Raccontare i 100 anni di una società come il Foggia significa ripensare a grandi momenti e grandi delusioni, ma soprattutto percorrere un filo che lega la squadra alla città, un filo che nel corso degli anni è sempre rimasto ben saldo.
«Inseguiamo il ritorno alla normalità, ma siamo convinti che quella di tre mesi fa fosse la migliore normalità possibile?». È Alex Bellini a chiederselo, in un momento storico caratterizzato da un’emergenza sanitaria, ma anche ambientale.
Poteva capitare di essere Juan Manuel Fangio, una leggenda, e avere per compagno Nino Farina, il primo campione del mondo di Formula 1. Succedeva ancora ad Alain Prost e Ayrton Senna negli anni ‘80 con la McLaren, prima che tutto cambiasse nel mondo delle corse.
Giornalisti, scrittori, ex corridori, suiveurs di comprovata passione si alternano in una fanta-cronaca del Giro. Nessun video. Nessun filmato, telecronaca o drone della Rai. Solo parole.
Lo sport è sublimazione del gioco, metafora della vita, l’unico antidepressivo senza effetti collaterali. Poi, però, è arrivato il coronavirus.
Ma dello sport, ai Beatles, gliene fregava qualcosa o no?
Raccontare i 100 anni di una società come il Foggia significa ripensare a grandi momenti e grandi delusioni, ma soprattutto percorrere un filo che lega la squadra alla città, un filo che nel corso degli anni è sempre rimasto ben saldo.
«Inseguiamo il ritorno alla normalità, ma siamo convinti che quella di tre mesi fa fosse la migliore normalità possibile?». È Alex Bellini a chiederselo, in un momento storico caratterizzato da un’emergenza sanitaria, ma anche ambientale.
Poteva capitare di essere Juan Manuel Fangio, una leggenda, e avere per compagno Nino Farina, il primo campione del mondo di Formula 1. Succedeva ancora ad Alain Prost e Ayrton Senna negli anni ‘80 con la McLaren, prima che tutto cambiasse nel mondo delle corse.
Giornalisti, scrittori, ex corridori, suiveurs di comprovata passione si alternano in una fanta-cronaca del Giro. Nessun video. Nessun filmato, telecronaca o drone della Rai. Solo parole.
Lo sport è sublimazione del gioco, metafora della vita, l’unico antidepressivo senza effetti collaterali. Poi, però, è arrivato il coronavirus.
Ma dello sport, ai Beatles, gliene fregava qualcosa o no?
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