Franco Cucinotta, il bomber della Coppa dei Campioni

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franco cucinotta

Kevin Keegan nella finale di Roma del 1977 fa ammattire Berti Vogts, il Liverpool battendo il Borussia Monchengladbach vince la sua prima Coppa dei Campioni. Nonostante una partita sublime Keegan, al passo d’addio coi i Reds perché ha già deciso di trasferirsi all’Amburgo, non riesce a mettere il suo nome nel tabellino del 3-1.

In testa alla classifica marcatori rimangono dunque due attaccanti che con le loro squadre si sono fermati in semifinale. Sono l’immenso Gerd Muller, e questa di certo non è novità, e Franco Cucinotta. Ma cosa ci fa un italiano a quota cinque gol in testa alla classifica cannonieri? Non gioca col Torino di Radice, che è uscito già al secondo turno, chiudendo l’avventura in 8 uomini e con Ciccio Graziani in porta. Il siciliano Franco Cucinotta è l’attaccante dello Zurigo, che si è arrampicato fino alle semifinali di Coppa dei Campioni per la seconda volta nella sua storia.

franco cucinotta

Lo Zurigo che sfiora l’impresa europea nella stagione 1976-1977. (alineacionesinternacional.blogspot.com)

Franco nasce nel 1952 a Novara di Sicilia, provincia di Messina. All’inizio degli anni Sessanta la famiglia emigra nella Svizzera francese alla ricerca di lavoro. Non devono essere gli unici ad avere quest’idea se in quasi sessanta anni lo splendido borgo ha perso all’incirca tremila abitanti sui poco più di quattro di allora.

Il piccolo Franco inizia presto a giocare nelle giovanili del Montreaux, poi esordisce nel campionato svizzero fino a firmare nell’estate del 1976 un contratto con lo Zurigo. Il biondino di passaporto italiano, che non ha mai giocato con la Nazionale svizzera, segna a raffica sia in campionato che in coppa. È la sua stagione d’oro.

È rapido, ha fiuto per il gol. Lo chiamano Anastasi, quattro anni in più ma stessa struttura fisica e stessa sicilianità. Purtroppo un’ammonizione con la Dinamo Dresda nei quarti gli impedisce di giocare l’andata con il Liverpool. Ma intanto di lui si inizia a parlarne anche da noi. Concede la prima intervista a un giornalista italiano. Dalla redazione della Stampa si scomoda Bruno Bernardi, per tutti Bibì, cronista di razza e spalla ideale del sommo Giovanni Arpino. Cucinotta certo che vorrebbe venire a giocare in Italia. È italiano, parla la nostra lingua – oltre al francese – e poi come si fa non voler guadagnare di più, quando in Svizzera la vita è così cara?

Le squadre italiane però non possono acquistare per regolamento giocatori stranieri provenienti da altre federazioni, questo perché si è voluto puntare sul calcio nostrano, risanare i vivai per ritornare a vincere. Questa regola rimane fino al 1980, quando c’è la cosiddetta riapertura delle frontiere che porta da noi, tra gli altri, Krol e Falcao.

Nel mezzo il vuoto, un vuoto che in parte è anche legislativo, dentro al quale Cucinotta non riesce a inserirsi, malgrado ne abbia voglia lui e nel 1976 sembrano non mancare i potenziali acquirenti. Da questo punto di vista la sua è una storia abbastanza sfortunata. Nel 1980 il meglio lo ha già dato, e non era ancora conosciuto nel 1973, quando abbastanza inspiegabilmente rispetto al regolamento vennero fatti arrivare dall’estero alcuni oriundi, tra cui Dante Mircoli alla Sampdoria e Carlo Sartori al Bologna.

Sartori, nativo di Trento, è cresciuto calcisticamente nel Manchester United ed è diventato il primo non britannico della storia a esordire coi Red Devils. Sartori è ricordato anche per aver segnato nel novembre del 1968 un gol deciso in Europa contro l’Anderlecht. Che coppa era? Quella dei Campioni, ovviamente.

Roger Magnusson, il “Garrincha svedese” acquistato dalla Juventus e impiegato solo in Coppa dei Campioni negli anni in cui alle squadre italiane era proibito l’acquisto di stranieri dall’estero. (Foto da Hurrà Juventus, in pubblico dominio)

P.S: è abbastanza inspiegabile pure che nel 1967 alla Juve sia stato concesso di acquistare, durante questo periodo di embargo, Roger Magnusson. Lo acquistò dal Colonia, ma poté farlo giocare solo in Coppa dei Campioni. Il Garrincha svedese (soprannome che si era portato dietro dalla Francia) disputò quindi zero partite in campionato e sei (con due gol) in Europa. Quella Juve arrivò in semifinale, sconfitta in entrambe le partite dal Benfica. È l’anno del Manchester United.

 

Foto copertina – Franco Cucinotta, primo da sinistra, in posa insieme a due compagni di squadra. (transfermarkt.it)

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