Carlo Airoldi, a piedi da Milano ad Atene

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Foto di Frans Van Heerden

Foto copertina di Frans Van Heerden

Tutti conosciamo le Olimpiadi, la storia dei giochi nati nell’antica Grecia, chi più chi meno. Forse meno conosciuto è il fatto che le Olimpiadi moderne sono nate nel 1896 grazie ad un Barone francese, Pierre De Coubertin, che volle fortemente riprendere il discorso di giochi sportivi che avessero come unico scopo quello di aggregazione tra i popoli, momento di scambio culturale, tanto che quando riuscì a convincere varie nazioni e a fondare il CIO, il Comitato Olimpico Internazionale, mise come regola che nessun partecipante fosse atleta professionista. Di tutte queste storie più o meno note, ce ne sono alcune davvero sorprendenti e sconosciute ai più. E riguardo al dilettantismo sportivo come requisito per la partecipazione ai Giochi Olimpici, una storia arriva dall’Italia, e parla di un uomo che di nome faceva Carlo Airoldi, anche noto come colui che, esattamente nel 1896, decise di percorrere a piedi la distanza tra Milano e Atene, sede della prima edizione, pur di partecipare.

Beffa delle beffe, Airoldi non venne accettato proprio perché professionista. Podista e maratoneta di origine lombarda, Airoldi ebbe una vita decisamente fuori dal comune: diventato famoso nel 1895 per aver vinto la Milano-Marsiglia-Barcellona, all’epoca importante corsa lunga più di mille chilometri da percorrere in 12 tappe, Carlo aveva il pallino della marcia sempre e comunque; pare infatti che nel 1885 abbia sfidato niente meno che Buffalo Bill, allora in Italia a seguito del suo circo, in una corsa di 500 km che lui avrebbe percorso a piedi e Buffalo Bill a cavallo. La sfida però non ebbe luogo per problemi di organizzazione, succedeva anche allora. Tra una corsa e un sollevamento pesi, Airoldi, che di mestiere lavorava in una fabbrica di cioccolato, non si diede mai per vinto e quando seppe del grande evento in Grecia non si tirò indietro. Trovò nella rivista La bicicletta uno sponsor, partì con uno zaino in spalla e raccontò alla rivista le tappe via lettera. Tra svariate e pensiamo inevitabili peripezie, come farsi picchiare da oscuri personaggi dopo aver vinto una gara contro il corridore più veloce di Spalato, arrivò ad Atene, e lì, come dicevamo, gli organizzatori scoprirono che aveva vinto la Milano – Barcellona e che aveva ricevuto in premio dei soldi, cosa che non lo qualificava più come dilettante. Probabilmente quello ricevuto da Airoldi era semplicemente un rimborso spese, ma tanto bastò. E dopo tanti km per arrivare, Airoldi ne fece altrettanti per tornarsene a casa.

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