A Bari… gioco pericoloso

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«Nella controra del dopopranzo barese, la città è tutta allo stadio. Quelli che contano, quelli che non contano niente, le famiglie con i bambini, gli impiegati, i malavitosi e i poveri cristi. Con un caldo polveroso che ti prende alla gola e non ti fa respirare, ma questo oggi è l’ultimo dei pensieri. I veri tifosi respireranno dopo. La partita è decisiva, basteranno novanta minuti per sapere se stiamo dentro o fuori dalla serie A, se occorre rinnovare l’abbonamento per la prossima stagione e assolvere o scomunicare i patron della squadra una volta per tutte. C’è poco da scegliere, noi o i nostri poco amati cugini leccesi. Ma siamo parenti di Cassano e non ce lo scordiamo mica, basta questo a farci sentire impuniti e baldanzosi. E anche se per la salvezza basta un pareggio, ce la giocheremo fino all’ultimo sangue. Biancorosso, ci mancherebbe altro».

 

Edito da Sonzogno nel 2014, Gioco pericoloso è la quarta indagine di Lolita Lobosco, commissaria barese creata dalla penna vivace e sbarazzina di Gabriella Genisi, scrittrice pugliese che vive tra Bari e Parigi. Definita da Massimo Carlotto una delle scrittici femminili più interessanti del nostro Paese, classe 1965, l’autrice usa un registro fresco e spensierato. Libri gialli a tinte rosa, in cui le vicende di Lolì si intrecciano con casi da risolvere. Quello di cui parliamo oggi abbandona la frutta usata nel titolo dei primi tre romanzi (“Giallo ciliegia”, “La circonferenza delle arance” e “Uva noir”). Riguarda il calcio.

Il San Nicola di Bari. (Foto di Fbio87, CC BY-SA 3.0)

Siamo allo stadio San Nicola di Bari, l’astronave piena di sogni disegnata da Renzo Piano. Si gioca la partita decisiva per la serie A. In campo i padroni di casa contro i cugini leccesi. È un derby vero, tra i più sentiti e carnali d’Italia. Una di quelle partite in cui i minuti sono interminabili, i tifosi urlano come dannati all’inferno, i dirigenti e gli allenatori si giocano il tutto per tutto. Sugli spalti c’è anche il commissario Lolita Lobosco, la sexy poliziotta che sembra Sabrina Ferilli. Tacco 12 anche in missione, seducente, impulsiva, moralmente integra ma senza eccessi di moralismo.  Mediterranea e amante della buona tavola. Verace come le vongole e la pummarola. Innamorata e gelosa dell’amoresuo Giovanni. In tribuna vip passa ai raggi x tutte le belle donne (capelli tinti biondo Bari, abbronzatura biondo Bari, abbigliamento biondo Bari).

Domenico Scatucci, 32enne capitano del Bari, subito dopo essere stato sostituito da De Dominicis ha un malore e muore in campo. A nulla serve il massaggio cardiaco dei dottori. In pochi secondi si spegne la carriera di una delle promesse del calcio nazionale, due anni all’Udinese, uno nella Juve e tre in quota al Bari. Una giovanissima moglie ungherese in cinta al quinto mese. Cause naturali è il verdetto, una di quelle morti inspiegabili e sempre più frequenti in campo sportivo, uno di quei casi probabilmente all’ombra del doping. Tutto sembra essere seppellito dalla gioia del pareggio, dalla riconferma della serie A e dalle migliaia di bandiere biancorosse.

Lolita si intende di calcio come un uomo di forcine e bigodini. Allo stadio del resto ci è andata per caso, per prestare casa all’amicasua Marietta o comecavolosichiama, indaffarata nelle tipiche ore da adulterio bisettimanale. La morte di Scatucci va in soffitta, fino a quando non accade qualcosa di strano. Lolita vede morire davanti ai suoi occhi Vittorio Lamuraglia, suo vecchio amico e notaio conosciutissimo in città. Travolto da un camion della nettezza urbana sul lungomare Di Crollalanza, all’altezza dell’Albergo delle Nazioni. Con Vittorio, detto ‘o bebbè, muore anche la sua fedelissima cagnolina Polpetta. La notizia fa il giro della città, della famiglia e della belle donne che gli giravano intorno. Il funerale è una sfilata, un evento quasi mondano. Ci sono Stefano Morelli, dentista e primo amore di Lolì, Assunta Malaspina, avvocato della vittima e di Stefano, ultrà, ristoratori fidatissimi e la squadra del Bari al gran completo.

A guidare il camion dell’Azienda Rifiuti è Ramon. Prima dice di chiamarsi Cesarino, poi diventa irreperibile. Nessuno lo conosce, negli elenchi dei dipendenti dell’azienda quel nome non risulta. Cesarino è invece il nome dell’autista che doveva essere in servizio domenica sera. Non si presenta al lavoro perché con il collega Alfonso Pilagatti riceve una chiamata dall’azienda :“Domani ci sarà un cambio di turno!”. Molti i punti oscuri che attirano l’attenzione del Commissario.

La copertina del libro.

Entrambi i decessi vengono frettolosamente archiviati dal Pubblico Ministero Sabrina Sallusti, fisico tonico e rivale in amore di Lolì. La più smorfiosa della Procura, di cui mezza dietro. Ma solo perché con l’altra mezza ha già dato. Contende alla sexy commissaria “Giovannimio” Panebianco. Il loro rapporto è in crisi. Si vedono poco ultimamente, l’emicrania è permanente. Giovanni ha cominciato anche a cucinare la melanzana destrutturata ai quattro colori. Un inno a Ferran Adrià, un insulto alle cozze ripiene e ai piatti con il galletto di Grottaglie. Perché la gente del Sud è abituata a digerire tutto, e con tutto intendo tutto. Raramente ha bisogno di acqua, limone e bicarbonato. “In amore esistono regole ben precise.. Un uomo prima di portartelo a letto deve cucinare per te.” Il commissario Lobosco in questo momento cerca altro: babà di Fasano (crema e rhum), strascinate saltate con verza pancetta e scamorza, polpette di pane fritte, peperoni fritti e panzerotti, peperoni ripieni, salsiccia alla griglia. Nero di Troia da stendere un toro. Piatti che conquistino prima con il naso, poi con gli occhi e poi con la bocca.

Lolita capisce che qualcosa non va nella morte di Vittorio. Non solo il cambio di autista e il mancato esame utopico sulla vittima. Emergono dettagli sconvolgenti. La nuova fidanzata Antonietta Bertoldazza, bionda pierre di 47 anni e ballerina di night club da sempre, racconta che stavano accadendo cose strane: macchina rubata, cane bruciato. Si bruciato. La piccola Braciola, prima di Polpetta! Gente strana cercava Vittorio, zingari, malavitosi. Telefonate a tutte le ore. La fissazione crescente per le partite. Nervoso, preoccupato, alle volte impaurito. I soldi c’erano solo a periodi. Antonietta costretta agli straordinari al night. I rumors parlano di delitto passionale nel mondo omosessuale. Roberta Milano, la vedova Lamuraglia, ricorda la depressione e i vecchi problemi con l’alcool dell’ex marito (anche se la sera dell’incidente Vittorio non appariva alticcio).

Lolita chiede a Sabrina Sallusti, pubblico ministero, di riesumare il corpo di Lamuraglia, per affidare l’incarico al medico legale Professor Introna. Chiede ulteriori rilievi. Vuole accertare se ci siano o meno tracce di frenata sul corpo. La PM non accetta, ne nasce un conflitto endemico, anche perché Giovannimio diventa Giovannisuo. Panebianco accompgna Sabrina Sallusti negli incontri ufficiali, nelle conferenze stampa e allo stadio. Lobosco è furiosa, ma imperterrita continua a seguire il suo fiuto.

Indaga sugli assidui frequentatori dello spogliatoio del Bari Calcio, quelli che si trattengono allo stadio con gli addetti ai lavori e i tifosi più incalliti. Cerca archivi fotografici da Gustavo (che bella l’immagine della Bottecchia celeste appesa alla parete) e Onofrio Colaianni. Scatole intere piene di ritagli che riguardano Vittorio ‘o bebbé. Le foto del suo matrimonio, onorificenze sportive, lo scandalo sanità, l’arresto, il processo, l’assoluzione per assoluzione per insufficienza di prove e la scarcerazione. Vuole studiare le “facce” che ruotano intorno alla società: ultras, gente dell’Est, persone poco raccomandabili

Lolita sa andare oltre le apparenze: impulsività, intuito e ragionamento la porteranno a collaborare con Pedra Delicado, l’investigatrice spagnola più famosa al mondo, molto amica di Salvo Montalbano e Bernardette Boudet, commissario marsigliese, detta anche BB, in onore alla fantastica Brigitte Bardot. Aperitivi e incontri romani in zona Pantheon. Bucatini alla gricia, fritto misto, carciofi alla giùdia e fragoline di bosco con gelato alla crema. Vinello rosso dei Castelli. Marsiglia, Bari e Barcellona riunite, al centro il racconto dei loro eccessi. Il fungo da esterno dopo ore non basta più a scaldare il pomeriggio e le disavventure amorose delle tre.

Il Dottor Martinelli, sotto pressione, accorda la riesumazione di Vittorio Lamuraglia e di Domenico Scatucci. I referti non lasciano dubbi. Nessun tentavo di frenata per il primo. L’assunzione di una sostanza mista a nitrato di sodio per il secondo. Richiesta anche la misura cautelare di intercettazione telefonica per Sallusti: l’ipotesi di reato e il favoreggiamento.

Tutto sembra portare a uno scandalo internazionale. Negli ultimi anni la Procura barese ha assestato colpi durissimi alla malavita, scoperto una serie di traffici internazionali, droga, armi, rifiuti tossici. Sgominato bande, arrestato capiclan, scompigliato giochi esistenti. La necessità di trovare nuovi business porta la malavita a “investire” nelle scommesse in tempo reale. Accanto alle puntate legali, nasce un giro sporco con quelle clandestine. Partecipano famiglie patriarcali, ultras, professionisti, figli di papà, ex giocatori incapaci di gestire il fine carriera. “A Bari nessuno è innocente. Terribile, ma è così. Dal mare guardo la città, questa città bellissima, eppure senz’anima. Forse l’hai persa, forse non l’hai mai avuta. Bari. Il destino lo porti scritto nel tuo nome, perché quando pure i tifosi si vendono le partite, che altro vuoi fare”.

Scandalo di portata internazionale che tocca oltre agli Europei e alla Champions League anche i Mondiali 2014: arbitri, calciatori e dirigenti, agenzie di scommesse, criminalità organizzata. Africa, America Centrale, Sud America, Singapore e Medio Oriente. Il tutto coordinato da un ex giocatore del Bari, Giovanni Carofiglio, detto Nanucc’ ù Napoletàn che gestisce un negozio di articoli sportivi in pieno centro a Bari. Uno di quelli che fa parte degli anni d’oro del Bari calcio, gli anni in cui la sua figurina andava a ruba tra i ragazzi che giocavano in Via Napoli e ne valeva tre per lo scambio.

Lo scandalo colpisce al cuore l’orgoglio dei baresi, smarrisce il loro senso di appartenenza. Scardina uno dei simboli più potenti, insieme alle cozze crude e San Nicola: il calcio. E nei momenti di crisi, quando è più forte il bisogno di aggrapparsi a qualcosa, lo sport può servire a salvare.  Perché dal fango nascono anche le rose, e perché come scrive Jorge Luis Borges, ogni volta che un bambino prende a calci qualcosa per strada, ricomincia la storia del calcio.

“Gioco pericoloso” è un giallo gradevole e divertente che indaga nel torbido del calcio scommesse e dell’illecito sportivo. La trama non è originalissima, ma si legge volentieri. Le questioni sentimentali e la descrizione dei piatti succulenti sono sicuramente predominanti sul tema sportivo. Forse più debole dei precedenti episodi, vede presenti nelle 191 pagine gli aiutanti di sempre, Esposito e Forte. I bisticci di parole sono una costante che contraddistingue l’autrice. La trovo una forma di scrittura molto interessante, in grado di generare nuovi vocaboli composti, parole “macedonia” come Gesùmadonna / Epperquesto / Chissapoiperché / Ettipareva / Maperpiacere / Bellafemmina / nonsisacome.

Gabriella Genisi. (Foto di Cristina Antonelli, da @gabriella.genisi on Facebook)

Gabriella Genisi ricostruisce con intelligenza quanto lo sport e il calcio in particolare possa essere importante per una città del sud a fronte del degrado quotidiano e delle difficoltà di vita – vedi i personaggi di Angela Varco e del rapinatore Giuseppe Lavopa. Come la spensieratezza estiva delle mutande, canottiera, focaccia e Peroni ghiacciata in mano possano essere messe a repentaglio da una malavita in grado di infilarsi tra le trame del gioco… che diventa pericoloso. Un romanzo leggero, dalle tinte mediterranee, in cui Lolita Lobosco è una sorta di avatar della sua autrice. Da leggere sotto l’ombrellone d’estate. Magari in vacanza in Puglia.

Con ironia si affronta anche il tema della solitudine. “Manca appena un mese a Natale, ma la crisi c’è davvero, e avvertirla fa male. La mia Bari di sempre è una città piena di luci e decori, e quest’anno invece appare spenta, incupita. Il Natale non arriva più neanche per le strade del centro, non solo a Japigia. La gente tira dritto per strada, con il volto nascosto tra le sciarpe. I negozi chiudono, solo i Compro oro e i centri scommesse spuntano come funghi a ogni angolo di questa bella città…. E poi cì è un silenzio strano, mai sentito prima d’ora, in una città che in fatto di bombe, botti e tric trac, è seconda solo a Napoli”.

L’epilogo sentimentale è a uso esclusivo dei lettori romantici.

Da segnare invece le ricette del commissario Lolì in appendice, per una cucina ricca e saporita.

Buona lettura e buon riso patate e cozze!

 

GIOCO PERICOLOSO

di Gabriella Genisi

SONZOGNO – 191 pagine

Euro 12,00

La citazione da ricordare

«La partita della tua squadra del cuore, o vista dal vivo, o vista in televisione, è un momento a se stante, una bolla magica in cui ci sei tu, undici giocatori e un pallone. Tutto il resto non conta a parte il risultato. Sei disposto a prendere acqua e vento. A congelarti il naso e le mani. O a beccarti un’insolazione. Non rispondi a tua moglie o alla tua fidanzata o amante che sia. Non vuoi vedere nessuno, né sentire nessuno.

L’amore è sacro, l’amore era vedere mio nonno che ogni pomeriggio tagliava una mela e ne dava sempre una metà a nonna Dolò».

 

Foto copertina – Uno scorcio di Bari vecchia. (Foto di Josh Chiodo on Unsplash)

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