Di qualche giorno fa la notizia che la National Hockey League (comunemente conosciuta come NHL) si adegua ai tempi. Grandi novità in arrivo in casa dell’organizzazione professionistica composta da squadre di hockey su ghiaccio provenienti da Stati Uniti d’America e Canada. La National Hockey League nata nel 1917 con quattro club non solo si allarga contando nel prossimo campionato 32 franchigie – 25 quelle stelle e strisce, 7 quelle bianco rosse con la foglia d’acero in mezzo alla bandiera; Seattle Kraken è il team di espansione – ma introdurrà nel 2021-22 anche i “puck tecnologici”.
“Do you believe in miracle?” verrebbe da dire pensando al film di Gavin O’Connor che ha segnato un’epoca e che racconta la straordinaria partita delle Olimpiadi invernali del 1980 a Lake Placid tra USA e Unione Sovietica.
Sarà una svolta storica. Un po’ come l’introduzione della Video Assistent Referee (VAR) nel calcio. Tutto molto distante dall’immagine romantica dei dischi vintage in legno. Otto sono stati gli anni dedicati al collaudo dei nuovi puck, ma già quattro anni fa furono sperimentati in occasione della World Cup of Hockey del 2016. La loro produzione vedrà la collaborazione di tre diverse aziende: la canadese Soucy Baron di Montreal si occuperà della fabbricazione dei dischi grezzi; la SMT di Raleigh della North Carolina si occuperà delle componentistiche tecnologiche (montaggio di circuiti e batterie); la Inglasco di Sherbrooke in Quebec si occuperà della parte grafica (stampa del brand NHL su un lato, quello delle squadre dall’altro).
Alla fine del prossimo campionato saremo in grado di sapere su tutto di più. Quale sarà il logo sui puck più visto dagli spettatori in diretta televisiva, quale il tiro più potente, quale la velocità media dei passaggi di un giocatore. Tutto è infatti pensato per migliorare la performance degli atleti e la qualità dello spettacolo del pubblico. Perché? Perché i dischi volanti avranno all’interno anche batterie, sensori e circuiti stampati. “All’apparenza uguali a quelli usati finora – scrive Il Post – ma i dati che raccoglieranno, e soprattutto i modi in cui verranno ‘letti’, potranno avere effetti sul gioco e su come viene visto”. E allora pronti, partenza, via. Dal 13 gennaio sui propri device arriveranno le notifiche con la velocità del disco, la potenza e la traiettoria del tiro. E chi più ne ha più ne metta!
Qualcosa del genere era stato pensato negli anni Novanta. I dischi di gomma diventarono per qualche tempo luminosi. Luce blu se toccati piano, luce rossa se toccati con forza. Un effetto scenico interessante ma poco apprezzato da tifosi, giocatori e giornalisti. L’abbandono definitivo nel 1998.
Grandi quindi le aspettative per i nuovi puck: 170 grammi il peso. 7,62 centimetri il diametro, 2,52 centimetri lo spessore, 40 dollari il costo. “Tutte le squadre del campionato riceveranno i nuovi dischi, con i quali verrà raccolta fin da subito una mole imponente di dati, ampliati peraltro dall’installazione di sensori abbinati all’interno delle spalline di protezione usate dai giocatori. Stephen McArdle, direttore dell’area della NHL che si occupa di digital media, ha spiegato durante la fase di sviluppo che ogni secondo i sensori manderanno circa 60 informazioni sul puck e almeno 10 per ciascun giocatore” informa Il Post. Sembra comunque che in una fase di start up solo una piccola parte dei dati sarà fornito alle televisioni, mantenendo riservato alla NHL e ai club il grosso delle informazioni.
Una nuova era anche per il “mantenimento” dei dischi. Infatti, un po’ come il vaccino anti Covid-19 sarà fondamentale il congelamento prima della somministrazione. Ops, scusate, prima dell’utilizzo. Saranno responsabilizzate le singole squadre anche grazie ai feedback che la gomma dei dischi sarà in grado di fornire. Se viola saranno ok. Se grigi dovranno ancora fare qualche minuto di ghiacciaia. Un po’ come una buona bollicina del trentino. Se calda dobbiamo attendere qualche minuto per poterne godere. E dire che una volta i puck erano conservati in un piccolo freezer portatile a bordo pista. Per non parlare dei vecchi secchi. I dischi si usavano quando abbastanza freddi al tatto.
Lo so a cosa state pensando. Ci ho pensato anche io!
E se il disco vola fuori dal terreno di gioco e finisce in tribuna? Come la mettiamo con i tifosi che si portano a casa il trofeo come feticcio? Saranno rintracciati come accade per i detenuti in liberà vigilata? Per Dave Lehanski, dirigente della lega, la nuova tecnologia permetterà la disattivazione istantanea dal sistema di raccolta di dati per i dischi non più sul campo da gioco e quindi non in uso. Questo dovrebbe quindi tranquillizzare i supporter sugli spalti, quando torneranno. Vedremo.
Le batterie durano comunque al massimo sei ore.
Foto copertina – owayo.it