Una cancha in ogni quartiere

Anno 2013. Altopiano di Chajnantor. Nord del Cile. 5mila metri s.l.m. Inaugura l’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (Alma), il più alto osservatorio astronomico della Terra. 66 antenne mobili di alta precisione, disseminate a distanze che arrivano a 16 chilometri, in grado di sondare il cosmo con sensibilità e risoluzione senza precedenti.

Un telescopio dal design rivoluzionario per studiare le radiazioni millimetriche e submillimetriche che provengono da alcune tra le più antiche e distanti galassie dell’Universo.  I loro segnali sono sempre fortemente assorbiti dal vapore acqueo presente nell’atmosfera terrestre. Ma non qui. Non sul Chajnantor. Uno dei luoghi più secchi della Terra, con poche città nei dintorni (e quindi contaminazioni elettromagnetiche limitate) e la cui vicinanza all’equatore permette di avere l’87% di visione del cielo.

Anno 2023.  Campus dell’Osservatorio ALMA. 2.900 metri s.l.m. Benjamín Murúa Arquitectos realizza un centro sportivo sotterraneo. Il progetto si ispira alle quelle stesse condizioni climatiche avverse che rappresentano gli ostacoli da superare. Per adattarsi al clima variabile, si decide quindi di creare una cupola aerodinamica a copertura sia del campo sportivo di forma ovale sia delle strutture adiacenti sottostanti.

Il complesso, spiega l’architetto, è un riferimento al lavoro del progettista tedesco Frei Otto, celebre per aver rivoluzionato il concetto di ‘tensostruttura’, nonché al Padiglione Fuji all’Expo di Osaka del 1970, progettato da Jakata Murata. La copertura curva è infatti costituita da due strati di membrana in PVC e filamenti di fibra di carbonio tra le quali è costantemente gonfiata aria pressurizzata che funge da isolante per l’interno, mitigando le variazioni termiche estreme. Il design della struttura riduce in questo modo la necessità di raffreddamento e riscaldamento meccanici. La temperatura rimane stabile a 16-18 gradi Celsius e il consumo energetico è praticamente pari a zero.

Foto di Cristóbal Correa, da dezeen.com

Sebbene possa reggersi in modo indipendente, capriate di legno lamellare (glulam) supportano la curvatura creando allo stesso tempo spazi vuoti per l’ingresso della luce, L’insieme crea una copertura flessibile e resistente alle intemperie.

Il tetto gonfiabile si collega alla tradizione delle strutture pneumatiche del XX secolo in Cile, dalle aule pneumatiche degli anni ’80 guidate da Juan Baixas presso l’Università Cátolica de Valparaíso alle architetture gonfiabili di Smiljan Radić, come il patio coperto del Museo Precolombino nel 2014, la gigantesca semisfera trasparente realizzata nei  giardini dell’Old royal naval college, sulla riva del Tamigi, per la London Fashion Week nel 2021 e nel 2022.

Sotto la cupola, il complesso sportivo si estende su 965 metri quadrati, a 4,5 metri sotto il livello del suolo e contiene un campo coperto da basket, uno da calcio e uno da pallavolo oltre a spogliatoi e palestra. La forma ovale è realizzata in cemento ed è ipogea, così da proteggerla e sfruttare, al contempo, le qualità geotermiche del terreno.

Un’operazione trans-territoriale (le travi provenivano dal sud del Cile, la tecnologia della struttura pneumatica dalla Germania, gli installatori anche da Perù e Bolivia) per un processo di costruzione, durato circa 200.000 ore, che ha superato la sfida di costruire in un sito remoto, ad alta quota, con venti estremi, terreno difficile, poco ossigeno e una pandemia nel mezzo.

Finanziata dalla National Science Foundation degli Stati Uniti “come un modo per promuovere il benessere del personale”, l’opera riesce a realizzare un forte desiderio dei tanti scienziati (i migliori astronomi di Europa, Stati Uniti, Giappone e Cile) che devono far funzionare quell’osservatorio all’avanguardia ma in condizioni molto difficili e a un’altitudine tanto elevata da esporli a problemi simili a quelli che incontrano gli alpinisti (mal di montagna, bassa pressione atmosferica e carenza di ossigeno da respirare): avere una multicancha.

Cancha è una parola quechua usata in Cile per riferirsi al campo o al terreno in cui si praticano gli sport, delimitato dal gesso per mostrare i confini del gioco.

È il luogo dell’incontro quotidiano, della festa; lo spazio in cui si sviluppa una vita comunitaria, in cui si costruisce la collettività.

C’è una cancha in ogni quartiere e in ogni città del Cile. E ora anche Alma non fa eccezione.

 

Foto copertina di Cristóbal Correa, da dezeen.com

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