Nuovi straordinari successi per Assunta Legnante: alla sua prima partecipazione ai campionati europei Ipc di Atletica Paralimpica a Swansea (Galles, Gran Bretagna), la portacolori della Anthropos Civitanova Marche non ha avuto rivali e si è aggiudicata due titoli, nel getto del peso e nel lancio del disco categoria F11/12 (ipo e non vedenti).
La fuoriclasse napoletana, marchigiana d’adozione, ha ottenuto una serie di misure risultate inavvicinabili per tutte le sue accreditate avversarie. Nel lancio del peso in particolare ha realizzato il Grande Slam, andando questo titolo ad aggiungersi agli ori già conquistati alle Paralimpiadi di Londra nel 2012 (con tanto di record del mondo) e ai Mondiali di Lione nel 2013. Ancora tanta fame di vittorie per Assunta, che ha trovato nello sport una grande occasione di rinascita dopo la perdita totale della vista causata da un glaucoma congenito, che aveva drammaticamente interrotto la sua carriera sportiva costellata di tante soddisfazioni: tra i normodotati “Cannoncino” è stata campionessa europea indoor a Birmingham nel 2007, capitana della nazionale ai mondiali di Osaka 2007, ha partecipato alle Olimpiadi di Pechino nel 2008.
Noi di storie all’Overtime abbiamo avuto il piacere e l’onore di conoscerla nel 2012, durante la seconda edizione del nostro festival. Ne abbiamo apprezzato lo spirito indomabile, la spontaneità, il senso dell’umorismo, la forza di non piangersi addosso. Durante la presentazione del libro di Paolo Genovesi “Liberi di sognare” moderata dalla giornalista Elisabetta Ferri, ha raccontato alla platea e ai tanti giovani presenti la sua storia, le traversie, la voglia di non arrendersi, con semplicità, senza enfasi o frasi ad effetto, senza atteggiarsi a diva o maestra di vita. E a quanti le hanno domandato le ragioni per cui ha deciso, dopo la perdita della vista, di cimentarsi nella carriera paralimpica candidamente ha risposto: “sono sincera, all’inizio l’ho fatto per ragioni economiche. Mi allettavano i premi in denaro previsti per i vincitori delle gare”.
Da quel momento in poi sono cominciate le sfide: la voglia di migliorarsi, di non porsi limiti, di lanciare quel peso sempre più lontano, verso misure che apparivano impossibili ed essere esclusivamente alla portata di atleti normodotati. Con in testa un sogno, quello di riuscire a gareggiare assieme ai normodotati stessi; un sogno diventato obiettivo sempre più vicino e alla portata grazie alla sua tenacia e alle qualità tecniche e temperamentali. Basti pensare che nel 2014 la Legnante, con una continua serie di record del mondo, è riuscita a lanciare il peso fino a 17.32, misura nettamente superiore ai 16.30 metri richiesti dalla Federazione Europea come minimo per la qualificazione ai recenti Europei di Zurigo riservati ai normodotati, ma incredibilmente insufficiente per la Federazione Italiana che richiedeva invece il raggiungimento di un esorbitante 17.50 metri.
Siamo sicuri che l’atleta campana ci riproverà, con ancora maggiore determinazione e cattiveria agonistica. A proposito, in questo articolo non l’abbiamo voluta appositamente definire l’Oscar Pistorius italiano: non per le recenti e drammatiche vicende di cronaca nera che hanno visto protagonista l’atleta sudafricano ma perché Assunta Legnante e la sua carriera brillano di una splendente luce propria.