Rocco ha un destro fatale. Di una potenza irresistibile. Il suo nome viene continuamente storpiato dagli speaker che non lo sanno pronunciare e così diventa Rocky Marsiano (Marciano).
Dopo 18 incontri, di cui 17 vinti per KO, incontra Harry Haft, conosciuto anche come Herschel Haft, nato Hertzko Haft. Questa è la sua seconda vita. A 17 anni finisce in un sottocampo minerario di Auschwitz. Un numero marchiato sul braccio, 144738, un destino segnato se non fosse stato per la boxe. Tra le atrocità meno conosciute perpetrate dai nazisti durante la seconda guerra mondiale ci sono infatti gli incontri di boxe che costringono i detenuti ebrei a combattere tra loro fino alla morte per l’intrattenimento degli ufficiali delle SS tedesche.
Haft vince 75 incontri, ma sa che prima o poi incontrerà qualcuno di più forte o di più disperato. L’unica possibilità per salvarsi è fuggire. Ci riesce e per settimane resta in clandestinità finché non viene salvato dagli americani che poi lo portano negli Usa. Qui riprende a boxare sperando che gli articoli di giornale sui suoi incontri potessero essere letti dalla fidanzata scomparsa o dai fratelli e da altri parenti che non era riuscito a rintracciare.
Il suo ultimo incontro sarà con Rocky Marciano. Ha 24 anni, indossa dei pantaloncini viola dell’Everlast con una stella di David cucita sopra. Dura fino al terzo round, poi va ko. Ma è vivo. Chiude la carriera. Inizia a fare l’ortolano a Brooklyn e diventa padre di tre figli dopo aver finalmente ritrovato il suo primo amore.
La sua storia è la protagonista del film The Survivor, della HBO, diretto da Barry Levinson e interpretato da Ben Foster, basato sul libro del 2006 Harry Haft: Survivor of Auschwitz, Challenger of Rocky Marciano scritto dal figlio Alan Scott Haft e riadattato, diversi anni dopo, dal fumettista tedesco Reinhard Kleist nell’acclamata graphic novel Il pugile.
Foto copertina – Rocky Marciano nel 1953. (Foto di autore sconosciuto, da Los Angeles Daily News, in pubblico dominio)