La primavera del 2020 sarà ricordata per sempre come il tempo in cui ha avuto inizio la crisi economica globale causata dalla pandemia Covid-19; il tempo in cui la parola “virus” è tornata ad essere percepita nel suo significato primordiale e non informatico.
Vittime interi settori economici. Tra le prime l’industria dello sport.
Stoppate, cancellate o rinviate decine di migliaia di gare, compresi i Giochi olimpici e i Campionati Europei di calcio.
Tutti uguali di fronte al Covid: top club, ASD, palestre, organizzatori di eventi sportivi. Il rischio di contatto diretto tra le persone ha condotto a chiusure e divieti, portando a perdite colossali, a tagli di posti di lavoro e alla conseguente riduzione di interesse da parte degli sponsor per il mondo sportivo impossibilitato a produrre eventi, provocando così la diminuzione di un’altra fondamentale fonte di reddito per il mondo sportivo.
L’industria dello sport dovrà rispondere alla sfida ed è meglio che si tratta di una risposta sistemica.
Perché oggi è decisivo pensare alle misure che devono essere prese in questo momento di forti restrizioni dei contatti, a cosa fare quando queste misure di isolamento si allenteranno e a come fare affari dopo che saranno terminate; e tutto ciò tenendo conto che sarebbe saggio prepararsi anche per il caso di nuove ondate pandemiche.
Ecco allora che in questa terribile situazione, il ruolo del marketing, lungi dal perdere posizioni diventa ancora più importante. Strategico e indispensabile anzi. Perché non si può essere approssimativi. Non si può solo andare per tentativi.
Il modello di comportamento adottato durante questo tempo sospeso da leader, opinion leader, esperti e comunità professionali rimarranno impresse nella memoria e scritte nella storia.
Dopo l’isolamento, inoltre, sarà necessario poter conservare ed efficacemente utilizzare anche in futuro l’esperienza acquisita in tempi difficili.
E se una delle preoccupazioni fondamentali per l’industria sportiva è stata quella di riuscire, almeno in alcuni casi, a immaginare e realizzare gare senza spettatori e allenamenti all’aperto, l’opportunità più realistica per la sua ripresa è il rinnovamento.
In questo senso, l’analisi delle decisioni prese dalle organizzazioni sportive in condizioni di pandemia COVID-19 mostrano la osmotica correlazione con le tecnologie online.
Nella situazione di crisi infatti la struttura delle entrate e delle uscite è cambiata radicalmente, così come l’organizzazione sportiva nel suo insieme e le sue singole unità aziendali. Limitare il contatto umano ha privato infatti la maggior parte di essere dei propri prodotti e dei propri servizi di formazione, trasformando quelli che fino ad oggi erano stati creati e offerti sul mercato quasi esclusivamente quali fonti di reddito aggiuntivo in principali.
Tra i più popolari durante il periodo di quarantena sono la formazione e l’istruzione online.
Pensiamo agli innumerevoli fitness club che oggi propongono ai propri clienti una formazione online dalla quale ricavare almeno un reddito minimo e con la quale supportare il proprio personale o a chi offre servizi di noleggio attrezzature con consegna a domicilio dei clienti.
C’è chi attraverso i propri siti e account sui social network mostra storie della vita in quarantena degli atleti, discute di partite passate, promuove e vende servizi futuri a condizioni speciali.
Tra i colossi pensiamo alla Bundesliga tedesca, che offre di scaricare sfondi per il proprio account personale sulla popolare piattaforma Zoom con i simboli dei club di tutte e nove le divisioni nazionali di calcio; al Barça Innovation Hub o al progetto della Premier League che, non appena uscita la notizia della chiusura delle scuole nel Regno Unito, consapevoli che molte persone avrebbero cercato modi per intrattenere ed educare i più piccoli, ha sfruttato il suo fascino e quello delle squadre di calcio professionistiche per ispirare i bambini a imparare, essere attivi e sviluppare importanti abilità di vita, mettendo a disposizione le proprie risorse gratuite collegate al programma su PLPrimaryStars.com per l’apprendimento da casa di inglese, matematica, attività fisica e salute e benessere per i bimbi di età compresa tra 5 e 11 anni.
L’obiettivo per tutti è quello di mantenere sempre alta l’attenzione nei confronti dello sport. Dimostrare che lo si può vivere anche in condizioni di criticità. Che si deve trovare il modo per riuscire a farlo.
Gli strumenti? La protezione del cliente e la customizzazione dei servizi.
La necessità è non perdere fan e appassionati, garantire loro sicurezza in un periodo di pericolo e incertezza, compensare i legami di vita persi.
Foto copertina – Raul Arboleda/AFP/headtopics.com