Nicole, sul podio la voglia di vivere

“Figura emblematica di un’Italia ricca di esperienze positive”. La consacrazione definitiva per il percorso sportivo di Nicole Orlando è arrivata niente meno che dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La seconda figura più eminente dello Stato dopo la bandiera ha scelto l’atleta paralimpica biellese come simbolo di un ampio movimento femminile nazionale capace di tangere l’eccellenza. A cascata, molti altri soggetti hanno avuto modo di rendere visibile l’energia sportiva (e produttiva) di Nicole, da altre cariche istituzionali a media di primaria rilevanza, passando per format televisivi di intrattenimento. Ma queste sono conseguenze, al mondo sportivo sano devono necessariamente interessare le cause. I motivi, gli stimoli e i sacrifici che hanno eletto Nicole a modello.

 

La Orlando è una genuina ragazza piemontese affetta da sindrome down. Complesso e frastagliato ostacolo, quindi, quello del superamento in successione di inabilità fisiche, di obiettivi sportivi imperniati sulla competizione e, non ultimo, di barriere fondate su pregiudizi. Ed è proprio da una limitazione fisica sostenuta da pregiudizio che ha principiato il brillante cammino da atleta di Nicole. Stoppata in tenera età dai medici che, a difesa della lentezza e della pigrizia dei legamenti laschi generalmente in dote a persone disabili, le precludevano attività troppo dispendiose, la Orlando ha dovuto fare di necessità virtù. Sostenuta dalle cure di due genitori ex sportivi di discreto livello, si è inizialmente approcciata alle piscine per fortificare la struttura corporea. In seguito, con la piena padronanza degli arti motori, ha virato verso la ginnastica artistica, sotto l’ala protettiva di un’allenatrice d’eccezione, quella Anna Miglietta già atleta e coach della nazionale di ritmica.

Con questi ingredienti, la ricetta per un’ottima pietanza sportiva, prescindendo naturalmente dall’obbligo dell’agonismo, difettava della sola volontà della ragazza. Volontà che, manco a dirlo, Nicole possedeva e possiede a profusione. Un’energia che sarebbe meglio tradurre con caparbietà, che l’ha portata a tramutare la fragilità dei propri legamenti da impedimento a virtù. Ben presto, infatti, Nicole ha capito come sfruttare la difficoltà a proprio vantaggio, accantonando la capacità di applicazione della forza e concentrandosi sulla più ampia escursione elastica che l’inabilità le poteva concedere. Determinazione, coraggio e veemenza incontenibili hanno fatto il resto. Un’incontrollabile voglia di vivere, detto in soldoni, che ha portato Nicole ad alzare l’asticella e al grande passo verso l’atletica. Un altro pianeta rispetto alla ginnastica artistica, non meno probante, ma certamente più competitivo. Nessun problema per chi è avvezzo alla battaglia. Nicole, col piglio irriverente di ogni ventiduenne, mette in carniere quattro ori e un argento alla rassegna mondiale Iaads del Sudafrica a fine 2015. 100 metri, salto in lungo, triathlon con record del mondo, staffetta 4 per 100 e anche 200 metri: la biellese atomica non lascia niente sul tavolo, incominciando come portabandiera italiana e concludendo avvolta dagli stessi colori tra copiose lacrime di gioia.

Figura emblematica di un’Italia rosa e positiva per il Presidente della Repubblica. Orgoglio per la Federazione Italiana Sport Disabilità Intellettiva Relazionale. Vanto per il Team Ability La Marmora di Biella. Atleta di punta per le prossime, innovative Olimpiadi Trisome di Firenze. Ma, sopratutto, reale incarnazione di una straripante voglia di vivere per chiunque si trovi in difficoltà. Sia esso sportivo o meno.

 

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