Overtime Film Festival: i vincitori

Overtime premia i migliori cortometraggi e documentari sociali in ambito sportivo. Sono stati giudicati lavori provenienti da più di 20 nazioni. Migliori Film “Are you volleyball?”, la storia di un gruppo di esiliati arabi che si riscatta attraverso lo sport.

OVERTIME FILM FESTIVAL:
I VINCITORI.

MACERATA – Si parla di passioni e imprese ad Overtime, il Festival del racconto e dell’etica sportiva di Macerata, si incontrano campioni e giornalisti, testimoni piccoli e grandi della bellezza dello sport, ma negli ultimi anni, Overtime è stata anche una importantissima vetrina per film, documentari e cortometraggi d’autore in ambito sportivo. Un concorso che ha premiato negli ultimi anni lavori importanti sui miti e le leggende sportive, come Pietro Mennea e Agostino Di Bartolomei, e riflessioni sul doping, sugli sport paralimpici, sul legame tra riscatto sociale e attività sportiva.

La novità di quest’anno è la grandissima varietà di documentari sociali e cortometraggi in tema sportivo, provenienti da tutto il mondo. Dalla Russia alla Germania, dalla Spagna alla Francia, ma anche dal Sud America (Colombia, Cile, Brasile, Argentina), dagli Stati Uniti, dalla Cina, dalla Corea, dall’Iran, dall’India, dall’Egitto. Tutti lavori premiati in una apposita categoria di film stranieri.

Il premio per il miglior film è andato al cortometraggio “Are You Volleyball?” di Mohammad Bakhshi, autore iraniano che ha raccontato la storia di un gruppo di esiliati arabi in un country border presidiato da forze militari. Protagonista è un bambino che aiuta la comunicazione tra due gruppi di persone attraverso lo sport.

Miglior film d’animazione è “Viacruxis” di Ignasi Lopez Fabregas, in cui si racconta di Marcel e Andrezj, una coppia di leggendari scalatori alle prese con una sfida impossibile. La stessa che vive da anni Giuseppe Ottaviani, protagonista di “Cent’anni di corsa”, lavoro di Domenico G.S. Parrino che vale all’atleta centenario, che ha vinto il campionato italiano master ad Ancona nel 2016 per il salto in lungo, il premio come miglior attore.

Il premio per miglior trailer è andato invece a “Special Olympics Spot 2017”, di Damiano Monaco, mentre miglior cortometraggio è “La Lepre” di Svetlana Noskova, regista russa che ha raccontato la vicenda di Aisha e Maria, protagoniste di una storia di integrazione che vede lo sport, in questo caso l’atletica, come collante sociale e non come divisione.

Il ciclismo è protagonista invece del premio alla miglior regia, andato a Gianluca Donato e Paolo Cirelli per “Segreti di tappa”, un lavoro che descrive le singole tappe del Giro d’Italia, già trasmesso dalla Rai in occasione del Giro d’Italia 2018 con la partecipazione di Stefano Garzelli e Marco Saligari.

Donatella Cervi, invece, ha vinto il Premio per la miglior sceneggiatura con “Cento milioni di bracciate”, la sfida di Leo Callone, nuotatore capace di fare il giro del mondo due volte, e che grazie alla sua impresa ha costruito un ospedale in Guatemala dedicato alla memoria del figlio scomparso.

La storia con la maiuscola è il cuore del lavoro di Lorenzo De Alexandris e Francesco Gallo, premiato come miglior documentario. I due autori hanno raccontato il 1968 attraverso gli Europei di calcio che si svolsero in Italia e furono vinti dalla Nazionale azzurra.

Premio Paralimpico a “Non mollare mai” di Cristian Manno, Premio Pindaro a “Get Big”, di Elena Beatrice e Daniele Lince, Premio Overtime a “L’ultimo viaggio del Conte Rosso”, di Fabiana Antonioli. “Italian Warrior” di Joseph Nenci ha vinto invece il premio Real Story.

Molto interessante anche la vetrina dei film stranieri, ai quali la giuria di Overtime ha prestato particolare attenzione. Premio per il miglior opera prima film straniero è andato a “Confidence Jump”, dell’egiziana Yara Kamal, mentre la miglior regia è di Jeannie Donohoe, statunitense, che ha diretto “Game”, la storia di una ragazza che si finge uomo, pur di giocare a basket in un college americano.

Miglior documentario straniero è “Set Up To Sell- Surfing As A Lifestyle Project”, della tedesca Annika Von Schuetz, una storia sociale legata al mondo del surf. Miglior cortometraggio è invece “Los Hombres De Verdad No Lloran”, dello spagnolo Lucas Castàn, in cui l’hockey fa da sfondo al legame tra un padre e un figlio.

Va all’argentino Alico Roviralta il premio come Miglior documentario sociale in tema paralimpico, con “Poke”, che racconta la storia di uno sciatore rimasto paralizzato in un incidente a 25 anni, e che dopo una lunga serie di cure, allenamenti e una grande battaglia con sé stesso, è diventato il primo argentino che è riuscito a partecipare ai Giochi paralimpici di Vancouver del 2010.

Miglior sceneggiatura è stata premiata la vicenda di un piccolo schermidore, Arthur, a cui lo sport darà la forza per vincere le avversità della vita. A raccontare la sua storia, l’autore lettone Daniels Joffe, nel cortometraggio “En Garde!”. Mentre il Premio Overtime per il miglior film straniero è andato a “Le Boute de la piste”, della francese Sophie Touvenin, il cui corto racconta il sogno di Lala, una mezzonfondista del Mali che sogna di gareggiare con la nazionale francese.

Va invece in Cina il Premio Pindaro per il miglior film straniero, vinto da Miao Zhang, che con “150 Xiaoshi” ha decsritto le condizioni delle insegnanti nella regione dello Yunnan.

Ecco la lista dei film premiati: https://overtimefestival.it/overtime-film-festival/

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