La scozzese Jasmin Paris, di Gladhouse Reservoir, Midlothian, veterinario all’Università di Edimburgo, è riuscita a completare la maratona di Barkley nel Tennessee con solo un minuto e 39 secondi di anticipo rispetto al limite di 60 ore. Un risultato che nei 38 anni di storia della corsa hanno raggiunto solo altre 19 persone, tutti uomini.
La spietata ultramaratona, iniziata nel 1986, è diventata famosa dopo il documentario del 2014 “The Barkley Marathons: The Race That Eats Its Youngs” in cui sono stati rivelati al pubblico i dettagli normalmente top-secret della corsa.
Il percorso, al Frozen Head State Park, che copre in totale oltre 160 chilometri con un’ascesa di quasi 18.300 metri (l’equivalente di scalare due volte il Monte Everest), cambia ogni anno ed è composto da circa cinque giri di oltre 32 chilometri; il primo e il terzo giro vengono eseguiti in senso orario, mentre il secondo e il quarto giro vengono eseguiti in senso antiorario. Il primo classificato del quarto giro può decidere la direzione dell’ultimo giro.
Ma la corsa non è nota solo per essere fisicamente estenuante, ma anche per le sue strane tradizioni.
La procedura d’iscrizione per esempio è blindata: è necessario infatti mandare una mail all’ideatore e organizzatore Lazarus Lake – il cui vero nome è Gary Cantrell – in un preciso giorno allegando una lettera in cui si spiega “Perché dovrei poter correre a Berkley” assieme ad una quota d’iscrizione di un dollaro e 60 cent. A quel punto chi dovesse essere tra i circa 40 “fortunati” scelti, riceverà una lettera di condoglianze come benvenuto alla gara che può iniziare in qualsiasi momento tra mezzanotte e mezzogiorno.
Alla registrazione al Frozen Head State Park nel Tennessee viene consegnata una mappa del percorso che rivela anche la posizione di un certo numero di libri – dai 9 ai 14 (il numero esatto varia ogni anno) – da trovare per rimuovere da ciascuno di essi la pagina corrispondente al proprio numero di gara come prova del completamento. Banditi smartwatch GPS e telefoni. Tutto è predisposto affinché i partecipanti falliscano.
La Paris è la prima donna a finire la famigerata maratona, ampiamente considerata come l’ultramaratona più dura in circolazione, “un’avventura di corsa satanica” come è stata definita da chi l’ha provata. Sebbene le piacesse camminare e viaggiare con lo zaino in spalla, Jasmin ha iniziato a prendere sul serio la corsa solo quando si è trasferita a Edimburgo nel 2010.
Da allora ha vinto due volte titoli britannici e poi ha iniziato a gareggiare in eventi ultra-distanza nel 2015, stabilendo record per i round Bob Graham e Ramsay, ha vinto la Dragon’s Back Race e si è classificata terza nel Campionato mondiale di Skyrunning e nel 2019 ha vinto la Spine Race un percorso di 268 miglia lungo la Pennine Way, in cui ha stabilito un nuovo record assoluto, estraendo anche il latte per sua figlia in alcuni posti di blocco durante la gara.
Il momento iconico a marzo 2024 quando ha seguito i 19 uomini che avevano terminato la gara dal 1989.
Foto copertina – Jasmin Paris nel 2018. (di Paul Dobson from England, CC BY 2.0).