Le Original 9 e i 50 anni della Wta

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1968. Primo Open di Wimbledon. Giocatori professionisti e dilettanti possono competere nella stessa partita. Billie Jean King vince 750 sterline per essersi guadagnata il titolo del singolare femminile, mentre il tennista australiano Rod Laver ne riceve duemila per aver vinto quello maschile. In totale, il premio in denaro per le competizioni di Wimbledon è stato di 14.800 sterline per gli uomini e solo 5.680 per le donne.

1970. Primo Open d’Italia. King vince ancora il singolare femminile. Il premio in denaro è di 600 dollari, mentre per Ilie Nastase, che vince il singolare maschile, il premio è di 3.500 dollari. Quasi sei volte di più.

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Trudy Groenman e Kerry Melville si stringono la mano dopo un match del 1969. (Foto di Anefo, da Nationaal Archief, CC0 1.0 DEED)

Nonostante la crescente popolarità del tennis professionistico femminile, la maggior parte dei tornei offre premi in denaro molto inferiori alle donne rispetto agli uomini. L’enorme discrepanza non è più accettabile per le giocatrici e si tratta inoltre solo della punta dell’iceberg. Mentre il gioco maschile infatti continua a crescere, gli  eventi femminili sono pochissimi, lasciando meno opportunità alle donne di avere successo come tenniste professioniste.

La reazione non tarda ad arrivare. Billie Jean King, Rosemary Casals – detta Rosie -, l’australiana Judy Tegart Dalton, Nancy Richey, Peaches Bartkowicz – pseudonimo di Jane Bartkowicz -, Kristy Pigeon, Valerie Ziegenfuss – detta Val -, Julie Heldman e Kerry Melville Reid decidono che è arrivano il momento di impegnarsi concretamente per creare maggiori e pari opportunità per le tenniste. Si uniscono nelle “Original 9”, come presto vengono conosciute, e vengono sostenute da Gladys Heldman, editrice della rivista World Tennis che le aiuterà a trasformare la loro visione in realtà.

Come primo segno di protesta, nell’agosto del 1970, le nove pianificano di boicottare il prestigioso Pacific Southwest Open, in cui, come era già stato annunciato, il premio offerto alle giocatrici sarebbe stato un dodicesimo del premio in denaro offerto agli uomini. Ma non può bastare. Decidono di intraprendere un proprio tour. Il piano è decisamente ambizioso e soprattutto è necessario uno sponsor. La Heldman aggancia Joe Cullman III,  presidente del consiglio di amministrazione di Philip Morris e così nasce il Virginia Slims, circuito separato di otto tornei di tennis femminile professionistico.

Sebbene la United States Lawn Tennis Association (Usta) minacci di sospendere chiunque  intenda partecipare a questo evento, le Original 9 non si scoraggiano. Il primo torneo è a Houston nel settembre del ‘70, ma già solo un anno dopo, nel 1971, il circuito vede in gara 40 giocatrici in ben 19 tornei, dalle luci brillanti di Las Vegas a una casa da campo a Chattanooga in Tennessee.  Si gioca anche  su campi da basket con linee dipinte sopra. Tetti così bassi da non poter fare pallonetti, sperimentando palline da tennis colorate per poterle vedere meglio in condizioni di scarsa luce. Ma il premio in denaro ammonta a più di 300 mila dollari.

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Billie Jean King prima della “Battaglia dei Sessi” del 1973, “scortata” verso il campo dai suoi sostenitori. (Foto di Associated Press, da usatoday.com, in pubblico dominio)

1973. Vigilia di Wimbledon. 63 giocatrici votano per la creazione di una nuova associazione – la Wta – che rappresenti i loro interessi. Due mesi dopo, gli Us Open diventano il primo torneo del Grande Slam a offrire lo stesso premio in denaro a donne e uomini e a distanza di poche settimane Billie Jean sconfigge Bobby Riggs nella famosa resa dei conti della Battaglia dei Sessi.

Tanti, dunque, i 50 anni da celebrare per il tennis femminile in questo 2023.

 

Foto copertina – Le Original 9. (Foto di wearetennis.bnpparibas/fr, CC0 1.0 DEED)

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