Un Derby a Berlino, istruzioni per romantici passeggeri

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berlino derby

Ci sono regali che valgono doppio. Triplo. Quelli che ti vengono donati da una persona cara che sa come toccare le corde, come colpire il segno. Quelli che ti riportano indietro nel tempo, accarezzando ricordi e sensazioni. Quelli che ti permettono di conoscere e scoprire nuovi orizzonti. E’ quello che mi è capitato all’ultimo Natale. Un libro sulla “mia” Berlino.

Appena tra le mani mi dico “La partenza è già buona!”. Copertina vintage, dai colori tenui. Bene in vista il nome della città che mi ha ospitato qualche anno fa. Una casa editrice a me sconosciuta. E qui cospargo il capo di cenere!

La copertina del volume. (Copyright Iperborea – The Passenger)

Devo fare mea culpa per non aver mai letto prima una delle guide “The Passenger” della casa editrice Iperborea. Fondata da Emilia Lodigiani nel 1987 per far conoscere la letteratura dell’area nord-europea in Italia, la casa editrice è la prima casa editrice in Italia a esplorarla in maniera sistematica, con produzioni di grandissima qualità, dando voce ai classici, come alla narrativa contemporanea. Dal 2018 lancia la serie “The Passenger” (nulla a che fare con la canzone di Iggy Pop, anche se il connubio spesso lo vedrei molto azzeccato), un libro-magazine che raccoglie inchieste, reportage letterari, illustrazioni originalissime, info grafiche e saggi narrativi che formano il ritratto della vita contemporanea di un paese o una città – non solo Nord-Europa.

Cosa pensa un islandese della marea di turisti che sommerge il suo paese? Gli abitanti di Amsterdam sono ancora campioni di tolleranza e apertura al mondo? Ecco cosa campeggia nella sezione “The passenger” sul sito di Iperborea, accompagnato da un logo che è un richiamo a Huginn e Muninn: due corvi presenti nella mitologia norrena associati al dio Odino.

berlino

(Copyright Iperborea – The Passenger)

Contributi di altissima qualità, non sempre semplici da leggere. Una guida di viaggio sui generis, per esploratori del mondo. Tante storie e diverse voci che compongono un racconto ecclettico, per scoprire, capire, approfondire e lasciarsi ispirare. Cultura, economia, politica, costume e curiosità. In appendice consigli d’autore, playlist e spunti per approfondire.

Ma anche sport! Come accade da pagina 153 del volume dedicato a Berlino.

Dopo essere stata a lungo la capitale della controcultura, il luogo di nascita di mille mode in anticipo sui tempi e avere attirato giovani e investimenti, Berlino ora vive i problemi di una capitale matura, più affollata e gentrificata di una volta. Per capire come sia nato ed entrato in crisi il mito di «città di tendenza» dobbiamo risalire alle sue origini nei primi anni Novanta quando una gioventù affamata di libertà si appropria di luoghi abbandonati per trasformarli in discoteche leggendarie, dove inizia a esibirsi una nuova stella della techno, l’icona berlinese Ellen Allien, a cui viene dedicata una commovente biografia.

Un grande scrittore e testimone di mezzo secolo di storia della città, Peter Schneider, ci riporta alle atmosfere del «Cielo sopra Berlino», quando Potsdamer Platz era un deserto che simboleggiava le cicatrici della guerra; mentre un giovane scrittore che ha vissuto in prima persona l’ultimo febbrile decennio berlinese, Vincenzo Latronico, individua in un altro spazio deserto – la distesa verde dell’ex aeroporto di Tempelhof – il luogo che meglio rappresenta il sogno che molti rincorrono trasferendosi nella capitale tedesca: una maggiore libertà.

berlino derby

(Copyright Iperborea – The Passenger)

Con il tempo gli spazi liberi sono diminuiti, come constatato sulla propria pelle da Annett Gröschner, autrice di numerosi libri su Berlino, che mostra come la speculazione immobiliare ha cambiato il suo quartiere, Prenzlauer Berg. Il caro affitti può ridurre gli spazi di espressione e perfino spingere alla chiusura delle tradizionali Kneipen, come è purtroppo facile capire passeggiando per la capitale tedesca.

In un momento storico in cui si aprono sempre più crepe sui lati oscuri della Riunificazione, si può leggere il reportage pluripremiato di Daniel Schulz sulla sua gioventù tra i neonazisti in provincia. Ha ancora senso dire «berlinese dell’Est»?

A giudicare dalla forte identità delle due squadre di calcio di Berlino Est, sembrerebbe proprio di sì, come racconta Alina Schwermer. Laureata in Giornalismo e attualmente responsabile della sezione sportiva del quotidiano taz, die tageszeitung, scrive anche per il settimanale Junge world. Nata a Colonia e tifosa del Bayern Monaco, è berlinese d’adozione. Affronta i destini incrociati delle due squadre di Berlino Est: la Bfc Dynamo che dominava i campionati della DDR oggi arranca nelle serie minori, mentre l’FC Union è arrivata per la prima volta in Bundesliga.

berlino derby

(Copyright Iperborea – The Passenger)

Due squadre espressione di identità diverse, espressione dell’Est, tra passato e presente. I berlinesi non si considerano abitanti di una città calciofila, anche se ci sono tante squadre, ognuna espressione di una zona o di una tipologia di fan ben specifico, basti pensare all’Hertha Bsc – il grande club dell’Ovest – o alle compagini di quartiere molto spostate politicamente a sinistra, come il Tennis Borussia Berlin e la squadra di migranti Türkiyemspor.

Su The Passenger si legge di come sia cambiato tanto, se non tutto, a Berlino. Anche nello sport.

Lo Stadion An der Alten Försterei è dominato dall’opprimente silenzio settimanale, in attesa di riempirsi per le partire dell’Union Berlin, che vedono tifosi arrivare anche dall’Inghilterra. Nonostante fosse e sia lontana dal centro, incarna i valori e gli ideali di milioni di persone dell’Est. L’Union rappresenta i lavoratori, gli stessi che nel 2004 salvarono la società dal fallimento con l’iniziativa “Sangue per l’Union”. Furono raccolti 1,46 milioni di euro di donazioni grazie a sponsor, mecenati, partite di beneficienza. I tifosi andarono a donare addirittura plasma in massa e i soldi li inviarono via bonifico al conto dell’Union Berlin. Gli stessi che aiutarono nel 2008 il club a ricostruire lo stadio (nel vero senso della parola). Ancora oggi, prima di ogni partita, l’inno sociale racconta ed esalta la storia dei Schlossejungs, i “ragazzi fabbri”.

Lo Stadion An der Alten Försterei, casa dei tifosi dell’Union. (Photo/Map: Arne Müseler / arne-mueseler.com / CC-BY-SA-3.0)

Friedrich-Ludwig-Jahn-Sportpark è un mondo a parte. Casa dei tifosi del Bfc, oggi è associata agli ambienti di destra, anche se all’inizio degli anni Ottanta la compagine era più variegata, quando a far da padrona era la goliardia e la provocazione, piuttosto che la politica. Dopo la riunificazione, la Dynamo divenne l’incarnazione del sistema, memore di essere stata la squadra della Stasi e di Erich Mielke, ricettacolo di fedelissimi del regime e hooligans di destra. La storia dei ribelli “buoni” passò sulla sponda dell’Union.

Di simboli nazisti allo stadio a dire il vero non se ne vedono da un bel pezzo e gli ultimi episodi di violenza risalgono ad anni fa. Oggi in atto un’operazione di marketing da parte del nuovo direttivo composto da membri di spicco degli Hell’s Angels, l’ex ultrà Peter Meyer e Rainer Lüdtke, responsabile dei rapporti con la tifoseria e che avrebbe dichiarato di non avere nulla in contrario a instaurare la “Giornata dei germani”. Secondo la dirigenza la Bfc è vittima dei media, che piuttosto di parlare di radicalismo ed estremismo di destra, non pongono l’attenzione sulla percentuale di tifosi e giocatori (nei settori giovanili) di nazionalità non tedesca.

La pista d’atletica e il terreno di gioco del Friedrich-Ludwig-Jahn-Sportpark. (Foto di Seppalot13, CC BY-SA 4.0)

Il libro approfondisce abbondantemente e in maniera estremamente competente tante tematiche, che fotografano quello che è il sentiment nelle curve di Berlino, di come le mode giovanili e le subculture si siano avvicendate in luoghi culto dello sport della Repubblica Democratica Tedesca. Un viaggio nel passato e un viaggio nel futuro. Una caccia al cimelio (non so cosa darei per qualche sciarpa Ultras della Dynamo anni ‘80) e una visione al domani. Un’archeologia urbana che prevede riqualificazioni all’ordine del giorno e la costruzione di nuovi impianti sportivi.

… e la chiusura del mitico Tacheles.

Questa sera la mia bier vom fass è solo in tuo onore!

 

THE PASSENGER. BERLINO

di A.A.V.V.

IPERBOREA – 192 pagine

Euro 20,90

La citazione da ricordare

«Non tutti i tifosi dell’Union sono nemici dello stato, ma tutti i nemici dello stato sono tifosi dell’Union».

 

Foto copertina – Copyright Iperborea – The Passenger

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