Parma, l’isola che non c’è (più?)

Parma, l’isola che non c’è (più?)

Grattuggiamoli”, era lo scherno più gettonato dalle tifoserie ospiti che si presentavano allo stadio Tardini al cospetto del Parma Football Club fino a qualche tempo fa. Atto goliardico in forma scritta o orale che, tuttavia, celava un anatema scaramantico finalizzato all’annullamento della quadratura e della spigolosità di una squadra sugli scudi fin dai primi anni ’90. Periodo, quello, assai prolifico per i crociati ducali, tanto da far guadagnare loro le simpatie trasversali degli sportivi italiani e l’appellativo di “isola felice” per la piazza parmense.

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Erano gli anni dei trionfi, dei trofei internazionali, di una presunta solidità societaria che aveva portato i gialloblu parmensi ai vertici del calcio italiano ed europeo. Epopea lontana anni luce dal calvario sportivo che il Parma si trova a vivere in questi tormentati giorni. Parma_AC_1989-'90Cinque presidenti in una manciata di mesi, richieste di commissariamento da parte di soci di minoranza e di istanza di fallimento da parte della Procura locale, ammanco finanziario certificato e mostruoso, stipendi arretrati da mesi. Giunti a questo punto, finanche la rescissione contrattuale di tesserati tra i più rappresentativi e le conseguenti penalizzazioni in classifica appaiono risibili. E dire che, a conclusione della scorsa stagione sportiva, il Parma aveva ottenuto meritatamente sul campo l’accesso alla competizione dell’Europa League, già Coppa Uefa. Torneo poi venuto a mancare per quella che sembrava una leggerezza della dirigenza, ovvero il mancato versamento dell’Irpef sulla cessione di alcuni giocatori e la conseguente perdita della licenza Uefa. In realtà, l’avvisaglia di una situazione societaria disastrosa. La punta di un iceberg che rischia di portare a fondo i ducali.

 

L’isola felice non c’è più. O, forse, non c’è mai stata. Nel mentre dei  rivolgimenti societari odierni, di fatti, il ricordo vola forzatamente al Parma degli anni ’90, quello targato Calisto Tanzi. Parma_Associazione_Calcio_-_Coppa_Italia_1991-1992_-_Lorenzo_MinottiUna squadra capace di mettere in bacheca tre Coppe Italia, una Supercoppa italiana, una Coppa delle Coppe, due Coppe Uefa e una Supercoppa europea.Un cammino decennale “devastante”, segnato da continue imprese sportive per una provinciale stabilitasi con continuità nel calcio italiano di primissimo livello solo da poco tempo. Alle spalle, come detto, la (presupposta) affidabilità di una multinazionale quale la Parmalat di Tanzi. Una gestione, quella dell’imprenditore di Collecchio, apparentemente inappuntabile, caratterizzata da sapienza amministrativa, mirabili conduzioni dirigenziali e superiori scelte tecnico-tattiche. Sforzi vanificati, tuttavia, dal grande bluff di patron Calisto e dal crac Parmalat del 2003 che, insieme alla bancarotta fraudolenta della multinazionale alimentare, portarono in dote il declino del Parma Ac e la nascita del nuovo, attuale Parma Football Club. Una società che non è più riuscita a rivivere i fasti degli anni precedenti.

 

Calisto_Tanzi_Parmalat

In tutto questo bailamme ducale, sono tre le riflessioni proposte da Storie all’Overtime. La prima concerne, di diritto, gli sportivi e la città di Parma che, ultimi in ordine di tempo, si ritrovano come illustri “colleghi” di altre piazze più e meno famose nel passato a far i conti con l’abdicazione dalla propria passione. Con la delusione prima, il disamore poi e la disillusione nel mezzo. La seconda, invece, intende porre l’attenzione sulla maggioranza degli attuali calciatori del Parma; per una volta, diamo loro il giusto, sottolineando come sia stato valicato l’incerto, italico profilo del “professionista”, temporeggiando in queste ore in merito alla pur legittima messa in mora di una società inadempiente sugli emolumenti. Infine, la terza ed ultima riflessione la vogliamo spendere sotto forma di domanda per il presidente della Lazio e consigliere federale Claudio Lotito: siamo proprio sicuri che la destabilizzazione del sistema arrivi dai bacini d’utenza e non da quel coacervo di arrivisti che governano il mondo del calcio tricolore a colpi di gestioni allegre, interessi personali, corruzione, frodi e scandali?

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