Siamo ormai abituati ad ammirare in tv servizi giornalistici sportivi accompagnati dal sottofondo delle note di brani musicali. A volte rock, altre pop. Grandi classici della musica italiana e internazionale. Oppure hit di successo del momento. Ma questo binomio particolarmente felice tra immagini e colonne sonore non c’è sempre stato, nasce solo grazie all’intuizione di alcuni pionieri del giornalismo sportivo tra cui Alfredo Pigna, volto noto della RAI, inviato speciale del TG1, celebre conduttore de La Domenica Sportiva, morto poco più di un anno fa a Roma all’età di 94 anni. Scalpore, ammirazione e qualche immancabile perplessità che accompagna ogni rilevante novità, suscitò il suo servizio con la calda, ruvida e sorridente voce di Louis Armstrong ad accompagnare le immagini in slow-motion della discesa di un campione dello sci.
Geniale innovatore, è stato tra i primi a proporre l’intervista intima, alla ricerca di ciò che il pubblico non conosceva ancora dei propri beniamini, di cosa si nascondeva dietro le imprese dei campioni al di là della tecnica e dei freddi numeri di un record: i loro stati d’animo, le paure, le debolezze, il cuore, le speranze, le illusioni. Senza falsa retorica, senza superficialità, senza scadere nel becero pettegolezzo. E con uno stile unico.
Già giornalista della carta stampata, la televisione è stata la sua grande passione. Ha condotto a più riprese la Domenica Sportiva, ereditandola nella prima occasione da Enzo Tortora e Lello Bersani, lasciandola nel 1974 con una media record di 9 milioni e 500 mila spettatori a puntata. Tra il 1970 e il 1990 ha commentato centinaia di eventi sportivi. Ha seguito – anche in questo caso tra i primi a farlo – la grande vela, realizzando servizi sulla sfida per l’America’s Cup di Azzurra, l’imbarcazione patrocinata e finanziata da Gianni Agnelli, costruita e varata nei cantieri navali di Pesaro, con skipper Cino Ricci e timoniere Mauro Pelaschier. Due grandi sportivi che diventeranno a loro volta apprezzati commentatori televisivi.
Nato a Napoli, Pigna, tanto amante del mare da scegliere di vivere per anni con moglie e figli su un peschereccio ristrutturato, ribattezzato “Intrepido“, è stato tra i giornalisti più legati al mondo della neve, il telecronista di sci per antonomasia. Il cantore delle imprese di Gustav Thoeni e di tutta la Valanga Azzurra, la Nazionale italiana di sci definita così per l’inesorabile forza con cui travolgeva gli avversari sui tracciati di tutto il mondo, guidata da Mario Cotelli – cui l’edizione winter 2020 di Overtime ha dedicato un ricordo a Milano con la partecipazione di Guido Meda e Stefano Vegliani. Pigna con la sua inconfondibile voce ha celebrato l’oro olimpico di Paoletta Magoni che del tutto inaspettatamente vinse lo Slalom Speciale ai Giochi olimpici invernali 1984, in una Sarajevo che, lontana anni luce dalla terribile guerra che l’avrebbe martoriata, viveva un presente prospero e radioso, ed era città simbolo di convivenza multietnica, culla di artisti come Goran Bregovic e Emir Kusturica.
A Pigna è soprattutto legato il ricordo di una telecronaca rimasta negli annali della storia, non solo sportiva e televisiva, del nostro paese. E’ il febbraio del 1988, al teatro Ariston di Sanremo è in corso il trentottesimo Festival della Canzone italiana, l’evento nazional popolare per eccellenza, col suo rituale sacro e amato, che niente e nessuno “osava” interrompere. Almeno prima di quella sera. In contemporanea, a Calgary, in Canada, si sta svolgendo la seconda manche dello slalom speciale dei Giochi Olimpici, con protagonista Alberto Tomba, un ragazzo di città, appena ventiduenne, vulcanico ed esplosivo, così diverso dagli sciatori italiani del passato, che con le sue imprese sta facendo innamorare dello sci tutto lo Stivale. E che, appena due giorni prima, ha già conquistato uno spettacolare oro nello Slalom Gigante. Mentre i conduttori del Festival Miguel Bosè e Gabriella Carlucci stanno introducendo un cantante in gara, da Calgary l’inviato Alfredo Pigna chiede la linea. È il turno di Tomba. Il Festival si ferma per trasmettere la prova in diretta. L’orchestra, i cantanti, i presentatori, il pubblico in sala, assistono alla discesa con trepidazione e in religioso silenzio. L’azzurro trionfa nello slalom speciale rimontando dal terzo posto con cui aveva concluso la seconda manche e precede di 6 centesimi il tedesco Frank Wörndl. È il secondo oro. L’Ariston esplode di gioia ed entusiasmo, milioni di italiani festeggiano nelle loro case. E subito dopo Sanremo riprende il suo corso, con la vittoria finale di Massimo Ranieri con il brano “Perdere l’amore”.
Pigna restò in TV fino alla pensione, «senza mai ricevere una promozione» ebbe a dire, senza riuscire a nascondere l’amarezza. Apri un sito Internet in cui raccontava tutte le entusiasmanti esperienze della sua vita professionale. Si dedicò alla scrittura di libri come “I Re dei Ring”, “Il Romanzo delle Olimpiadi”, “I padroni della Domenica”. Da sceneggiatore, collaborò con il grande amico Dino Buzzati alla trasposizione di alcuni suoi libri in film, come nel caso de “Il fischio al naso” di Ugo Tognazzi, tratto da un racconto dello stesso Buzzati.
Tanti i ricordi e gli attestati di stima umana e professionale che gli hanno dedicato i colleghi l’anno scorso, subito dopo la notizia della sua scomparsa. Tra tutti, questo significativo tweet di Riccardo Cucchi: «Mi auguro che in molti lo ricordino ancora. È stato telecronista di sci, conduttore sobrio e sorridente della Domenica Sportiva, giornalista colto e intelligente. Un altro di quella grande generazione di uomini del servizio pubblico eleganti e preparati. Addio, Alfredo Pigna».
Foto copertina – it.wikipedia.org
Un commento
[…] Pochi, anzi pochissimi sportivi mi hanno entusiasmato tanto quanto Alberto Tomba. Ricordo le tante domeniche mattina invernali in cui cercavo di fuggire il prima possibile dalle lezioni di catechismo o da qualunque altra occupazione outdoor per tornare a casa e incollarmi davanti al televisore per ammirare le sue seconde manche, quelle rimonte pazzesche che hanno spesso caratterizzato la sua carriera, raccontate dalle telecronache dell’indimenticato Alfredo Pigna, cui Storie all’Overtime ha dedicato un ricordo pochi giorni dopo la sua scomparsa n…. […]