Overtime Film Festival 2023, ecco i vincitori

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overtime film festival 2023

Si è conclusa con successo l’edizione 2023 di Overtime Film Festival, concorso internazionale di cortometraggi, film e documentari sociali, rivolto a tutti gli autori del cinema breve che abbiano prodotto opere di finzione, documentazione, animazione, videoarte a tematica sportiva. Come da tradizione, nelle giornate del festival, sono state proiettate davanti a una platea di studenti maceratesi opere provenienti da ogni parte del mondo che trattano lo sport nella sua accezione più ampia, con una particolare e mirata attenzione alla sua componente etica e valoriale.

Di seguito l’elenco dei vincitori 2023 della rassegna finalizzata a promuovere e dare visibilità al giovane cinema, offrendo ai talenti italiani e internazionali un modo per esprimere la loro creatività e narrativa cinematografica, rappresentando i valori e la funzione sociale dell’attività sportiva.

Miglior Cortometraggio: “Zonderwater” di Jonathan Soverchia (Italia)

Il cortometraggio “Zonderwater” di Jonathan Soverchia, scritto da Anna Concetta Consarino e prodotto da Soverchia e Subway Lab, è stato premiato come Miglior Cortometraggio. Quest’opera racconta la straordinaria vita di Ezio Triccoli, maestro della scherma marchigiana e mondiale, unendo con maestria le tappe della sua vita, dalla sua città natale Jesi, alla prigionia in Sudafrica durante la Seconda Guerra Mondiale, fino al ritorno a Jesi e alla fondazione di una rinomata scuola di scherma. Il cortometraggio esplora temi come il destino, la disciplina e l’istinto, anticipando un futuro lungometraggio biografico sulla vita di Ezio Triccoli.

Miglior Cortometraggio per ragazzi: “Cambio Campo” di Roberto Bascià (Italia)

“Cambio Campo” di Roberto Bascià è stato premiato come Miglior Cortometraggio per ragazzi per la sua toccante rappresentazione delle sfide affrontate dai giovani nel perseguire le loro passioni, come il calcio, e l’importanza di comprendere le esperienze dei giovani in situazioni familiari e sociali complesse.

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Una scena da “Cambio campo” di Roberto Bascià.

Miglior Fotografia: “Santorini: el paraís del parkour” di Biel Macià (Spagna)

Il premio per la Miglior Fotografia è stato assegnato a “Santorini: el paraís del parkour” per la sua straordinaria capacità di catturare la bellezza mozzafiato dell’isola greca, arricchendo l’esperienza cinematografica e la storia dei due atleti protagonisti con immagini mozzafiato.

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“Santorini: el paraís del parkour” di Biel Macià.

Miglior Regia: “Earth Wind and Fire” di Alberto Segre (Italia)

Alberto Segre è stato premiato come Miglior Regista per il suo eccezionale lavoro nel cortometraggio “Earth Wind and Fire”, un’opera che cattura la profondità storica e l’importanza sociale della vittoria dei Featherstone Rovers nella Challenge Cup nel 1983.

Miglior Sceneggiatura: “A Goal to Dream” di Yared Ganzerli e Marco Panini (Pakistan e Italia)

La Miglior Sceneggiatura è stata assegnata a “A Goal to Dream” per la sua trama avvincente e la capacità di affrontare temi importanti in modo coinvolgente, esplorando la resilienza e la forza delle donne nella valle di Yasin, in Pakistan.

Miglior Attore: Il Corridore di “Yo, Runner” di Rafael Tabares Ruiz (Spagna)

Il protagonista di “Yo, Runner” è stato premiato come Miglior Attore grazie alla sua interpretazione appassionata, catturando perfettamente l’ossessione del corridore per l’allenamento e la preparazione per una sfida impegnativa.

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Il protagonista di “Yo, runner”.

Miglior Attrice: Laetitia Dorén in “Chukkers” di Manuel Ramos Ramos (Spagna)

Laetitia Dorén, protagonista di “Chukkers”, è stata premiata come Miglior Attrice per la sua straordinaria interpretazione nella storia di due adolescenti che sfidano le convenzioni sociali per perseguire il loro sogno di giocare a polo, esplorando temi come l’indipendenza e la determinazione.

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Una scena tratta da “Chukkers”.

Miglior Documentario: “Le Dee di Olimpia” di Francesco Gallo (Italia)

Il documentario “Le Dee di Olimpia” di Francesco Gallo è stato premiato come Miglior Documentario per la sua capacità di esplorare temi importanti sulla storia e la cultura attraverso lo sport olimpico, offrendo una prospettiva unica sull’emancipazione femminile.

Premio Inclusione Sociale: “Dunk” di Sophie Martin (Francia)

“Dunk” è una commovente storia di inclusione sociale che segue Jully, una giovane capitana di squadra di basket. La sua vita subisce una drammatica svolta dopo una tragedia familiare che la costringe a trovarsi “tra gli ultimi” in un orfanotrofio. Questo evento la sensibilizza sulla realtà dei ragazzi emarginati e vittime di bullismo a scuola. Jully, spinta dalla sua esperienza personale, si impegna attivamente nella difesa e nell’aiuto di quei giovani che soffrono di emarginazione, usando il potere dello sport per promuovere l’inclusione sociale. “Dunk” ci mostra come lo sport possa diventare un veicolo per il cambiamento sociale, ispirando spettatori di tutte le età a unirsi nella lotta contro l’emarginazione e per un mondo più inclusivo.

Premio Etica Sportiva: “Myrtle Simpson: A Life On Ice” di Leigh Anne Sides (U.S.)

“Myrtle Simpson: A Life On Ice” è un documentario che racconta la straordinaria vita della scalatrice scozzese Myrtle Simpson, ancora appassionata della montagna e della natura a 90 anni. La sua storia incarna l’etica sportiva, con un profondo rispetto per l’ambiente naturale. Myrtle ha affrontato sfide estreme e ha scalato montagne ma ha sempre fatto tutto con un profondo rispetto per la natura. Il documentario celebra la sua etica sportiva impeccabile, dimostrando che lo sport può coesistere in armonia con la preservazione dell’ambiente naturale.

 

Menzioni speciali:

“Il caso Alex Schwazer” di Massimo Cappello (Netflix)

Questa serie merita una menzione speciale per la sua capacità di offrire uno sguardo penetrante nell’animo di un atleta incappato in uno scandalo di doping. Attraverso una narrazione avvincente, ci fa immergere nelle sfide personali e professionali di Alex Schwazer, permettendoci di provare empatia per il peso delle aspettative che grava sulle spalle degli sportivi di élite. È un viaggio emotivo attraverso il trionfo e la caduta di un campione, una storia di redenzione e perseveranza che cattura il cuore dello spettatore.

donati schwazer

Sandro Donati.

“Lamborghini: the man behind the legend” di Bobby Moresco

Questa produzione riceve una menzione speciale poiché ci trasporta nel mondo affascinante di Ferruccio Lamborghini, l’uomo che ha dato vita a un’icona dell’industria automobilistica. Scavando nelle profondità della sua vita e visione imprenditoriale, ci fa innamorare della sua determinazione e passione per la perfezione, ispirandoci a credere che i sogni possono davvero diventare realtà. È un racconto emozionante di un uomo che ha scritto la propria leggenda.

“Las Leonas” di Nanni Moretti

Questo straordinario docu-film è degno di menzione speciale perché ci regala un’immersione totale nel mondo del calcio femminile, attraverso le vite straordinarie delle giocatrici della squadra argentina “Las Leonas”. Le storie personali di impegno e dedizione di queste atlete ci toccano profondamente, facendoci sentire la passione e il coraggio che le animano. È un’esperienza emozionante che ci ispira a sostenere il calcio femminile e a riconoscere il valore delle donne nello sport, trasmettendo un messaggio di forza e determinazione a spettatori di tutto il mondo.

 

Overtime Film Festival celebra l’eccezionale creatività e dedizione nell’arte cinematografica, augurando ai vincitori di quest’anno di continuare a ispirare le future generazioni di cineasti.

 

Overtime è un’idea di Pindaro Sports & Events, in collaborazione con Regione Marche, Comune di Macerata, UNIMC, con il patrocinio di Provincia di Macerata, CIP, CONI Marche, TGR, Rai Marche, Accademia di Belle Arti di Macerata.

 

Foto copertina – Un frame tratto da “Santorini: el paraís del parkour” di Biel Macià.

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