Marino Bartoletti e il ritorno dei suoi dei

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bartoletti il ritorno degli dei

Da molti anni abbiamo il piacere e l’onore di avere ospite a Overtime Marino Bartoletti, uno dei più celebri e apprezzati giornalisti italiani che ha iniziato la sua attività al “Resto del Carlino” e poi al “Guerin Sportivo” diretto da Gianni Brera che poi lo portò con sé al “Giorno” facendone giovane inviato di punta per calcio, motorismo e sport olimpici.

Durante l’edizione 2022 del Festival Marino, ideatore di programmi televisivi cult e splendido cantore di vicende umane e sportive, ha presentato il suo ultimo libro “Il ritorno degli dei” (Gallucci) vincitore del Premio Bancarella Sport 2022. «Questo libro segue il percorso già tracciato nel 2020 con la prima opera di questa serie, “La cena degli dei”, un’idea nata come risposta alla domanda che ci facciamo fin da bambini, “dove vanno a finire i nostri miti quando tutto finisce?” Io ho scelto di immaginarli in un Luogo in cui li possiamo ritrovare, dove possono continuare a coltivare le loro passioni.» Un Luogo, casa di un immaginario Grande Vecchio, che dopo la loro morte accoglie personaggi dello sport e dello spettacolo spesso molto distanti tra loro, a volte anche accompagnati dalla nomea di peccatori, accumunati tutti dal desiderio di calore umano e dall’aver condotto esistenze niente affatto banali.

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La copertina de “Il Ritorno degli dei”. (Foto Overtime)

Nella copertina de “Il ritorno degli dei” sono raffigurati due uomini molti cari a Bartoletti, due campioni – uno con la maglia azzurra dell’Italia e l’altro con quella albiceleste dell’Argentina – assai diversi tra loro, uno morto tra l’affetto dei suoi amati cari, l’altro nella più completa solitudine, entrambi troppo giovani per lasciare questa terra: Paolo Rossi e Diego Armando Maradona. Due sportivi che nella loro carriera e nella loro vita hanno conosciuto gioie e soddisfazioni ma anche tante sofferenze: Paolo Rossi gli infortuni, la vicenda calcioscommesse, le frettolose e ingenerose critiche piovutegli addosso prima e durante la fase a gironi del Mundial di Spagna 1982; Maradona il completo isolamento dopo essere stato attorniato da tanti finti amici che invece di proteggerlo da vizi e debolezze hanno sfruttato la sua notorietà per biechi interessi personali per poi abbandonarlo nel momento del bisogno. “Nel primo libro, “La cena degli dei” uscito 7 giorni dopo la scomparsa di Maradona e 7 prima di quella di Paolo Rossi, non c’erano calciatori. Nel secondo, “Il ritorno degli dei” ho scelto di sanare questa mancanza e di dedicarlo proprio a Maradona e Rossi

Senza rivelare troppo nei dettagli la trama dell’opera che lasciamo il gusto di scoprire ai nostri lettori, possiamo anticipare che a Pablito sarebbe stata concessa dal Grande Vecchio l’opportunità di tornare sulla terra per aiutare un Commissario di nome Roberto Mancini a risolvere una delicata e complessa indagine di polizia; Diego avrebbe invece avuto l’occasione di tornare nella “sua” Napoli, di aggirarsi per le vie del centro città, di constatare con amarezza lo stato di abbondono in cui versa il centro sportivo “Paradiso” di Soccavo in cui si allenava, di provare un intimo sentimento di gioia nel vedere impresse presso il vecchio Stadio San Paolo teatro di sue tante entusiasmanti giocate la sua immagine e la scritta “Stadio Diego Armando Maradona”.

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Marino Bartoletti dialoga con il giornalista Andrea Capretti di Radio Sportiva sul palco di Overtime Festival. (Foto Overtime)

Nel libro compaiono anche altri due grandi protagonisti del nostro calcio, che hanno fatto del rispetto dell’avversario e della signorilità marchi di fabbrica e ragione di vita: Enzo Bearzot, tanto criticato nelle fasi iniziali del Mondiale 1982 e poi osannato dopo il trionfo con il classico salto sul carro dei vincitori e Gaetano Scirea, elegante libero e simbolo di Juventus e Nazionale tragicamente venuto a mancare a causa di un incidente stradale durante una missione da osservatore per la società bianconera in Polonia.

Interessante è la chiave con cui Bartoletti descrive nel romanzo Enzo Ferrari, altro ospite prediletto del Luogo. Da sempre e da molti considerato persona burbera, assolutamente maniacale nella sua professione, totalmente refrattaria alle emozioni e alla mondanità – il suo raggio di azione era ricompreso tra Modena e Maranello, non si recò mai a sud di Roma che peraltro visitò una sola volta nella vita -, Marino ne mette invece in risalto l’umanità, i sentimenti, anche una galanteria un po’ vintage, al di là e oltre l’indiscutibile carattere scontroso. Nel libro viene anche immaginato un incontro riappacificatore tra papa Giovanni Paolo II e il Drake che, pur non essendo cattolico praticante, si era profondamente rammaricato in vita per le posizioni critiche assunte dall’Osservatore Romano e da esponenti della Chiesa, nel corso degli anni e a più riprese, a proposito del presunto disvalore etico delle competizioni motoristiche, spesso teatro di incidenti mortali.

Nell’opera compare anche, senza che venga svelato se sarebbe stato accolto oppure no nel Luogo, Gianni Agnelli che nel 1969 aveva siglato con il costruttore di Maranello lo storico e duraturo sodalizio tra Fiat e Ferrari. Due uomini assoluti protagonisti della storia sportiva e imprenditoriale italiana, per ironia della sorte accomunati da un identico grande dolore: la perdita, seppur per cause e in circostanze assai differenti, dei figli primogeniti Dino ed Edoardo.

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Marino e il giornalista Rai Riccardo Milletti nell’anteprima di Overtime Festival 2020 a Pollenza. (Foto Overtime)

Enzo Ferrari costituisce anche perfetto tratto di unione tra questo libro e il primo romanzo, “La cena degli dei”, nel cui contesto organizza nel Luogo un momento conviviale tra persone illustri, alcune da lui direttamente conosciute, altre invece mai incontrate ma che avevano destato la sua curiosità. Tra i personaggi invitati Marco Pantani, Francesco Baracca – uno degli eroi dell’aviazione italiana durante la prima guerra mondiale sulla carlinga del cui aereo aveva disegnato il cavallino rampante poi applicato sulla carrozzeria delle Ferrari -, e due driver uniti da un tragico destino che li ha resi però immortali nei cuori degli appassionati di motori e non solo: Marco Simoncelli e Ayrton Senna, il pilota che Ferrari avrebbe voluto aver con sé e non ha mai avuto.

 

Foto copertina – Marino Bartoletti ospite dell’edizione 2022 di Overtime Festival. (Foto Overtime)

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