pinoli tostati, pesci grassi, baccalà e anguilla – con polenta o preparazioni in umido purché senza pomodoro. Da provare anche con pasta carote e mandorle.
Divertente potrebbe essere servirlo con spaghetti alla bottarga affumicata.
Se il frigorifero è vuoto e sta per cominciare un film? Un azzardo servirlo ben fresco in aperitivo con mandorle caramellate. Fatemi sapere.
“Ah, da quando Senna non corre più. Ah, da quando Baggio non gioca più… non è più domenica!”
OSSIDO (2013)
di Azienda Agricola di Menti Giovanni & Stefano
ALC 12,0% vol – 750ml
Euro 20,00
Un commento
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