8 marzo, la mimosa di Chahida per tutte le donne

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8-MARZONel giorno dell’8 marzo, la mimosa di “Storia all’Overtime” sarebbe potuta andare alla pluridecorata marchigiana Elisa Di Francisca o alla straordinaria carriera sportiva e politica della longeva Josefa Idem. Ma anche, perché no, alla freccia d’argento Arianna Fontana, esteta dello short track italiano alle recenti Olimpiadi di Sochi 2014.

Invece vogliamo omaggiare tutte le donne, sportive e non, con la conquista di Chahida Sekkafi. Un conseguimento ottenuto lontano dalle luci della ribalta, che ha tutto il gratificante sapore dei maggiori successi. Chahida, musulmana italiana di origine marocchina, è una giovane sedicenne di Cremona. Una vita normale, da studente di liceo linguistico della propria città. Ma con una passione sportiva singolare per una ragazza: quella per il calcio. Una scelta difficile per un circuito a forte vocazione maschile, impraticabile per chi concentra nella femminilità una delle peculiarità più spiccate della propria persona. Chahida, scartata la possibilità del calcio giocato, ha voluto approssimarsi alla propria passione attraverso uno dei ruoli più difficili: quello del direttore di gara. Con la benedizione della mamma Souad Salhi, la giovane sedicenne ha intrapreso, nell’autunno scorso, il corso per arbitri dell’Associazione di Cremona, ottenendo così la possibilità di prendere parte alle competizioni calcistiche giovanili locali.velo3

L’esordio porta la data dello scorso 16 febbraio, in occasione dell’incontro tra l’Oratorio San Luigi e lo Stradivari sui campi della categoria Giovanissimi di Pizzighettone. Emozionata ma, allo stesso tempo, forte e decisa come si richiede ad un buon direttore di gara, Chahida ha sancito la rotonda vittoria dei padroni di casa per 3-0. Ma, contemporaneamente, la sua personalissima vittoria nella battaglia quotidiana per l’integrazione e per l’emancipazione. La giovanissima cremonese è scesa in campo con le gambe coperte dalla calzamaglia e con l’hijab, il velo a copertura parziale per l’abbigliamento femminile previsto dall’ordinamento islamico. Una tenuta da arbitro coraggiosa, che sfida la tristemente consueta sequela di epiteti ingiuriosi indirizzati ai direttori di gare sportive. Come se già non bastasse la scomoda posizione di donna in un ambiente prettamente maschile….velo1

La certificazione del talento e del radioso futuro di Chahida sul campo verde da gioco arriva direttamente dal presidente dell’Associazione arbitri locale Gianmario Marinoni, che l’ha sostenuta, incoraggiata e seguita in veste di tutor. L’applauso e l’ammirazione di “Storie all’Overtime” vanno invece ad incorniciare il quadro di dinamiche di integrazione e condivisione tramite lo sport che la vicenda ha contribuito a delineare. Grazie Chahida. Il tuo primo velo islamico sui campi del calcio è una fragrante mimosa per tutte le donne italiane.

(foto by corriere.it)

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