ELVIS LUCCHESE

ELVIS LUCCHESE

Segue il rugby italiano fin dagli anni Novanta, prima come giornalista e più di recente con uno specifico interesse nella storia della disciplina. Fra i suoi libri “La finta di Ivan” (2008), “Meta Nuova Zelanda” (2012), “Sport di combattimento. Gli esordi del rugby in Veneto, 1927-1945”. È membro della Società Italiana di Storia dello Sport.
E’ in arrivo in questi giorni nelle librerie il suo “Pionieri. Le origini del rugby in Italia”, pubblicato da Piazza Editore. Si tratta di un saggio che approfondisce la storia della palla ovale nel nostro paese a partire dalla primissima comparsa “ufficiale” a Torino nel 1910 fino al suo sviluppo durante il periodo fascista, quando la disciplina si dota di una Federazione e vede esordire la Nazionale azzurra.
Il libro racconta i pionieri e la smisurata passione che li ha accompagnati nel seminare il nuovo gioco in un’Italia non certo aperta a uno sport che appariva ai più, come scrisse il noto giornalista Emilio De Martino, “una zuffa senza bellezza estetica o chiarezza tecnica”. Dopo un tortuoso cammino iniziale, dagli inizi degli anni Trenta il rugby incassa il sostegno del regime in quanto disciplina adatta alla preparazione dei giovani italiani in chiave militare. Nel seno delle organizzazioni giovanili fasciste si diffonde così in tutto il paese, godendo anche di una certa attenzione nei mezzi di comunicazione.
Con l’aiuto dei maestri francesi come Saby e Boucheron la palla ovale azzurra conosce anche i primi successi internazionali.
Il conflitto chiamerà i rugbisti a nuove drammatiche esperienze e interromperà bruscamente l’avventura del movimento. Grazie ai pionieri, però, il seme del rugby era stato gettato in Italia e sarà pronto a germogliare nel ritrovato entusiasmo del dopoguerra.

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