Giuliano Giuliani, più solo di un portiere

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giuliano giuliani

Quella di Giuliano Giuliani è stata una vicenda sportiva e umana completamente dimenticata. Archiviata, rimossa dal ricordo pubblico. La società e il calcio di fine anni ‘90 hanno preferito non venisse a galla la storia del primo – e finora unico – calciatore italiano sieropositivo morto nel 1996. Questo probabilmente per non intaccare l’immagine linda e idilliaca, sapientemente costruita ad arte, del mondo del pallone, che deve presentarsi sempre come perfetto, generare profitti, conquistare cuori menti e nuove fette di mercato, senza mai fare autocritica, interrogarsi seriamente e approfonditamente sulle sue problematiche. Un mondo che ha sempre bisogno di nuovi eroi da sfornare e idolatrare e che dimentica in fretta quelli precedenti caduti in disgrazia per un motivo o per un altro, non più in sintonia con l’immagine vincente e patinata di questo sport- business.

Il libro di Paolo Tomaselli Giuliano Giuliani, più solo di un portiere (66THA2ND), tra i 6 finalisti del Premio Bancarella Sport 2023, colma questa grave lacuna, riporta alla luce la storia di un uomo e di un portiere che con fatica e tenacia è riuscito a scalare i vertici del calcio italiano, conquistando da titolare con la maglia del Napoli una Coppa UEFA e uno scudetto, il secondo della storia per la società partenopea.

giuliano giuliani

La copertina del libro di Paolo Tomaselli. (Foto di Angelo Spagnuolo)

L’opera non si sofferma e non ha lo scopo di indagare quando, in che occasione sia avvenuto il contagio che ha drammaticamente cambiato l’esistenza dell’estremo difensore. È piuttosto un viaggio profondo, particolareggiato, condotto con molta sensibilità e discrezione, nella vita di un uomo che ha saputo rialzarsi tante volte, superando i traumi di una vicenda familiare drammatica, trovando tra i pali di una porta un rifugio, un porto sicuro, una comfort zone in cui lasciare alle spalle gli affanni di un’adolescenza per nulla facile, privata dell’amore genitoriale.

Giuliani ha lasciato un ottimo ricordo di sé in tutte le piazze in cui ha giocato – Arezzo, Como, Verona, Napoli, Udine – nonostante sia sempre stato persona schiva e riservata, poco propensa a esternare i propri sentimenti, a rivelare le emozioni. Un atteggiamento difensivo nei rapporti umani, probabilmente scaturito dalla circostanza che Giuliano fin da giovane ha dovuto parare non solo i palloni degli attaccanti ma anche le avversità della vita. Paolo Tomaselli ha sapientemente raccolto tutta una serie di testimonianze di ex compagni di squadra, generalmente concordi nel tributare al portiere grande affetto. Mai una dichiarazione fuori posto, un’intervista sopra le righe, un gesto che volesse arruffianarsi il consenso o la simpatia di tifosi, allenatori, dirigenti.

giuliano giuliani

Giuliano Giuliani nel 1993 con la maglia dell’Udinese. (Foto da Ansa, in pubblico dominio)

Con Zenga e Tacconi è stato a livello tecnico tra i migliori portieri italiani di quella generazione, conoscendo anche la soddisfazione di essere convocato come dodicesimo nella Nazionale che disputò le Olimpiadi di Seul 1988. Ma rispetto agli altri due illustri colleghi ha probabilmente pagato il fatto di essere essenziale e poco appariscente, di preferire il corretto posizionamento tra i pali a tuffi eclatanti, di concedere troppo poco allo spettacolo, che alla fine degli anni ‘80 sta diventando parte fondamentale del mondo del calcio e condizionando anche l’evoluzione dell’interpretazione del ruolo dell’estremo difensore.

Il libro delinea il ritratto di un uomo intelligente, pieno di vita, amante delle belle donne, appassionato di orologi, macchine sportive, moda. Un uomo che per classe ed educazione si distingueva dalla massa dei calciatori, allo stesso tempo razionale e creativo, che designava personalmente con colori sgargianti le sue divise: una passione diventata presto questione di affari, con Pagliuca e Taffarel a indossare durante il Mondiale 1994 modelli da lui creati. Un precursore, che non faceva del calcio la sua unica attività, in grado di intercettare le nuove tendenze del mondo della moda, con un’attitudine imprenditoriale molto spiccata.

Isabella Ferretti, fondatrice della casa editrice 66thand2nd. (Foto Overtime)

Giuliani ha affrontato con coraggio anche la malattia, cercando di ritagliarsi più tempo possibile per stare insieme alla figlia Gessica, consapevole dei pochi giorni ormai rimasti a disposizione. In quegli anni bui, dolorosi, dopo l’uscita di scena dai campi per un grave infortunio al ginocchio occorsogli nel settembre 1992, pochi amici gli sono stati di conforto. E più solo di un portiere si è ritrovato anche nel giorno del suo funerale. Pochissimi gli uomini di calcio a rendergli omaggio: Ciccio Graziani, Altobelli, un paio di ex compagni dell’Udinese, la signora Giuliana Pozzo, moglie del patron friulano, che gli ha sempre voluto bene. Stop. Fine. Per il resto solo tante assenze assordanti.

Questo libro è un pugno nello stomaco, scoperchia l’ipocrisia e tanti altri aspetti del calcio di quell’epoca. Ha il merito di riportare a galla una storia che meritava di essere raccontata. Speriamo contribuisca a ricordare finalmente Giuliani come si deve, a rendergli giustizia, a colmare anche simbolicamente il vuoto che si avverte alla fermata della metropolitana Stadio Maradona di Napoli: ci sono i murales dei giocatori che hanno onorato la storia del club, sono presenti anche tanti portieri, da Cavanna a Zoff, da Garella a Tagliatela. Indovinate, chi manca? Proprio lui, Giuliano Giuliani. Ad oggi il portiere più titolato della storia del Napoli.

 

GIULIANO GIULIANI, PIÙ SOLO DI UN PORTIERE

di Paolo Tomaselli

66THAND2ND – 196 pagine

Euro 16,00

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