- Quirino Marchegiano parte da Ripa Teatina, provincia di Chieti, Abruzzo.
- Maria Pasqualina Picciuto parte da San Galdo, provincia di Benevento, Campania.
Entrambi attraversano l’oceano su un piroscafo ed entrambi, dopo 14 giorni di viaggio, arrivano a Staten Island dove vengono registrati e immatricolati.
A New York si conoscono e si sposano. Il primo dei sette figli muore. Il secondo è Rocco. Rocco Marchegiano. Energia inesauribile e passione per lo sport. Per tutti gli sport, in particolare per il baseball, il football americano e il basket.
Ma sarà il pugilato a vederlo campione.
È Marco Pastonesi a raccontare i primi passi della storia di Rocky Marciano e lo fa intessendola, come con un ordito, con la storia del blues. In ‘Rocky Marciano blues. Una storia in quindici round e dodici battute’, della collana Vite Inattese, edizioni 66thand22nd, l’autore attraversa musica e boxe per raccontare nel suo stile inconfondibile la storia di uno dei più grandi campioni mai espressi dal pugilato. E così in un angolo del ring c’è l’imbattuto campione dei pesi massimi, con le sue origini italiane, i 49 match con 49 vittorie e 43 ko e nell’altro angolo ci sono loro, gli uomini e le donne del blues e del jazz, con voci e armoniche, pianoforti e trombe; con le loro origini afroamericane, le storie di razzismo, gli accordi con il diavolo, i colli di bottiglia, le notti nelle bettole e le sessioni in studio. Le corde del ring e quelle della chitarra.
Ma cosa c’entra Rocky Marciano con, ad esempio, Robert Johnson? C’entra a suon di pugni. E c’entra a ritmo di blues. Ed ecco che mentre Rocco impara a tirar di pugni, su un vecchio sacco militare riempito di trucioli di legno e appeso a un albero del cortile dallo zio, che così gli insegna a difendersi, Robert Johnson registra i suoi blues. È il 1937. Ne incide 59, ne sono sopravvissuti 42 che, ripresi da tanti (Rolling Stones e Blues Brothers per citarne due), hanno fanno la storia.
La cronaca di Dizzy Gillespie
Rocco batte Jersey Joe Walcott e vince il campionato del mondo. All’epoca non esistono le varie classificazioni massimi, leggeri, supermassimi e di campione ce n’è uno solo.
Il destro di Rocky che si abbatte sulla mascella di Jersey Joe viene ribattezzato Susie Q. come un ballo, una canzone. E l’ordito della trama torna a essere la musica. Come quella del concerto jazz che viene organizzato a Toronto nella stessa sera della rivincita di Chicago, nell’Arena Stadium . A 800 chilometri di distanza suonano Charlie Parker al sassofono, Dizzy Gillespie alla tromba, Charlie Mingus al contrabbasso, Bud Powell al pianoforte, Max Roach alla batteria, i cinque musicisti più celebri, più bravi, più osannati e celebrati della scena del jazz. 70mila spettatori dal vivo, il mondo collegato via televisione e via radio aspettano di rivedere sul ring Marciano e Walcott. Tutti.
Più cinque, perché alla fine di ogni assolo Dizzy Gillespie esce di scena e va ad ascoltare il canale radio collegato con Chicago per poi aggiornare i suoi sul palco e anche gli spettatori sul match finché non torna dalle quinte con le mani nei capelli. Rocky Marciano ha battuto Jesse John Walcott per KO.
Foto copertina Overtime/archivio Pindaro Eventi.