Il pallone da calcio più antico arrivato ai nostri giorni, e oggi in mostra allo Scottish Football Museum di Glasgow, è stato ritrovato in una stanza del Castello di Stirling in Scozia e risale al XVI secolo. Una vescica di maiale gonfiata e circondata, a protezione, da pannelli in pelle.
Una replica storicamente accurata dell’originale del XVI secolo, costruita e fornita dai suoi custodi, è stata confrontata con un moderno pallone da calcio approvato dalla FIFA su circonferenza, sfericità, COR, assorbimento d’acqua, peso, perdita di pressione, mantenimento della forma/dimensione, metriche moderne delineate dalla FIFA stessa. Sulla base dei risultati dell’indagine comparativa sono state fatte poi deduzioni anche sullo stile di gioco.
La dimensione della palla era variabile perché dipendeva dalla dimensione della vescica del maiale, oltre che dalla resistenza del tessuto al gonfiaggio e dai metodi disponibili al momento per provvedervi. Rispetto a un pallone moderno, la pressione era piuttosto bassa, non solo perché veniva evidentemente gonfiata a mano, per così dire, ma anche perché utilizzando sistemi artificiali per un pressione leggermente più alta la vescica avrebbe ceduto. Questo, però, se da un lato contribuiva alla perdita di energia in un impatto, non si traduceva necessariamente in un gioco più lento, perché trattandosi di una palla molto più leggera di oggi richiedeva quindi meno potenza per portarla alla stessa velocità
Se da alcuni resoconti di sport con la palla emerge la descrizione di un gioco di strada piuttosto violento e più simile a una battaglia che a un match sportivo moderno, altre fonti suggeriscono però l’esistenza anche di un secondo gioco, contemporaneo e indipendente, basato maggiormente su agilità e abilità.
La palla, dunque, sulla base dei test e delle impressioni generali, sarebbe stata più adatta a un gioco più controllato rispetto a quello documentato in strada e tra la folla in scritti e dipinti.
La vescica non se la sarebbe cavata troppo bene infatti né nel sostenere il peso di un giocatore che si fosse trovato a cadere sopra di essa, né, visto invece il peso ridotto dell’oggetto, avrebbe reso gratificanti i calci più forti a grandi distanze, mentre al contrario , proprio la sua ridotta massa e la basse pressione lo rendevano silenzioso e rimbalzante in un’arena più piccola.
E’ la stessa Maria Regina di Scozia a raccontare, nel 1568, di un gioco con la palla in cui si usavano solo testa e piedi e giocato in uno spazio ristretto. Teatro di questo divertimento erano proprio le stanze del castello di Stirling, in cui Maria Stuart risiedeva.
… che sia stata la proprietaria del pallone?
Foto copertina – Il castello di Stirling, in Scozia. (Foto di Timo Newton-Syms, CC BY-SA 2.0)