Quando c’era Tania Di Mario
Il Setterosa ha mancato la qualificazione a Tokyo e non potrà difendere l’argento di Rio. Per tanti anni il suo simbolo è stata Tania Di Mario, combattente in piscina e nel difendere i diritti delle pallanuotiste.
Il Setterosa ha mancato la qualificazione a Tokyo e non potrà difendere l’argento di Rio. Per tanti anni il suo simbolo è stata Tania Di Mario, combattente in piscina e nel difendere i diritti delle pallanuotiste.
Comincia da Stamáta Revithi, meglio nota come Melpomene, il viaggio di Marta Elena Casanova nel mondo dello sport al femminile. Un binomio che per tanti anni ha stentato a decollare, protagonista della nuova rubrica di Storie all’Overtime.
L’incredibile storia di Attilio Conton, il mezzofondista italiano che nel 1928 ad Amsterdam si vede costretto a rinunciare a una possibile medaglia olimpica per via di una formazione scolastica… approssimativa
La seconda edizione delle Olimpiadi moderne è salita agli onori della cronaca per un paio di eventi a dir poco rivoluzionari. Il racconto di Parigi 1900, tra lo sbarco delle donne ai Giochi olimpici e una giovanissima medaglia d’oro avvolta nel mistero.
Non c’è mai stato un salto nel futuro così lungo, ampio, profondo ed esagerato come quello che fece Bob Beamon il 18 ottobre 1968 sulla pista di atletica dell’Estadio Olímpico Universitario di Città del Messico.
La progressiva spettacolarizzazione delle cerimonie dei Giochi ha cementato un legame ormai indissolubile: quello tra Olimpiadi e Paesi ospitanti, oggi consapevoli di poter tradurre le cerimonie di apertura e chiusura in opportunità per diventare brand territoriali.
Il Setterosa ha mancato la qualificazione a Tokyo e non potrà difendere l’argento di Rio. Per tanti anni il suo simbolo è stata Tania Di Mario, combattente in piscina e nel difendere i diritti delle pallanuotiste.
Comincia da Stamáta Revithi, meglio nota come Melpomene, il viaggio di Marta Elena Casanova nel mondo dello sport al femminile. Un binomio che per tanti anni ha stentato a decollare, protagonista della nuova rubrica di Storie all’Overtime.
L’incredibile storia di Attilio Conton, il mezzofondista italiano che nel 1928 ad Amsterdam si vede costretto a rinunciare a una possibile medaglia olimpica per via di una formazione scolastica… approssimativa
La seconda edizione delle Olimpiadi moderne è salita agli onori della cronaca per un paio di eventi a dir poco rivoluzionari. Il racconto di Parigi 1900, tra lo sbarco delle donne ai Giochi olimpici e una giovanissima medaglia d’oro avvolta nel mistero.
Non c’è mai stato un salto nel futuro così lungo, ampio, profondo ed esagerato come quello che fece Bob Beamon il 18 ottobre 1968 sulla pista di atletica dell’Estadio Olímpico Universitario di Città del Messico.
La progressiva spettacolarizzazione delle cerimonie dei Giochi ha cementato un legame ormai indissolubile: quello tra Olimpiadi e Paesi ospitanti, oggi consapevoli di poter tradurre le cerimonie di apertura e chiusura in opportunità per diventare brand territoriali.
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