Guido Capello, classe 1923, ha fatto le giovanili nel Grande Torino e poi una carriera da attaccante nelle serie minori. Diventato allenatore nel settore giovanile del Lecco, ha dimostrato subito di saperci fare: ha la giusta predisposizione, si fa capire dai ragazzi e li capisce. A Lecco arrivano anche i risultati come la vittoria del campionato De Martino. Nel 1970 arriva così la chiamata dell’Atalanta. Capello allenerà per un biennio la Primavera nerazzurra.
Il 5 febbraio 1972 la sua squadra si trova a La Spezia. Deve esordire nel prestigiosissimo torneo di Viareggio, affrontando il Boca Juniors. Alla vigilia però gli si fa male Bellotti, il libero titolare, e c’è da trovare una soluzione. Capello è uno a cui piace il fraseggio, il gioco arioso, ma siamo nel 1972 e in Italia tutti giocano con il libero, giovanili e prime squadre.
“E ora chi faccio giocare?”, pensa a voce alta, mentre accanto ha il figlio Gianluigi, che segue per questa occasione la squadra allenata dal padre. Gianluigi non risponde. Guido è un uomo che ascolta tutti, dirigenti e colleghi compresi, ma poi decide sempre di testa sua.
Nella totale emergenza trova un’idea geniale che stravolgerà il calcio nazionale. Capello fa giocare da 6 non un altro difensore, ma un centrocampista che parla sempre poco e sa giocare al pallone in maniera divina. “Testa alta, due piedi” dicono gli addetti ai lavori di Gaetano Scirea. Però dicono anche che non è una stella, all’apparenza sembra essere troppo buono per imporsi e di testa non è implacabile.
“Gaetano, ho pensato di farti giocare libero”.
Scirea rimane perplesso, non è convinto. Ha sempre giocato a centrocampo, agli inizi addirittura da attaccante. Non gli va di cambiare. Però non è di quei diciottenni che contestano l’autorità. Indossa la maglietta che gli lanciano e gioca.
Dietro di lui in porta c’è Bodini, futuro compagno alla Juve ed eterno vice di Zoff, davanti agisce Percassi, oggi presidente dell’Atalanta. La squadra di Capello vince 1-0, grazie ad un Scirea perfetto, che riesce essere un centrocampista anche da libero e un Bodini insuperabile. Nello stadio di La Spezia duemila persone vedono la prima partita di Gaetano Scirea nel ruolo che lo farà diventare famoso in tutto il mondo.
Non lo sanno ancora, ma è nato in questo momento il Beckenbauer italiano, un giocatore che stravolgerà il ruolo di libero in Italia. Nove mesi dopo si infortuna Savoia, il libero della prima squadra. C’è da affrontare il Cagliari di Gigi Riva e l’allenatore Corsini decide di buttare nella mischia il giovane della Primavera. È l’esordio in serie A, due anni dopo è semplicemente titolare di formidabile Juve.
Foto copertina – Gaetano Scirea in tackle sul bomber del Torino, Francesco “Ciccio” Graziani, nel derby del 3 aprile 1977. (Foto da calcioblog.it, in pubblico dominio)