A 74 anni, travolto da un treno locale nei pressi di Porta Maggiore a Roma. In questa maniera tragica è morto Tiberio Mitri, uno dei pugili italiani più amati del dopoguerra. Quel mattino era uscito di casa, presumibilmente in stato confusionale. Era malato di Alzheimer e aveva vissuto una vita dissoluta piena di vizi pericolosi. Sono trascorsi vent’anni da quel triste 12 febbraio 2001.f
Qualche giorno prima era passato a casa di Franco Venditti, uno dei maestri con Luigi Ascani e Italo Mattioli della Team Boxe Roma XI, dove si allena ancora oggi Giovanni De Carolis, che a breve combatterà per l’Europeo con la speranza di vincere nuovamente un titolo mondiale. Oltre a lavorare nel mondo della boxe, Venditti è da sempre impegnato in quello del cinema. Ha fatto comparse in film di Fellini, Pasolini, Zeffirelli, Sergio Leone, nelle prime sette pellicole di Carlo Verdone dove «almeno una battutina la recito sempre».
Nel 2001 Venditti e Mitri sono impegnati come figurazioni a Cinecittà in “Gangs of New York” di Martin Scorsese. Mitri va a casa di Venditti, devono passare a ritirare l’assegno settimanale dalla produzione. I due si conoscono da quasi mezzo secolo. Un caffè al bar e via in auto insieme. Mitri è già visibilmente in difficoltà, lo assiste la Comunità di Santo Egidio, ma non sempre l’ex pugile ha voglia di farsi aiutare.
«Ho conosciuto Tiberio nella sua forma migliore e nel declino finale», dice il maestro trasteverino a Storie all’Overtime. In casa Venditti c’è ancora una fotografia incorniciata mentre i due fanno sparring. «A Franco, come ai vecchi tempi. Tiberio Mitri, 4 maggio 1990», è la dedica scritta con un pennarello.
«Ho iniziato a fare la boxe – continua Venditti – all’ex mattatoio di Testaccio, mi allenavo con Giuliano Gemma, che era bravo ma facendo già cinema aveva paura di rovinarsi il bel viso. Fino all’ultimo è stato un amico e un appassionato di pugilato».
Nel maggio del 1954 Mitri deve affrontare Randolph Turpin allo stadio Torino di Roma. In palio il titolo europeo dei medi. «Tiberio mi volle come suo ultimo sparring in un paio di riprese di riscaldamento. Io avevo 14 anni, ero un novizio. Sono stato quasi un mese nella palestra a Santa Marinella ad allenarmi. Ero un ragazzino e mio papà non voleva. Era Tiberio che mi portava a casa in auto, ci fermavamo in bar e mi offriva un bicchiere di latte». Mitri avrebbe stravinto con Turpin, ex campione mondiale, alla prima ripresa. Anche Mitri, triestino di nascita, aveva avuto in precedenza l’occasione mondiale. Nel 1950 era andato negli Stati Uniti ad affrontare il “toro scatenato” Jake LaMotta.
«Ricordo di essere venuto a conoscenza del risultato dal notiziario – continua Venditti. Tiberio ha perso l’incontro ai punti dopo 15 riprese. Nelle prime 8-9 si era comportato bene. Lui ha sempre detto che LaMotta era più forte. Io non ci ho mai creduto. Era arrivato in America con la moglie Fulvia Franco, che in quei giorni si trovava a Hollywood per cercare la sua strada nel cinema. Tiberio era gelosissimo di Fulvia, miss Italia un paio d’anni prima, e stava ore al telefono con lei. Si è distratto troppo. Tiberio e Fulvia erano bellissimi, una coppia da favola. Poi la storia si è conclusa».
Mitri ha avuto molte donne, relazioni che via via sono terminate. Non aveva un carattere facile. La vita non gli ha risparmiato nemmeno la perdita prematura di due figli.
Ha avuto una carriera pugilistica brillante. Dal Madison Square Garden era uscito sconfitto, ma tornato in Italia si era ripreso prendendosi ancora il titolo europeo. Trasferitosi definitivamente a Trastevere, aprirà un locale, “Il Colorado”, ispirato a quelli che aveva visto a New York. Non farà fortuna. Chiude con la boxe nel 1957 con un record di 88 vittorie (22 per ko, non aveva un pugno pesantissimo), 7 sconfitte (una solo per ko) e 6 pareggi.
Bello più di un attore, aveva iniziato l’avventura nel cinema già quand’era in attività come pugile. È apparso in film di Mario Soldati, John Huston, Totò, Carlo Lizzani e molti altri. A cavallo tra gli anni ‘80 e ‘90 aveva recitato nella serie tv “Classe di ferro”: era Giovanni, il proprietario della pizzeria frequentata dai giovani durante il servizio militare. Poi ancora anni complicati fino alla scomparsa avvenuta vent’anni fa.
Foto copertina – youdoc.it
Un commento
L’ho conosciuto negli anni ottanta e pranzando con lui quando faceva il rappresentante per me appassionato di boxe è stato fantastico mi ha regalato il suo libro e mi ha raccontato tanti episodi anche inerenti al suo incontro con jacke Lamotta non dimenticherò mai il suo modo di esprimersi cordiale e istrionico un grande abbraccio CAMPIONE ovunque tu sia