Descrizione Progetto
Nacque a Recanati il 29 giugno 1798 dal conte Monaldo Leopardi e da Adelaide dei marchesi Antici.
Primo di sette figli, già in età precoce inizia con una applicazione da lui stesso poi definita “matta e disperatissima” ad ampliare da solo le sue conoscenze nelle più svariate materie. Si manifesta in lui il desiderio di tradurre in poesia le sue emozioni: nascono così i primi Canti “Le rimembranze” ed “Il primo amore”.
Tra le molte opere giovanili, sia in prosa che in poesia, anche le due canzoni patriottiche “All’Italia” e “Per il monumento di Dante”. Nel 1817 inizia un’opera in prosa la cui stesura occuperà gran parte della sua vita, lo “Zibaldone”, che costituisce la più alta espressione del vastissimo pensiero leopardiano, un acuto studio di sentimenti umani, un esame approfondito dei più vari argomenti.
Nel 1819 videro la luce gli idilli “Alla luna” e “L’infinito”, la più alta espressione del genio poetico leopardiano. In questo periodo di vita a Recanati compose numerosi idilli e canzoni, tra cui “Ad Angelo Mai”, “La sera del dì di festa”, “La vita solitaria”, “Il sogno”, “Nelle nozze della sorella Paolina”, “Ad un vincitore del pallone”, “Alla primavera”, “Ultimo canto di Saffo”.
Nel 1823 scrisse “Alla sua donna”, nel 1824 compose la maggior parte delle “Operette morali”, opera di alto contenuto filosofico, celato talora sotto una veste leggera e satirica. Nonostante l’avvenuta pubblicazione di alcuni suoi lavori, il poeta era allora sconosciuto dalla maggior parte degli Italiani. Negli anni successivi si recò a Bologna, a Milano, dove instaurò un rapporto di lavoro con l’editore Stella, a Firenze, a Pisa dove comporrà “Scherzo”, “Il risorgimento” e “A Silvia”.
A causa delle cattive condizioni di salute ritorna a Recanati dove compone “Il passero solitario”, “Le ricordanze”, “La quiete dopo la tempesta”, il “Canto notturno” ed “Il sabato del villaggio”.
Ritornato a Firenze, ebbe modo di conoscere e frequentare la bella Fanny Targioni Tozzetti che sarà l’ispiratrice del “Ciclo di Aspasia”, costituito da i canti “Il pensiero dominante”, “Amore e morte”, “Consalvo” , “A se stesso”,” Aspasia”. In questo soggiorno fiorentino Leopardi consolida l’amicizia con il letterato Antonio Ranieri e di comune accordo essi decidono di unire le poche risorse economiche di cui dispongono per trasferirsi insieme a Napoli. Questa città attrae Giacomo per il clima più favorevole alla sua precaria salute e per la vivacità culturale che la distingue.
Dopo aver scritto nel 1836 due nuovi capolavori come “La ginestra” ed “Il tramonto della luna” si spegne a Napoli il 14 giugno 1837.