Anche Overtime Festival e la testata giornalistica Storie all’Overtime supportano la campagna di Radio24 e IlSole24Ore ispirata dal nostro amico Dario Ricci per istituire il #TrofeoPaolorossi da assegnare da questa stagione in poi al capocannoniere della serie A. «Sono orgoglioso di aver vinto il Paolorossi» è la frase che ci auguriamo possa venir pronunciata dal miglior bomber del nostro campionato.
Riproponiamo di seguito la proposta di Dario Ricci contenuta nell’articolo pubblicato il 12 dicembre 2020 su “Il Sole 24 Ore”.
Diviso in due è l’animo dell’Italia del calcio, e dello sport. Le lacrime a Vicenza, a bagnare l’ultimo viaggio di Pablito, affiancato da quei compagni di un Mundial e di una vita; il cuore e la testa – per il poco spazio rimasto libero dal dolore – a immaginare già come onorarne la memoria, per far sì che un giorno un bambino o una bambina possano chiedere ai genitori «Ma chi era Paolo Rossi? », guardando magari una via, una piazza, uno stadio. O, meglio ancora, un trofeo.
L’idea? Semplice: dedicare da oggi a Paolo Rossi il titolo di capocannoniere della Serie A. Come dire che, da quest’anno in poi, il bomber della massima serie verrà premiato con il “Trofeo Paolorossi” (eh sì, tutto attaccato sarebbe bello, perché nel mondo Pablito è identificato così, ma insomma sui dettagli ci si potrà accordare): insomma quest’anno Lukaku, o Ronaldo, o Ibrahimovic o Mertens o l’outsider che non manca mai solleverà al cielo il “Trofeo Paolorossi” che lo incoronerà re dei goleador. Un’idea semplice, spontanea, di certo presa sull’onda dell’emozione (ma a volte, non è proprio grazie a quell’onda che siamo in grado di scegliere anche per il meglio?!), che Radio24 e il Gruppo24Ore hanno fatto propria, seguite da altre testate, e che sta piacendo a tanti, sui social e non solo, visto che ha ricevuto il supporto anche del presidente del Coni Giovanni Malagò e del numero uno della Federcalcio Gabriele Gravina.
L’unico attaccante italiano capocannoniere in serie B, A – in due anni consecutivi con la maglia del Vicenza -, Coppa Campioni (con la Juventus), campionato Mondiale (con la sua indimenticabile maglia azzurra numero 20) e insignito del Pallone d’Oro.
Ma più che un centravanti italiano, Pablito è stato un italiano centravanti: fisico normale, se non addirittura fragile (di cristallo, anzi, le ginocchia…), nome e cognome comune, una vita e una carriera di cadute e risalite, e un talento però istintivo e infine quasi paradossale; davvero, per tutti questi e mille altri motivi, Rossi è stato uno di noi, e noi tutti in lui possiamo vederci rappresentati.
Qualcuno obietta che altri campioni in passato (si veda Piola) e altri in un lontano futuro (Riva, Inzaghi, e così via) potrebbero meritare lo stesso riconoscimento. Osservazione legittima, ma si lasci anche ai posteri la libertà e la possibilità di stupirci: la memoria è aperta e inclusiva, non chiusa ed esclusiva, e non mancheranno quindi negli anni a venire nuovi trofei, strade, piazze, stadi da dedicare per preservare ricordi ed emozioni.
Il via libera dei bomber
Lavoro di squadra, si dirà, quello a sostegno del “Trofeo Paolorossi”, che sta aggregando tifosi, giornalisti, case editrici, testate editoriali. E allora all’amico e collega Alberto Facchinetti il merito di aver raccolto il parere positivo alla proposta di alcuni bomber di razza, goleador italiani che hanno vinto proprio il titolo di capocannoniere della serie A: da Roberto Boninsegna (con l’Inter nel 1970-71 e 1971-72) a Bruno Giordano (Lazio 1978-79), da Aldo Serena (Inter 1988-89) a Dario Hubner (Piacenza 2001-02, a pari merito con lo juventino Trezeguet) e Igor Protti (Bari 1995-96, alla pari con il laziale Signori), tutti concordi nell’istituire il “Paolorossi”, a ricordo di Pablito e per celebrare i campioni che lo imiteranno, o anche – perché no? – troveranno nel suo nome lo stimolo per superarlo!
I passi successivi
Ora la palla è nella metà campo della Legacalcio, che dispone di autorevolezza e strumenti normativi per far propria la proposta e – se lo riterrà opportuno – dar vita al Picichi italiano, cioè a quel riconoscimento che nella Liga spagnola premia appunto ogni anno il miglior bomber. «Sono orgoglioso di aver vinto il Paolorossi…» : ognuno le faccia pronunciare al suo attaccante del cuore, ma dite la verità: suonano benissimo, queste parole, vero?
Foto copertina – lahora.com.ec